Già interrotti i discorsi con la nuova proprietà rossonera per l’ingresso in società dell’ex capitano del Milan. Però in via Aldo Rossi potrebbe arrivare un'altra bandiera leggendaria del club.
L’uomo d’affari italo-americano potrebbe dar vita ad una vera e propria rivoluzione societaria e riportare in rossonero vecchie glorie come Maldini e Albertini.
Nel Milan rigenerato dalla cura Gattuso, ci sono ancora un paio di rossoneri che non sono riusciti a trovare tempo, forza ed energia per dare un calcio al periodo negativo: uno di questi é Manuel Locatelli.
Tre i candidati alla sostituzione di Tavecchio: il favorito Gravina, Sibilia e l’ex calciatore Tommasi, che probabilmente rappresenterà l’ago della bilancia.
L’ex centrocampista piace alla proprietà cinese ed avrebbe tutte le caratteristiche per entrare nell’organigramma dirigenziale rossonero dalla prossima stagione.
La reprimenda dell’avvocato La Scala nei confronti dell’amministratore delegato in pectore del Milan cinese: «Apprezzo molto Fassone per il lavoro svolto finora, ma su Maldini ha sbagliato tempi e modi».
L’ex vicepresidente dalla Figc è tornato a parlare del suo primo amore, della strana evoluzione dell’affare closing e del suo sogno, mai nascosto, di tornare al Milan.
Un’idea clamorosa prende forma proprio mentre i vertici di Sino-Europe Sports sono al lavoro per cercare di arrivare al closing il 13 dicembre. Il brasiliano Kakà, dopo le rinunce di Maldini, Albertini, Costacurta e Leonardo, avrebbe il potere di mettere tutti d’accordo e fare felici i tifosi rossoneri.
L’ex centrocampista del Milan e della nazionale, già importante dirigente della Figc, è intervenuto a proposito dell’invasione di proprietari stranieri nel calcio italiano: «C’è da fare attenzione, il caso Pavia insegna. Per quanto mi riguarda, Fassone non mi ha mai chiamato al Milan».
Il rifiuto di Paolo Maldini e la presa di posizione della Curva Sud stanno indirizzando la scelta di Fassone verso l'altro grande ex capitano rossonero
Fassone spera ancora di convincere l’ex difensore ad accettare il ruolo di direttore tecnico nel nuovo Milan, ma inizia anche a guardarsi intorno per avere alternative valide
Sistemata la questione caparra e messo a punto anche lo staff dirigenziale per la parte tecnica con l’arrivo in via Aldo Rossi di Mirabelli e D’Ottavio, adesso la priorità di Fassone è chiudere con una delle vecchie glorie del Milan. Paolo Maldini sembra tornato in cima alla lista dei desideri del prossimo ad rossonero.
Il quotidiano Repubblica oggi in edicola rivela un precedente di Mirabelli che ne mette in cattiva luce il suo prossimo approdo al Milan: si tratta di un’inibizione per una vecchia faccenda (2011) di contratti simulati relativi ad un calciatore del Cosenza.
La scelta di Fassone di puntare su Mirabelli e D’Ottavio per i ruoli chiave di direttore sportivo e capo degli osservatori offre lo spunto per ipotizzare un nome nuovo come bandiera rossonera. Si tratta di Paolo di Canio, ex calciatore del Milan e allenatore di quel Sunderland in cui lavoravano anche i due nuovi uomini mercato del Milan.
La notizia rivelata da Carlo Pellegatti potrebbe parzialmente acquietare la tensione e l’inquietudine tra i tifosi rossoneri. Dopo Marco Fassone e Massimo Mirabelli non arriveranno al Milan altri professioni dall’altra sponda dei navigli. E intanto continua la caccia alla bandiera.
Fassone continua la sua ricerca per riportare in rossonero da dirigente una vecchia gloria del campo: non mancano i rifiuti, le ripicche e i dubbi, sempre che dare il Milan ai milanisti sia la scelta migliore
Il processo di “interizzazione" del Milan portato avanti dal futuro amministratore delegato Marco Fassone non sembra raccogliere consensi, soprattutto da tre grandi ex rossoneri, Maldini, Albertini e Costacurta, chiamati in causa per un ritorno in società con un ruolo di rappresenzanza.
L'ex calciatore rossonero analizza gli ipotetici ritorni di Albertini, Costacurta e Maldini nella nuova società, ponendosi anche alcuni interrogativi a riguardo
Ufficialmente è ancora tempo di osservare per Marco Fassone, ma il prossimo ad (attualmente in pectore) del nuovo Milan cinese è già al lavoro per ridisegnare i vertici societari del club di via Aldo Rossi. Si cerca un direttore sportivo, un direttore commerciale, un responsabile della comunicazione e una vecchia gloria.
Il vecchio allenatore del Milan confermerebbe l’attuale amministratore delegato anche con l’avvento dei nuovi proprietari, possibilmente con accanto qualche vecchia gloria come Albertini, Costacurta o Maldini
La fine dell’epopea berlusconiana rappresenta un momento epocale della storia del Milan. Ora si volta pagina con i cinesi, appoggiati dal governo di Pechino, e la novità in società sono significative: Fassone nuovo ad, caccia a un direttore sportivo e apertura ad una vecchia gloria rossonera.
