Caucus, netta vittoria di Bernie Sanders alle primarie in Nevada
Il senatore del Vermont rafforza la propria posizione di candidato favorito all'investitura democratica per la sfida a Donald Trump alle presidenziali di novembre
Il senatore del Vermont rafforza la propria posizione di candidato favorito all'investitura democratica per la sfida a Donald Trump alle presidenziali di novembre
Vedendo la lista degli interventi previsti e i temi delle serate, secondo i piani ottenuti dal New York Times, si nota il tocco da showman del miliardario, diventato star televisiva con «The Apprentice». Serate a tema, parleranno sportivi, imprenditori e parenti.
Donald Trump, almeno una cosa, l'ha ottenuta: ha risvegliato il gigante latino. Perché il numero di richieste di cittadinanza e di iscrizioni alle liste elettorali da parte di ispanici è raddoppiato.
A Londra per promuovere il suo ultimo libro «La France pour la vie», la Francia per la vita, Nicolas Sarkozy non ha risparmiato strali contro il candidato repubblicano alla Casa Bianca denunciando quelli che ha definito il suo populismo e la sua volgarità.
Il New York Times ha parlato di «sindrome Trump-Berlusconi», evidenziando le profonde somiglianze tra i due politici e le circostanze che hanno favorito la loro ascesa. Ma più che le analogie tra The Donald e il Silvio del '94, dovrebbero colpirci quelle tra gli Usa e l'Europa di oggi: stesse paure, stessa disillusione, stessa disperata ricerca di nuove risposte.
Il secondo «Super Tuesday» pare aver praticamente chiuso i giochi per le nomination democratica e repubblicana.
Cinque anni fa, era segretario di Stato; oggi, è aspirante presidente degli Stati Uniti. Allora, Hillary Clinton decise per l'intervento in Libia; oggi, mentre un nuovo intervento è alle porte per dirimere il caos provocato nel 2011, difende quella decisione. Ma nella sua autodifesa, non racconta «lati» della storia che tutti dovrebbero sapere
La serata americana di ieri ha riservato una sorpresa: la vittoria del candidato socialista in Michigan, che si è imposto sull'avversaria Hillary Clinton con circa due punti di vantaggio.
Donald Trump continua a inanellare una vittoria dopo l'altra in questa stagione delle primarie americane, sferzando colpi agli altri aspiranti repubblicani alla Casa Bianca così come al partito che non sa come fermarlo dall'aggiudicarsi la nomination.
La corsa di Donald Trump verso la nomination repubblicana per le presidenziali statunitensi affronta oggi due nuovi test in Michigan e Mississippi, Stati dove i rivali John Kasich e Ted Cruz potrebbero far valere la loro forza regionale
L'ex sindaco di New York non scenderà in campo per le elezioni presidenziali del 2016. Il miliardario a capo del colosso dei media che prende il suo nome afferma di temere che una sua eventuale candidatura da indipendente possa indirettamente favorire l'ascesa del repubblicano Donald Trump o il suo rivale Ted Cruz.
Qualche risultato in controtendenza nella corsa alle primarie per le elezioni presidenziali negli Stati Uniti. Ma gli equilibri al momento restano immutati. Il miliardario: «è fallito il tentativo del partito di eliminarmi».
Sempre più addetti ai lavori ne sono convinti, partendo da quello che è ormai un assioma: nessun altro candidato ha la possibilità di ottenere i 1.237 delegati necessari per conquistare la nomination, prima della convention nazionale in programma nella città dell'Ohio dal 18 al 21 luglio.
E’ ormai il più papabile candidato repubblicano in lizza per la Casa Bianca, nonché il più contestato, il più politicamente scorretto, il più temuto, il più scomodo per l’establishment. Ma Donald Trump è a un passo dal conquistare l’America. Come sarebbe il mondo sotto il presidente dello showbiz?
Per Dario Fabbri, collaboratore di Limes, Hillary Clinton ha di fatto in mano la nomination democratica mentre Donald Trump è senza dubbio il favorito sul fronte repubblicano anche se colpi di scena e svolte non sono almeno in linea di principio da escludere.
