Il fondatore del Movimento 5 stelle se la prende con l'ex presidente della Repubblica, beccato mentre lasciava il suo scranno in Senato con la tessera inserita: «È l'ora di mandarlo in pensione»
A dirlo è ex coordinatore di Forza Italia e fedelissimo di Silvio Berlusconi, oggi confluito nel gruppo fondato da Denis Verdini: «Ci lasciava giocare fino a quando non toccavamo suoi interessi. L'unico ad aver avuto la forza e il coraggio di un gesto di indipendenza è stato Angelino Alfano».
È quanto è stato deciso nel corso di una riunione a Palazzo Grazioli in seguito alle dimissioni di Sandro Bondi dalla carica di amministratore nazionale.
Il senatore di Forza Italia: «Anche in caso di successo di Berlusconi, resta un gigantesco problema per la nostra identità, soprattutto dopo l'insediamento del nuovo Premier che rappresenta la prima cesura nella sinistra rispetto alla sua tradizione comunista».
Il promotore del gruppo ribelle alla Camera: «Berlusconi e Alfano devono andare avanti, fare le riforme istituzionali, cambiare la legge elettorale e affrontare i nodi della politica economica e contemporaneamente però bisogna dare ad Alfano la possibilità di costruire un grande partito moderato riformista e garantista»
Prima Berlusconi e Alfano devo avviare «un autentico e profondo rinnovamento» del Pdl. Ne è convinto il coordinatore del partito Sandro Bondi. La Russa: «Via le firme ma soglia all'8%». Cattaneo: «Solo così il partito si salva, si devono fare». Landolfi: «Senza veri competitor operazione di facciata»
Berlusconi si lamentò per l'alto numero di stipendiati che aveva ereditato, ma poi non fece nulla per ridurne il numero. Monti per ora ha fatto solo nomine. Ora la parola passa a Bondi, il grande sforbiciature. Passera: nessun ministro può tirarsi indietro
«Non ha mai rafforzato il Pdl, ma così non sarà mai vero un leader». Quagliariello: «Nessuno può pensare di fare da solo». Il Ministro: «Da molti giorni non parlo con la stampa»