Brexit, e adesso che succede?
Il Premier Boris Johnson promette di realizzare il divorzio dall'UE entro il 31 gennaio 2020. Lunedì rimpasto governativo a Downing Street, poi voto in Parlamento, ma la strada è ancora lunga
Il Premier Boris Johnson promette di realizzare il divorzio dall'UE entro il 31 gennaio 2020. Lunedì rimpasto governativo a Downing Street, poi voto in Parlamento, ma la strada è ancora lunga
I conservatori del premier Boris Johnson in netto vantaggio con 364 seggi contro i 202 del Labour. Corbyn: «Non sarò leader Labour nelle prossime elezioni». Trump: «fantastica VITTORIA»
Gli ultimi sondaggi segnalano una contrazione delle intenzioni di voto per i conservatori e una ripresa del partito Laburista, ma tutto fa prevedere una vittoria dei Tories del premier uscente
Nel ultimo dibattito sulla Bbc prima delle elezioni scintille tra il Premier uscente e il leader Labour sulla Brexit e confronto su razzismo, sicurezza, Irlanda e sistema sanitario
L'attore fa campagna a favore del voto «tattico» mirato a impedire la formazione di una maggioranza conservatrice che porti in tutta fretta il Regno Unito fuori dall'UE
Ieri sera è arrivato un sondaggio YouGov a confermare l'avanzata dei Tories. Accredita al partito del Premier la maggioranza dei seggi, con 359 dei 650 (contro i 317 del 2017)
Conservatori in testa con il 47% o il 41%. Laboristi fermi al 28%. Intanto Jeremy Corbyn ha dichiarato l'intenzione di rimanere neutrale in caso di un nuovo referendum sulla Brexit
Il sondaggio-lampo realizzato da YouGov al termine del confronto tra i leader del partito conservatore e laburista ha indicato un 51% a favore di Johnson contro il 49% per Corbyn
Il Premier: «Non si possono lanciare anatemi su tutti coloro che provengono da un determinato Paese». Intanto Corbyn promette internet gratis entro il 2030
Per il Premier britannico, la vittoria dei Tory alle elezioni darà un «futuro prospero» al Paese. Polemiche per blocco rapporto su donatori russi dei Tories
Il manifesto del Premier, che vuole conquistare voti al centro, insisterà su una Brexit il prima possibile attraverso l'approvazione del «meraviglioso» accordo
Secondo un ultimo sondaggio YouGov, pubblicato il 26 aprile, a Londra il Labour è in vantaggio del 22% sui conservatori, un distacco che implicherebbe il migliore risultato nella capitale da 40 anni
- Sono giornate a dir poco dure per Theresa May, e quella di oggi lo sarà in modo particolare. Perché la premier britannica affronterà un difficile negoziato con gli unionisti nordirlandesi del Dup alla ricerca di una difficile maggioranza
Il Labour che doveva essere cancellato vince e riduce a silenzio i teorici della terza via. Il voto della working class testimonia la volontà sempre più ampia di superare l'egemonia dell'economia finanziaria
Il risultato delle elezioni inglesi porta con sé 5 conseguenze sul piano politico, in un periodo particolarmente delicato perché è quello che condurrà il Regno Unito fuori dall'Ue
Il nuovo governo che si appresta a formare la premier britannica Theresa May con gli unionisti nordirlandesi del Dup, dopo aver perso la maggioranza parlamentare alle elezioni, guiderà il Paese fuori dall'Unione europea
Esultano Jeremy Corbyn e i laburisti dopo la consistente affermazione alle elezioni britanniche, in seguito alla quale hanno strappato ai tories di Theresa May una trentina di seggi in più rispetto alla precedente legislatura
Il leader laburista Jeremy Corbyn si è rivolto ai propri sostenitori dopo la forte affermazione ottenuta dal suo partito alle elezioni politiche britanniche, e ha chiesto le dimissioni di Theresa May
Dopo la debacle elettorale, la premier Theresa May ha chiarito di non voler lasciare Downing Street e di essere pronta a garantire stabilità al Paese in vista dei negoziati sulla Brexit
Il cronista del Tg La7 Frediano Finucci a Londra per commentare le elezioni, con proverbiale calma inglese non si è scomposto nonostante due uomini si stessero azzuffando alle sue spalle, a favore di camera. «Ti si menano dietro e non hai fatto nemmeno un passetto», il primo commento del direttore, che ha aggiunto: «Abbiamo avuto anche noi la nostra scena alla Mr. Bean»
Pessime notizie per la premier Theresa May, che aveva indetto le elezioni proprio per ottenere un mandato forte per portare avanti i negoziati sulla Brexit con l'Ue. E che invece si ritrova oggi a non avere più la maggioranza
L'esito delle prime elezioni (anticipate) post-Brexit, seppur non definitivo, appare piuttosto chiaro: gli exit poll danno in vantaggio i conservatori, sì, ma Theresa May non avrebbe la maggioranza assoluta
Con un calcolo pragmatico la leader dei conservatori ha puntato a trasformare il dominio Tory nei sondaggi in una maggioranza altrettanto solida in Parlamento, dove il partito aveva un vantaggio di soli 17 seggi su 650. Ci riuscirà?
