Il segretario della Lega in una intervista al Corriere della Sera difende la scelta di Fontana alla Regione Lombardia e torna a parlare di lavoro e vaccini
Cancellato dal Jobs Act del Governo Renzi, grazie ad un accordo sindacale torna la tutela antilicenziamento in una partecipata dei comuni di Sesto, Campi e Signa.
Il deputato del M5s a Carrara per sostenere Francesco De Pasquale dice la sua sulla situazione politica italiana e spiega perché non può più dirsi di sinistra
Il vicepresidente della Camera ha parlato di lavoro, dopo il reinserimento dei buoni per pagare i lavoratori: «Non sono dignitosi». Sull'articolo 18: «Noi siamo per l’abolizione del Jobs act e siamo anche per l’abbassamento delle tasse sulle imprese, l’abolizione di Equitalia e aiutare gli imprenditori»
«È una ragione in più per scendere in piazza il prossimo 28 gennaio a Roma: perché, alla fine, la cosa più inammissibile di tutte è l'aver votato il 4 dicembre contro il Governo Renzi ed essersi ritrovati il governo dei prestanome di Renzi», ha detto la presidente Fdi commentando a Montecitorio la decisione della Corte Costituzionale sui referendum Cgil
La Corte Costituzionale ha bocciato il quesito proposto dalla Cgil ammettendo invece gli altri due, sulla cancellazione dei voucher e sulla reintroduzione della piena responsabilità solidale della società appaltante nei confronti di quella sub appaltatrice
In Italia il boom dei voucher non si ferma ed è la foglia di fico dietro cui si nasconde e cresce il lavoro nero. Il governo Gentiloni sta vagliando alcune misure per ridurre l'abuso dei buoni lavoro
Dopo che la Cgil ha raccolto 3,3 milioni di firme, gli italiani saranno chiamati alle urne per cancellare la riforma del Lavoro varata da Renzi tra il 15 aprile e il 15 giugno prossimi, a meno che non cada l'esecutivo
Il deputato del Movimento 5 stelle a Matrix su Canale 5 ha ricordato che l'abolizione dell'articolo 18 e il job act sono frutto di questo governo di centrosinistra che ha «distrutto l’Italia molto più del berlusconismo»
Il decreto di correzione del Jobs Act è stato approvato in via definitiva dal Consiglio dei Ministri e contiene delle importanti novità sul fronte lavoro: dalla stretta sull'uso irregolare dei voucher all'aumento delle risorse per gli ammortizzatori sociali
Il verdetto dell'Inps ha certificato il fallimento del Jobs Act. Le assunzioni a tempo indeterminato sono crollate del 33,7% nei primi sette mesi del 2016. Sono stabili invece le assunzioni a tempo determinato ed è ancora boom dei voucher.
Il boom dei voucher non si ferma, a fronte del crollo delle assunzioni a tempo indeterminato. I contratti a tempo determinato invece sono in linea con il 2015, ma il saldo annualizzato tra assunzioni e cessazioni è inferiore all'anno scorso.
Il presidente del Consiglio viene contestato quando parla del famoso bonus di 80 euro: «Credo nella politica, fischiatemi pure», poi la promessa: l'Iva non aumenta nel 2017
Il premier ha commentato via Facebook i dati Istat sul lavoro e ha sottolinea che con l'accordo Almaviva sono stati salvati circa 3mila contratti. "Abbiamo smentito i gufi", ha scritto Renzi sul suo profilo social: il dato migliore sull'occupazione è quello di maggio 2016
Dal 2015 al 2016 frenano i dati sull'occupazione ed è già svanito l'effetto Jobs Act. Il paese ha fatto il passo del gambero nella lotta alla disoccupazione. Ecco la ragione: meno incentivi, meno assunzioni
E' stato firmato l'accordo che sancisce il passaggio della totalità dei lavoratori dell'Enoteca Regionale Lazio dall'Arsial alla Retail Food. L'accordo prevede la riassunzione a tempo indeterminato a parità di salario e mansioni
Renzo Rossellini (produttore, figlio del regista Roberto) a Radio Cusano Campus: "Il Pd ha paura della democrazia e questo è un atteggiamento fascista"
Qualcuno si è ribellato e ha scelto deliberatamente – in piena contrapposizione alla nuova normativa nazionale – di resuscitare l’art.18. E di esempi virtuosi in Italia ce n'é più d'uno
I dati diffusi a giugno raccontano una verità parziale
L'occupazione sta salendo. Vero. Ma c'é qualcosa che non torna, e i politici che siedono in Parlamento si sono ben guardarti dal diffondere un altro genere di dati: quelli che riguardano, per esempio, la produttività nazionale. Ecco cosa vale la pena sapere.
