25 aprile 2024
Aggiornato 04:00
Sono oltre 4500 i dipendenti del Palazzo del Governo

Nel mirino di Bondi anche Palazzo Chigi

Berlusconi si lamentò per l'alto numero di stipendiati che aveva ereditato, ma poi non fece nulla per ridurne il numero. Monti per ora ha fatto solo nomine. Ora la parola passa a Bondi, il grande sforbiciature. Passera: nessun ministro può tirarsi indietro

ROMA - Fa parte ormai delle leggende metropolitane alimentate dallo stesso Berlusconi l’episodio che portò alla ribalta il numero spropositato dei dipendenti di Palazzo Chigi.
Fu proprio l’ex presidente Consiglio a raccontare che in un incontro faccia a faccia con Margaret Thatcher, la «lady di ferro» ebbe a lamentarsi con lui delle mani bucate del suo successore, Tony Blair, che aveva fatto aumentato da 70 a 200 il numero dei collaboratori di Downing street: «Che devo dire io, allora- replicò il Cavaliere- che mi sono trovato a Palazzo Chigi 4.500 persone?».

BERLUSCONI: MI HANNO LASCIATO UN ESERCITO DI STIPENDIATI - Che Berlusconi abbia manifestato uno sconforto per l’alto numero di stipendiati da Palazzo Chigi, al di là della battuta, è sicuramente vero. Lo stesso stupore lo aveva infatti manifestato pubblicamente la prima volta che aveva messo piede nella sede del Governo.
Ma è altrettanto vero che il Cavaliere quando avrebbe potuto non andò mai al di là di quelle parole in cui concentrò una ironica incredulità rispetto alla folla di dipendenti ammassata nelle stanze di Palazzo Chigi.

MA IL CAVALIERE POI AUMENTO’ IL NUMERO DEI DIPENDENTI - Al contrario, nel novembre del 2011 un articolo del giornalista del Corriere, Sergio Rizzo, rivelò che una disposizione dell’allora ministro Brunetta aveva escluso la Presidenza del Consiglio dal divieto di assumere e dall’obbligo di tagliare i dirigenti: esenzione della quale la Presidenza si era fatta immediatamente scudo per assumere altre 33 persone in pianta stabile, di cui 13 dirigenti.

CON MONTI FINORA SOLO ALTRE NOMINE - Stabilite le discrepanze fra il dire e il fare di Berlusconi sarebbe interessante ora sapere come si è comportato sul tema dei dipendenti e delle promozioni a Palazzo Chigi il professor Monti, dal momento del suo insediamento ad oggi. Ma soprattutto sarà interessante sapere se il grande sforbiciature Enrico Bondi userà il suo strumento preferito con eguale energia quando si tratterà di disboscare quanto di improduttivo c’è fra quei 4500 dipendenti della magione che fu dei principi Chigi, il cui numero eccessivo fece sobbalzate anche un tipo non certo estraneo alle esagerazioni come Berlusconi.

PASSERA: SENZA I TAGLI A OTTOBRE AUMENTERA’ L’IVA - «Tutti, e i ministeri per primi, devono fare la loro parte per evitare che scatti l'aumento dell'Iva a ottobre, che avrebbe inevitabilmente effetti recessivi». A dirlo, in un'intervista al Fatto Quotidiano, è il ministro dello Sviluppo economico e delle Infrastrutture, Corrado Passera.

NESSUN MINISTRO PUÒ TIRARSI INDIETRO - Al ministero dello Sviluppo, spiega Passera, «siamo passati da oltre 500 persone a 350» e «abbiamo disdetto quasi metà degli affitti con risparmi in tre anni di almeno 20 milioni, altri verranno dall'applicazione delle convenzioni Consip a tutti i nostri acquisti»
e «abbiamo dimezzato le auto di servizio, anche se si trattava di poche decine». «E' in corso la revisione delle nostre strutture sul territorio - ha proseguito Passera - Stiamo anche lavorando tra Guardia Costiera e Marina Militare per evitare raddoppi di investimenti nelle reti radar che possono costare centinaia di milioni».

PIZZETTI: E SE LE DELAZIONI FOSSERO ERRATE? - «L'iniziativa è comprensibile visto la necessità di fare presto» «ma non posso nascondere che l'invito fatto ai cittadini solleva diverse perplessità». Il garante per la Privacy Francesco Pizzetti, in una intervista a 'Repubblica', mette in guardia dal rischio di possibili «delazioni» sulle informazioni che i cittadini daranno, su invito del governo, per 'tagliare' gli sprechi nella pubblica amministrazione.

BISOGNA SANZIONARE CHI ACCUSA INGIUSTAMENTE - Il modulo a cui si accede dal sito del governo, infatti, chiede i dati del cittadino «ma non dice - spiega Pizzetti - cosa succede al cittadino che dà informazioni scorrette e nemmeno chiarisce che tipo di informazioni il privato possa fornire in quella occasione. Siamo di fronte a denunce generiche o possono essere fatti i nomi e cognomi dei funzionari responsabili delle spese eccessive?». «Che conseguenze avranno - conclude Pizzetti - le denunce dei cittadini su queste persone? E se volutamente sono state fornite informazioni errate cosa succede? Queste informazioni non vengono date e come costituzionalista non posso che essere perplesso».