19 aprile 2024
Aggiornato 12:30
Il Ministro dei Beni culturali deciso a dimettersi

Bondi: «Me ne vado non sono stato difeso dagli altri ministri»

In una lettera al Giornale denuncia che il Milleproroghe gli impedisce di mantenere le promesse fatte

ROMA - E' deciso a lasciare «presto» il governo il ministro per i Beni culturali Sandro Bondi perchè, accusa in una lettera al Giornale, non è stato «sostenuto con la necessaria consapevolezza dalla stessa maggioranza di governo e da quei colleghi che avrebbero potuto imprimere insieme a me una svolta nel modo di concepire il rapporto tra Stato e cultura».

BERLUSCONI LO SA - Bondi spiega, nella lettera al Giornale, che la «decisione di dimettermi è innanzitutto una piena e consapevole scelta di vita maturata in secondo luogo dalle difficoltà incontrate». Il ministro accusa la maggioranza di non avergli espresso il sostegno necessario, che mancato «nel momento in cui più mi sono trovato in difficoltà a seguito del crollo di un muro in cemento a Pompei e più colpito dalle iniziative della sinistra fino alla presentazione di una mozione di sfiducia individuale».

IL «MILLEPROROGHE» MI IMPEDISCE DI MANTENERE GLI IMPEGNI - Inoltre, continua Bondi, «le vicende del Milleproroghe hanno ulteriormente evidenziato la mia incapacità di mantenere gli impegni che avevo preso, e nel richiedere un minimo di coerenza nell'ambito dei provvedimenti riguardanti la cultura». «Il presidente Berlusconi - conclude Bondi - sa della mia decisione di lasciare il ministero e affronterà la questione non appena possibile. Sa anche che questa decisione nasce da una scelta di vita personale e sa anche che non sono mai stato in cerca di incarichi nè di mostrine, sia politiche che ministeriali» e che «voglio avere più tempo da dedicare alla mia famiglia», che «voglio svolgere bene l'incarico di senatore e che desidero più di ogni altra cosa continuare a lavorare al suo fianco per cambiare questo Paese».