La risposta dei lavoratori alla riforma del lavoro del governo Renzi
La disoccupazione giovanile in Italia ha raggiunto cifre da capogiro, e in Europa solo la Grecia fa peggio di noi. Ecco la ricetta di "chi lavora e vorrebbe continuare a lavorare" per cambiare le cose e uscire dalla crisi economica.
"Una sfida al di sopra delle nostre forze". E' questo quello che per il ministro Giuliano Poletti ha rappresentato la riforma del lavoro, ormai nota a tutti con il nome di Jobs act, lo scorso anno quando a governo appena insediato Matteo Renzi l'ha scelta come prima riforma da compiere. Ma è sicuro di vincerla.
Dopo tanta attesa sono arrivati alle Commissioni Lavoro di Camera e Senato i primi due decreti attuativi della riforma del mercato del lavoro. Per la nuova prestazione di assicurazione sociale per l'impiego però, sono stati trovati i fondi solo per i primi due anni, poi si vedrà. Parola del ministro del Lavoro Giuliano Poletti
Mancano i decreti attuativi. Quello sui nuovi ammortizzatori è bloccato perché la Ragioneria dello Stato, che deve «bollinarlo», ha chiesto chiarimenti al governo sulle risorse stanziate. Non è comparso sulla Gazzetta Ufficiale nemmeno il tanto atteso contratto a tutele crescenti. Altri 3 sono ancora da scrivere
Il capogruppo alla Camera della Lega Nord al Diariodelweb
Il capogruppo alla Camera, Massimiliano Fedriga, ha rilasciato un'intervista a DiariodelWeb.it per spiegare come la Riforma Fornero sia la prima causa dell'incremento della disoccupazione giovanile, molto più della crisi economica esplosa nel 2008.
L'Aula di palazzo Madama ha acceso il semaforo verde sul provvedimento con 166 voti favorevoli, 112 contrari e un astenuto, con la minoranza Pd che vota per «senso di responsabilità». L'ok finale al testo è arrivato in tempo per consentire l'entrata in vigore delle nuove regole già a gennaio dopo il varo dei primi decreti delegati.
Con 166 sì, 112 no e un astenuto, l'Aula del Senato ha votato la fiducia al governo sul Jobs act, approvando definitivamente in terza lettura la delega per la riforma del mercato del lavoro nella stessa versione licenziata dalla Camera.
"Presto per dare giudizi sul Jobs act, aspettiamo di vedere il provvedimento finale, in particolare nei suoi dettagli": così il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, a margine del convegno "Le regole fiscali europee: opportunità e limiti di una applicazione flessibile".
Prima donna in Italia a ricoprire il ruolo di segretario generale di una confederazione sindacale e la prima a diventare governatore della Regione Lazio. Renata Polverini, 30 anni passati nelle file dell’Ugl, attualmente membro di Forza Italia e Vicepresidente della Commissione Lavoro della Camera dei deputati, accetta di rispondere alle domande di DiariodelWeb.it.
La Cgil sta valutando l'ipotesi di ricorrere alla Corte di Giustizia europea contro il Jobs act, forte anche della sentenza europea sui precari della scuola. Landini: «Non ha consenso maggioranza lavoratori»
Il deputato della minoranza del Partito democratico, Stefano Fassina, attacca il Governo Renzi per l'insoddisfacente soluzione adottata in merito alla questione delicata del Jobs act. Per Fassina la questione dei licenziamenti è stata affrontata nel modo sbagliato, mettendo così il datore di lavoro nella posizione di avere «libertà di licenziare». Presto un coordinamento con le minoranze.
Sel, Movimento 5 Stelle, Lega e Forza Italia dicono no all'anticipazione dell'esame della delega sul lavoro da parte della Camera e al voto finale sul Jobs act il 26 novembre. Per Sel si tratterebbe di un'urgenza propria del premier di fare lo «scalpo» all'articolo 18; per il M5S Renzi dovrebbe pensare al Paese che annega, piuttosto che al Jobs act.
Il Nuovo Centrodestra sottolinea la scorrettezza del Governo nel proporre quell'emendamento sull'articolo 18, diverso da quello concordato. Maurizio Sacconi, capogruppo al Senato di Ncd, minaccia di lasciare la commissione qualora il testo del Jobs act fosse diverso da quello sul quale ci si era accordati: «Si aprirebbe un bel contenzioso nella maggioranza».