Ecco a voi l'identikit dell'elettore di Donald Trump, a confronto con altri due sottogruppi repubblicani, quello dei conservatori sociali, che sostengono Ted Cruz, e quello dei sostenitori di candidati dell'establishment, come Marco Rubio.
Due vittorie nette, attese, ma non tali da chiudere le primarie. Donald Trump e Hillary Clinton hanno gettato le basi per la conquista delle nomination nel Super Tuesday, il primo grande appuntamento delle primarie statunitensi.
Archiviati i primi risultati di febbraio, che hanno già dato indicazioni importanti per l'assegnazione delle nomination in vista delle elezioni presidenziali statunitensi dell'8 novembre, oggi le primarie repubblicane e democratiche vivranno un momento fondamentale: è il cosiddetto Super Tuesday
Il Washington Post ha descritto Trump come il Frankestein dei repubblicani, il risultato «mostruoso» (etimologicamente 'fuori dalla norma') di una politica trita e bigotta. E se Hillary, pur dall'altra parte, è esattamente l'incarnazione di quella «politica» con tutte le sue ambiguità, il confronto che (da previsioni) si prospetta è il perfetto segno dei tempi.
Si accende la polemica sulle parole di Papa Francesco che definisce il candidato repubblicano, Donald Trump, non cristiano per aver pensato di alzare un muro tra Stati Uniti e Messico. Durissima la risposta di Trump
La governatrice del South Carolina, Nikki Haley, ha espresso il proprio «endorsement» in favore del senatore della Florida, Marco Rubio.
Si avvicinano i caucus in Nevada, previsti il 23 febbraio. Ecco chi sono i candidati favoriti.
Hillary Clinton ha un problema: il voto femminile delle più giovani. Proprio l'ex first lady, che ha fatto della lotta in difesa delle donne l'asse portante della sua carriera politica, si trova in difficoltà con questa frangia elettorale.
L'ex presidente americano George W. Bush è sceso in campo per sostenere la corsa alla Casa Bianca di suo fratello Jeb, candidato del partito repubblicano finora in difficoltà. La South Carolina potrebbe essere l'ultima occasione per rientrare davvero in gara.
I sei candidati repubblicani alla Casa Bianca si sono affrontati in un dibattito senza esclusione di colpi su temi quale politica estera e Corte suprema, in molti momenti caotico e confuso.
Le vittorie di Donald Trump e di Bernie Sanders erano in certa misura previste dai sondaggi. Ma i risultati hanno regalato anche qualche sorpresa. Ecco come interpretare il voto del New Hampshire, e cosa aspettarsi dalle prossime tappe.
Le voci fatte circolare qualche settimana fa dal New York Times, che citava persone molto vicine all'ex sindaco di New York, Michael Bloomberg, sembrano ora avere una conferma.
Lo scenario è molto diverso, come lo sono i risultati dei sondaggi e le aspettative, in confronto alla settimana scorsa
Dopo l'Iowa, il New Hampshire; dopo gli evangelici, gli indipendenti. Il passaggio dai caucus del primo febbraio alle primarie di domani è stato denso di polemiche, scontri, accuse, che hanno coinvolto anche il più compassato campo democratico
Alla vigilia delle primarie del New Hampshire, il cammino di Hillary Clinton verso l'obiettivo di essere la prima donna capace di diventare presidente degli Stati Uniti ha incontrato un ostacolo inaspettato: la difficoltà di convincere proprio le donne, giovani e anziane, a votare per lei.
Erano dati dai sondaggi vincenti - seppur di poco -. Ma i due superfavoriti nella corsa alla Casa Bianca, Hillary Clinton e Donald Trump, ieri in Iowa si sono aggiudicati un risultato inferiore alle aspettative. Ecco come interpretare la non vittoria della Clinton e la sconfitta di Trump
I caucus dell'Iowa presentano notoriamente un'importanza elettorale notevole. Ma la storia insegna che vincere all'inizio non è affatto necessario per condurre una buona partita
La campagna di Hillary Clinton ha dichiarato vittoria nei caucus democratici dello stato dell'Iowa contro Bernie Sanders, ma i risultati definitivi non sono ancora stati annunciati, mentre un pugno di preferenze divide i due candidati alla nomination democratica per la Casa Bianca.
