29 marzo 2024
Aggiornato 08:30
Il futuro del PDL

Bondi contro Formigoni: «In tanti non vogliamo che Berlusconi lasci»

Il coordinatore del Pdl: «Il Governo a Alfano con lui, avanti così»

ROMA - «Una decisione come quella che sembra ipotizzare Roberto Formigoni, per cui l'uscita di scena del Presidente Berlusconi coinciderebbe con l'apertura al partito di Casini, mi vedrebbe in totale e aperto dissenso, e come me, ne sono sicuro, tanti militanti che non intendono dimenticare il significato morale della storia di questi anni». Lo ha sottolineato l'ex ministro Sandro Bondi, coordinatore del Pdl.

«Io credo - ha detto Bondi - che sia nell'interesse dell'Italia consentire al governo di portare a termine entro la fine della legislatura quelle riforme che non sono più rinviabili (manovra per lo sviluppo, riforme istituzionali e riforma della giustizia). Ritengo altresì che l'elezione di un segretario politico del Pdl, nella persona di Angelino Alfano, sia il frutto dell'intelligenza politica del Presidente Berlusconi, che, diversamente da tutte le altre forze politiche rappresentate da esponenti politici che hanno attraversato tutte le ere geologiche, ha reso possibile un vero rinnovamento della politica italiana».

«Sono persuaso e non da oggi - ha concluso Bondi - che un nuovo tentativo di riunire tutti gli elettori moderati che non si riconoscono nella sinistra italiana sia necessario e auspicabile. Questo del resto è stato il primo atto politico del nuovo segretario Alfano, che lo sta perseguendo con determinazione e sensibilità politica. Questi vari tasselli costituiscono una prospettiva generale che può avere successo, a condizione che si abbia rispetto della nostra storia e fiducia nelle nostre possibilità».