25 aprile 2024
Aggiornato 05:30
NCD in fibrillazione per l'articolo 18

Sacconi: «Se Renzi bara lo molliamo»

Il Nuovo Centrodestra sottolinea la scorrettezza del Governo nel proporre quell'emendamento sull'articolo 18, diverso da quello concordato. Maurizio Sacconi, capogruppo al Senato di Ncd, minaccia di lasciare la commissione qualora il testo del Jobs act fosse diverso da quello sul quale ci si era accordati: «Si aprirebbe un bel contenzioso nella maggioranza».

ROMA - Ancora polemiche sul Jobs act. La questione resta molto delicata, anche e soprattutto in seguito alla decisione di anticipare le votazioni. Ad alimentare il clima di tensione sollevatosi attorno alla riforma del mercato del lavoro è la polemica del Nuovo Centrodestra. In una nota il capogruppo al Senato del Nuovo Centrodestra, Maurizio Sacconi, sottolinea la scorrettezza del Governo nel proporre quell'emendamento sull'articolo 18, diverso da quello concordato. Afferma Sacconi: «L'annuncio della sottosegretario Bellanova con riferimento all'emendamento del governo sull'articolo 18 non corrisponde a quanto concordato». E continua, ancora, Sacconi: «Se vedessimo un testo diverso da quello che conosciamo ce ne andremmo dalla commissione e si aprirebbe un bel contenzioso nella maggioranza».

PIZZOLANTE: CON POLETTI SACCONI ACCORDÒ ALTRO - A dare man forte a Maurizio Sacconi è Sergio Pizzolante, capogruppo per il Nuovo Centrodestra in Commissione Lavoro alla Camera, che, dopo l'annuncio di un emendamento sull'articolo 18 al Jobs Act sostiene con fermezza che il testo sul quale Sacconi e il ministro del Lavoro, Giulian Poletti, si erano accordati non corrisponderebbe affatto a quello che la sottosegretario Bellanova ha presentato oggi. Afferma, infatti, Pizzolante: «Non risulta che il testo dell'accordo fra Sacconi e Poletti sia quello appena annunciato dal sottosegretario Bellanova. Ribadiamo che per noi la regola è l'indennizzo economico con casi limitati e specifici di licenziamenti disciplinari». E continua, ancora, Pizzolante: «Inoltre, e questo è positivo, sottolineo che non si tratta, comunque, come sostiene Damiano, della riformulazione di emendamenti già presentati in linea con le decisioni di qualche partito, ma di un nuovo emendamento del Governo».

BELLANOVA ANNUNCIA L'ACCORDO - Oggi, la sottosegretario al Welfare, Teresa​ Bellanova, aveva affermato che il governo proporrà sull'articolo 18 una riformulazione degli emendamenti presentati e che vanno nella direzione dell'accordo tra l'esecutivo e la minoranza del Pd. La Bellanova ha spiegato come le garanzie di reintegro previste dall'articolo 18 «si applicheranno per i licenziamenti disciplinari nelle fattispecie in cui il motivo del licenziamento sia dichiarato da un giudice nullo o inesistente». Il presidente della commissione lavoro della Camera, Cesare Damiano, ha precisato che la riformulazione arriverà «domani» quando si passerà all'esame del comma sette che investe il tema dei licenziamenti e che la riformulazione si baserà sull'emendamento, a prima firma Gnecchi, che recepisce appunto l'accordo tra governo e membri Pd della commissione Lavoro.