Il leader della Fiom, Maurizio Landini, ha dichiarato che l'accordo sul testo del Jobs act approvato ieri tra il governo e la minoranza democratica «è una presa in giro». Landini sta prendendo parte al corteo organizzato dal sindacato dei metalmeccanici in occasione dello sciopero di otto ore proclamato per tutto il Nord Italia: «I parlamentari Pd si curano solo dei loro diritti».
E' stata raggiunta un'intesa nel Partito democratico in commissione al Jobs act sulla base dell'ordine del giorno approvato a fine settembre dalla direzione del partito che prevede il reintegro di in alcuni casi di licenziamenti disciplinari illegittimi, il cui elenco arriverà con i decreti delegati.
Dalle file del Nuovo Centrodestra di Angelino Alfano si alzano le voci di critica alla notizia dell'accordo nel Pd sul Jobs act. Sacconi critica le modifiche apportate al testo della riforma del Lavoro e redarguisce il presidente del Consiglio, Matteo Renzi: «Si era detto niente maggioranze spurie».
E' in atto un "disegno" per "spaccare il Paese" tra imprenditori e lavoratori, con l'obiettivo tutto politico di mettere in difficoltà il governo "sfruttando il dolore di disoccupati, cassintegrati e precari". E' l'accusa di Matteo Renzi, che alza ancora il livello dello scontro con il sindacato e la Cgil in particolare.
Il premier è arrivato a Brescia, per partecipare all'assemblea annuale degli industriali bresciani. Al suo arrivo nei pressi della fabbrica, Renzi è stato accolto dalle poteste dei circa 200 lavoratori, guidati dalla Fiom-Cgli, che hanno formato un presidio-assemblea. Applausi all'interno della fabbrica dagli industriali. Intanto, il premier cita Berlusconi: «Non cerco un consenso facile».
Il segretario generale della CGIL, Susanna Camusso, ha rilasciato un'intervista al quotidiano la Repubblica. Parla della manifestazione di sabato, degli obiettivi del sindacato, dello sciopero generale che sarà deciso a metà novembre; ma anche dei «poteri forti» che avrebbero messo Matteo Renzi a capo del Belpaese.
L' ex presidente del Consiglio Massimo D'Alema ha rilasciato un'intervista al Sole 24 Ore, e accusa il premier Matteo Renzi di spaccare in due il paese, oltre che il Pd.
Il premier a chi lo accusa di arroganza verso i sindacati
Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, risponde alle critiche mossegli dalla leader di Cgil, Susanna Camusso, rispetto all'incontro - a suo dire - «surreale» tra Governo e parti sociali. Per Renzi surreale è che i sindacati pretendano di trattare con il Governo e non con gli imprenditori per salvare posti di lavoro.
Il leader della Uil, Carmelo Barbagallo, e quello della Cgil, Susanna Camusso commentano l'incontro appena conclusosi a Palazzo Chigi, tra Governo e sindacati. Secondo i rappresentanti dei lavoratori, non ci sarebbe stato alcun tipo di confronto, poiché i «Ministri non avevano mandato a discutere su nulla».
Il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, a conclusione dell'incontro con Cgil, Cisl, Uil e Ugl, ha affermato che il Governo è pronto a valutare le proposte e le indicazioni dei sindacati. Al contrario, i sindacati denunciano una chiusura totale da parte del governo sulla possibilità di rivedere la riforma del lavoro.
La leader di Cgil risponde alle parole del presidente del Consiglio e segretario del Pd, Matteo Renzi, che, in occasione della kermesse fiorentina della Leopolda ha attaccato la «vecchia guardia» dei sindacati e la loro ostinazione nel voler tenere in vita un articolo 18 ormai "anacronistico". La Camusso replica aspramente che il premier «non sa di cosa parla».
Il segretario della Fiom si difende dalle voci che lo vedrebbero alla leader di un nuovo partito di sinistra e afferma che è e sarà il segretario dei metalmeccanici. Continua l'attacco al Governo Renzi e alla riforma del lavoro che prevede l'abolizione dell'articolo 18 e il leader del sindacato dei metalmeccanici avverte: «Se Renzi non cambia politica, siamo pronti ad occupare le fabbriche».
Il leader della Fiom, Maurizio Landini, parla a Repubblica tv in merito alle vicende interne alla Cgil a toglie ogni dubbio sui problemi con la numero uno di Cgil: "Siamo in una situazione di crisi di rappresentanza". In relazione alla manifestazione indetta dalla Cgil per domani, afferma che sarà grandissima e arriveranno migliaia di persone da tutta Italia.