Alla vigilia delle elezioni politiche in Gran Bretagna, e alla luce degli ultimi drammatici avvenimenti, nei sondaggi l'esito delle elezioni appare molto incerto, ma i bookmaker puntano su Theresa May
Un attacco è avvenuto a sul London Bridge dove un pulmino ha investito diversi passanti. Quindi, i tre attentatori hanno aggredito altri civili sono con un coltello a Borough Market. Un terzo attacco a Vauxhall
Otto minuti di terrore e Londra ripiomba nell'incubo attentati. Prima un furgoncino bianco - presumibilmente preso in affitto - lanciato sulla folla a London Bridge
A 8 giorni dalle elezioni politiche nel Regno Unito, secondo gli ultimi sondaggi, il leader laburista Jeremy Corbyn risale la china, mettendo in seria difficoltà la premier Theresa May
Un ultimo sondaggio sulle elezioni britanniche del prossimo 8 giugno pubblicato oggi dal Times suggerisce che i conservatori della premier Theresa May potrebbero non raggiungere la maggioranza assoluta
Un via libera della Camera dei Comuni senza indugi verso nuove elezioni. I deputati britannici hanno dato l'ok alle elezioni anticipate il prossimo 8 giugno con 522 voti a favore e 13 contrari
Per convalidare la convocazione dello scrutinio, la Primo ministro deve ottenere l'avallo dei due terzi del Parlamento. L'opposizione laburista ha in teoria il potere di bloccare l'iniziativa, ma il suo leader Jeremy Corbyn ha immediatamente «accolto favorevolmente» l'annuncio.
Ultimi in ordine di tempo ma non di importanza sono il sindaco di Londra, Sadiq Khan, e la leader dei laburisti scozzesi, Kezia Dugdale: il loro messaggio è sostanzialmente il medesimo, ovvero l'impossibilità per Corbyn di vincere le prossime politiche, quale che sia il sostegno della base del partito.
Dopo la schiacciante vittoria alle primarie per la guida del partito laburista britannico, Jeremy Corbyn ha varato il suo nuovo governo ombra scegliendo per il posto chiave di cancelliere dello Scacchiere ombra, responsabile delle finanze, un suo vecchio amico, John McDonnell, una figura di estrema sinistra che ha già sollevato i mugugni di una parte del partito.
Il neo-eletto leader del partito Labour, in un intervento pubblicato oggi in Italia da la Repubblica, sostiene che la sua elezione «più di ogni altra cosa, ha dimostrato che milioni di persone vogliono un'alternativa reale, e non che le cose proseguano come al solito, sia dentro sia fuori dal Partito laburista».
Largamente favorito alla vigilia, è stato eletto alle primarie di oggi con il 59,5% delle preferenze dei 422.664 elettori, superando i suoi tre rivali Andy Burnham, Yvette Cooper e Liz Kendall.
