27 aprile 2024
Aggiornato 01:30
Calcio | Nazionale

Milan, niente Maldini: dietrofront nella trattativa con Elliott

Già interrotti i discorsi con la nuova proprietà rossonera per l’ingresso in società dell’ex capitano del Milan. Però in via Aldo Rossi potrebbe arrivare un'altra bandiera leggendaria del club.

Paolo Maldini, bandiera del Milan
Paolo Maldini, bandiera del Milan Foto: ANSA

MILANO - Questo matrimonio non s’ha da fare. Sembra proprio che il ritorno di Paolo Maldini al Milan, tanto invocato da tifoseria e addetti ai lavori, debba restare una specie di miraggio. Così come era già capitato circa 15 mesi fa, quando toccò a Marco Fassone imbattersi nell’integralismo ideologico dell’ex capitano rossonero, stavolta è stato il fondo Elliott a misurare quanto può essere complicato trovare un accordo con chi ha fatto tanto, tantissimo, nella propria carriera da calciatore ma praticamente il nulla cosmico da quando ha appeso gli scarpini al chiodo, eppure pretende un trattamento da manager consumato e una poltrona di prestigio all’interno del nuovo Milan.
Così, purtroppo per Maldini ma anche per il popolo milanista, non sarà. Anche stavolta. Non è ben chiaro se il no definitivo stia per arrivare dalla leggenda rossonera oppure dalla nuova proprietà, quello che però pare sempre più evidente è che il ritorno a casa di Paolino dovrà essere ancora una volta rimandato.

Figura esperta
Sembra infatti che, dopo aver sondato il terreno con l’ingombrante ex fenomeno milanista, Elliott abbia ritenuto opportuno affidare il ruolo di direttore tecnico (quello che adesso è occupato da Massimiliano Mirabelli, ma probabilmente non per molto) ad una figura professionale più esperta, con esperienza internazionale e pronta a fare subito la differenza per il Milan. Un identikit molto diverso da quello di Maldini che, come già ricordato, da quando ha smesso di calcare il prato verde di San Siro ha fatto ben poco in ambito pallonaro.

Spunta Albertini
L’idea di Elliott per l’ex capitano sembra orientata a una figura più di rappresentanza, ipotesi disdegnata con vigore da Maldini che invece pretende un ruolo operativo e di primissimo piano nelle strategie societarie. E allora anche stavolta dovremo dire «peccato». Chissà però che nell’organigramma del nuovo Milan non possa entrare un’altra leggendaria bandiera del vecchio Milan, quel Demetrio Albertini, che a differenza di Maldini, ha più di qualche esperienza significativa nel proprio curriculum, compreso un ruolo da vicepresidente federale e una candidatura (non andata a buon fine) alla poltrona da presidente.