Bondi non cambia idea: Dimissioni consegnate a Berlusconi
Galli Della Loggia «lancia» Ferrara o Quagliariello per successione
ROMA - A nulla sembra servito il coro unanime di dirigenti e ministri Pdl che ieri hanno chiesto al ministro Sandro Bondi, coordinatore nazionale del partito di maggioranza relativa, di recedere dall'annuncio di dimissioni dal Governo. «Ho già consegnato la lettera di dimissioni a Berlusconi - ha detto Bondi in una intervista a La Repubblica - deciderà lui quando sostituirmi: ma è solo questione di giorni».
Bondi ha ripetuto senza incrinature le motivazioni di una decisione che non sembra intenzionato a cambiare. E «non voglio - ha sottolineato il ministro-coordinatore- che si creda che lascio il ministero per svolgere un ruolo nel partito. Non è affatto questo che desidero. Resterò nel partito fintanto che Berlusconi lo riterrà necessario. Una sola cosa è certa: continuerò a lavorare vicino al presidente Berlusconi, anche senza alcun incarico».
E sulla successione a Bondi come ministro della Cultura, sul quotidiano il Riformista, il politologo Ernesto Galli Dalla Loggia traccia due possibili identikit di 'ministri in pectore'. Quello di Giuliano Ferrara, nel caso la scelta cada su un 'extra quota' rispetto ai partiti di maggioranza e quello del Vicepresidente vicario dei senatori Pdl Gaetano Quagliariello, qualora invece il Pdl intenda conservare a sè un proprio dicastero. «La lettera di Bondi - afferma Galli Della Loggia- suona dignitosa. Non vorrei infierire. Ma Bondi non è stato all'altezza». E «ora occorre un profilo diverso: Bonaiuti - dice Galli Della Loggia sul nome che viene accreditato come possibile soluzione gradita al Premier- non mi pare la persona più adatta. Occorre un profilo diverso: diciamo un incrocio fra Giovanni Gentile e Walter Veltroni. Se ne è capace, Berlusconi lo trovi».
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