Secondo un sondaggio agli inglesi piace abbastanza ma non è abbastanza forte per ridare forza e potere ai Labour. Nonostante questo, il 63enne deputato della sinistra britannica è dato per favorito alle primarie del partito
La prospettiva di un trionfo di Jeremy Corbyn alle primarie del Labour ha dato nuova speranza all'elettorato più progressista del partito ma ha gettato nel panico una dirigenza non ancora uscita dal cono d'ombra del blairismo
Il Partito laburista si trova in pericolo mortale come non era mai accaduto negli oltre cento anni della sua esistenza. A dirlo è l'ex premier laburista Tony Blair che lo ha guidato per tredici anni e ne fa parte da oltre quaranta
Secondo ultimo sondaggio, l'esponente della sinistra Jeremy Corbyn avrebbe il 42% dei consensi, avviandosi verso la leadership dei Labour
Da mesi si evoca lo spettro del «Grexit». Ma a turbare le notti europee, dal post-voto britannico, si aggira anche lo spettro del «Brexit». Due «crisi» che hanno origini e sviluppi differenti, ma anche molte dinamiche in comune. In primis, la diffusa disaffezione verso ciò che l'Europa è diventata. O, piuttosto, che non è mai diventata.
Il deludente risultato elettorale - almeno in termini di seggi - ha aperto una crisi in seno all'Ukip, il partito degli euroscettici passato dal 27,5% delle scorse europee al 12,6% delle politiche britanniche, con un singolo rappresentante a Westminster.
Il premier britannico David Cameron potrebbe essere tentato di anticipare al 2016 il referendum promesso per il 2017 sulla permanenza della Gran Bretagna nell'Unione Europea, con l'obiettivo di abbreviare la sua battaglia su due fronti, quello di Bruxelles e quello degli euroscettici in patria.
A differenza dell'ex leader laburista Ed Miliband, partito per Ibiza dopo le dimissioni per consolarsi della batosta elettorale di giovedì, la lontananza di Nigel Farage dalla guida dell'Ukip, il partito eurofobo e anti-immigrati britannico, è durata lo spazio di un weekend.
Quattro giorni dopo la inaspettata vittoria alle legislative, il Primo ministro David Cameron ha completato in mattinata la lista dei principali ministri della sua nuova squadra di governo che appare caratterizzata da una sostanziale continuità, oltre che da una maggiore rappresentanza di donne e di euroscettici.
Le chiamano le "darling di Dave", le preferite del leader Tory David Cameron e oggi secondo le indiscrezioni di stampa dovrebbero entrare in gran forza nel nuovo governo britannico, che per la prima volta nella storia sarà composto per un terzo di donne.
Dovevano essere le elezioni più incerte della storia britannica; invece, il primo ministro uscente David Cameron ha sfondato la maggioranza assoluta. Una conferma basata sì sui dati economici, ma anche su un programma preciso: un referendum per decidere la permanenza nell'Ue, e una strategia molto prudente sull'immigrazione.
Il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, si è congratulato con David Cameron, il primo ministro del Regno Unito che ha ottenuto un'ampia vittoria alle elezioni politiche, che gli garantirà altri cinque anni da primo ministro, consentendogli, questa volta, di governare da solo.
Al termine dello spoglio il premier britannico uscente David Cameron si ritrova con una maggioranza assoluta insperata alla vigilia, in cui tutti i sondaggi indicavano un testa a testa con i laburisti, seppur difficile da tradurre in seggi dato il meccanismo elettorale maggioritario che privilegia la disitribuzione del voto più che le pecentuali assolute.
Dopo aver incontrato la regina, Cameron ha ringraziato il suo ex vice e neo rivale Nick Clegg e l'avversario laburista Ed Miliband, e ha promesso che verrà realizzata la «devolution» promessa per Scozia, Galles e Irlanda del Nord. Intanto, l'Ue frena sulle proposte di Cameron sulla riforma del trattato.
David Cameron ha sfidato i pronostici e chi lo accusa di indolenza, con una vittoria spettacolare alle legislative britanniche, anche se gli esperti prevedono tempi duri per lui, che resta con la bomba a orologeria della «Brexit», da lui stesso innescata.
Mhairi Black, ventenne candidata dello Scottish National Party (Snp), è stata eletta alla Camera dei Comuni sconfiggendo nel suo collegio uno degli esponenti più importanti del Labour scozzese, Douglas Alexander. Studentessa di scienze politiche, ha lavorato per un periodo per la ong Oxfam.