Fino ad oggi - giorno in cui la sfida entra nel vivo - il dibattito elettorale americano è stato dominato da Donald Trump. Che, proprio come Reagan, è ben consapevole di quanto conti lo show business. E che, proprio come Reagan, sa bene che corde toccare per conquistare l'elettorato
Bernie Sanders ha raccolto 20 milioni di dollari a gennaio per la sua campagna elettorale. Clinton, negli ultimi 3 mesi del 2015, ha raccolto 37 milioni.
Oggi 1 febbraio si apre ufficialmente in Iowa la stagione delle primarie e caucus del partito democratico e di quello repubblicano.
Il confronto tra i candidati alle primarie del partito repubblicano di Des Moines si è aperto con due certezze: l'assenza di Donald Trump, e la consapevolezza che quello di ieri sera è stato l'ultimo faccia a faccia prima dell'inizio del caucus
L'ex presidente americano è tornato in campagna elettore per sostenere la moglie Hillary, in vista della prima tornata delle primarie presidenziali in programma lunedì in Iowa.
A sei giorni dai caucus dell'Iowa, che apriranno la corsa per le nomination in vista delle presidenziali statunitensi, Hillary Clinton e Donald Trump restano saldamente in testa alle preferenze degli elettori, secondo l'ultimo sondaggio di Nbc News/SurveyMonkey
Domani, a quattro giorni dal voto in Iowa, che aprirà la stagione di primarie e caucus da cui usciranno i candidati alla presidenza statunitense, è in programma il settimo dibattito repubblicano, a Des Moines. Ma Trump non ci sarà
Esperienza contro idealismo: Hillary Clinton e Bernie Sanders si sono affrontati davanti ai democratici dell'Iowa nell'ultima trasmissione televisiva a una settimana dall'apertura dei caucus per le primarie presidenziali
Con il voto degli elettori dell'Iowa, lunedì prossimo (primo febbraio) inizierà la lunga stagione di primarie e caucus, da cui emergerà il candidato del partito repubblicano e quello del partito democratico alle elezioni presidenziali dell'8 novembre
Nell'editoriale, il National Review spiega che Trump «non merita il sostegno dei conservatori nei caucus e nelle primarie. Trump è un opportunista politico che farebbe a pezzi l'ideologia conservatrice del Grand Old Party in favore di un populismo fluttuante».
Mancano meno di due settimane dall'inizio delle primarie americane: è ora di fare chiarezza su ciò che accadrà nell'attesissimo appuntamento elettorale
Per il Washington Post, a sette settimane dai caucus dell'Iowa, Trump è ancora il candidato in testa ai sondaggi ma il senatore Marco Rubio resta la migliore, e forse unica, speranza per l'establishment
A due mesi dai caucus dell'Iowa, che apriranno la corsa verso la scelta dei due candidati alla Casa Bianca, Donald Trump e Hillary Clinton non mostrano segni di cedimento
La sua decisione è dettata dai deludenti risultati ottenuti ieri ai caucus dell'Iowa, primo scrutinio valido per le primarie repubblicane, dove si è classificata sesta con appena il 5% delle preferenze e 6.073 voti
Pesa la sconfitta di ieri ai caucus, sesta con solo il 5%
Solo tre centesimi di punto percentuale tra Romney e Santorum. Comunque vada sarà la primaria con lo scarto più basso di sempre, almeno secondo i conti del professor Larry Sabato, che insegna scienze politiche alla University of Virginia ed è ascoltato osservatore delle elezioni
Nella serata tutta dedicata ai caucus repubblicani ci sono stati in Iowa anche quelli democratici. In realtà non si votava: Barack Obama non ha rivali, si trattava solo di una formalità che serve più che altro da test dell'organizzazione sul territorio in vista delle presidenziali di novembre