Ci si aspettava un pomeriggio di fuoco al Portello, nella sede di Casa Milan, dove si è tenuta l’Assemblea dei Soci per l’approvazione del bilancio 2015 che si è concluso con un passivo di quasi 90 milioni. Tante le critiche a Galliani e soprattutto tante legittime domande, ma dall’ad sono arrivate ben poche risposte.
L’ex centrocampista rossonero cerca di trovare qualcosa di positivo nella decisione presa da Mihajlovic e dalla società in vista della gara contro la Juventus
Le tante accuse mosse nel weekend da ex calciatori - rossoneri e non - incrinano il muro di santità di Adriano Galliani. Finalmente qualcuno dice le cose come stanno inchiodando l’ad alle proprie responsabilità. L’obiettivo è convincere l’onnipotente geometra a fare quel passo indietro che tutto il popolo rossonero chiede a gran voce.
Nel corso del tradizionale appuntamento annuale dedicato alla festa di Natale del settore giovanile rossonero, l’amministratore delegato ha parlato del momento difficile del Milan, facendo una promessa a tutti i tifosi: «Torneremo a vincere».
L'incontro (che doveva restare segreto) ad Arcore tra il leader della Lega e quello di Forza Italia, per decidere il candidato premier e quello a sindaco di Milano, è miseramente fallito. Perché Silvio, in realtà, sta facendo il doppio gioco con Bobo
Tra i tanti calciatori rossoneri non ancora entrati a pieno negli schemi di Mihajlovic c’è anche capitan Montolivo, tenuto finora sempre in panchina dal nuovo tecnico. Stasera ritroverà la maglia da titolare in amichevole contro il Mantova e non è escluso che possa ripetersi nel derby. Ma la sua sua carriera al Milan potrebbe concludersi già a gennaio.
Sono queste le prime parole da direttore generale della Figc di Michele Uva, appena insediatosi nel suo ruolo. L'ex direttore generale della Coni Servizi, che in Federcalcio ha già ricoperto in passato il ruolo di responsabile del Centro Studi ha tracciato il solco del suo lavoro: «Cercherò di rendere più efficiente la macchina della Federazione».
La nazionale allenata da Gigi Di Biagio dilaga contro Cipro e conquista il primato del girone che la proietta verso i playoff dell'Europeo di categoria da testa di serie. Venerdì i sorteggi. A Castel Di Sangro finisce 7-1 ma la partita è subito in salita per gli azzurrini che alla mezzora si trovano sotto di un gol per un colpo di testa vincente di Sotiriou.
Sono stati necessari tre turni di voto per decretare il nome del nuovo numero uno della Figc. Ora toccherà a Carlo Tavecchio il compito non semplice di governare il nostro calcio: «Sarò il presidente di tutti».
Grande delusione per l’altro candidato alla poltrona di numero uno della Figc. Demetrio Albertini: «Volevo essere un’alternativa, ma il corporativismo si è rivisto».
Si è dissolto in fretta il gruppo composto dalle 9 società che avevano dichiarato aperto dissenso nei confronti di Tavecchio ed è proprio Galliani ad analizzare la tornata elettorale: «Guardate i numeri, è un risultato straordinario».
Il numero uno del Coni ha manifestato una certa soddisfazione per il risultato dell’assemblea elettiva della Figc: «Avevo annunciato sorprese e novità, ora tocca a Tavecchio comunicarle».
Sarà necessaria una terza votazione per sapere il nome del nuovo presidente della Federcalcio. Dopo le prime due l’Assemblra Elettiva non ha ancora espresso un vincitore. Tavecchio in netto vantaggio.
L’Assemblea Elettiva, convocata per lunedì 11 luglio, designerà il nuovo presidente della Federcalcio. Intanto la campagna elettorale continua e Andrea Agnelli si mostra preoccupato: « Non c'è nessun piano nè idea condivisa sulla direzione che il sistema dovrebbe prendere».
Anche Sinisa Mihailovic sostiene Albertini: «È un amico, un ragazzo intelligente e scelgo lui tutta la vita». Il candidato alla presidenza della Figc incassa un altro appoggio incondizionato e va avanti per la sua strada.
Nessun passo indietro da parte del candidato alla presidenza della Figc. Intanto il Consiglio Direttivo della Lega Nazionale Dilettanti conferma a Tavecchio piena fiducia.
Ancora un capitolo del Tavecchio-gate, questa volta con Renzo Ulivieri, presidente dell’Assoallenatori, come protagonista: «Sosteniamo Albertini perché viene dal calcio giocato, parla piano, è educato e non dice parolacce».
Il numero uno del Genoa ha preso posizione sul testa a testa tra Albertini e Tavecchio per la poltrona di Presidente federale: «Meglio vecchio e bravo che giovane così così». De Laurentiis invece predica unità: «Bisogna scegliere un candidato e difenderlo, non indebolirlo».
A questo punto sembra definito il testa a testa tra Tavecchio e l’ex vicepresidente federale per la poltrona di numero 1 della Figc. Il primo sembra ancora largamente favorito, malgrado l’appoggio di Assocalciatori e Assoallenatori ad Albertini.
Il presidente dell’Assoallenatori si mantiene neutrale («noi ci consultiamo con tutti») ma lascia intendere che la soluziore Albertini sarebbe la più gradita: «Importante cercare convergenza sull’idea di cambiamento».