26 aprile 2024
Aggiornato 22:00
Verso la fase 3

Bce, Draghi prende tempo e lascia i tassi invariati. Ma servirà prolungare il QE?

La BCE resta alla finestra mentre Mario Draghi sta preparando il prolungamento del quantitative easing che scadrà a marzo 2017. Nel fratttempo Francoforte ritocca al ribasso le previsioni della crescita e il costo del denaro resta ai minimi storici

MILANO – La BCE prende tempo. La decisione sul prolungamento del quantitative easing è stata rimandata e Mario Draghi si è limitato a confermare i tassi di rifinanziamento in vigore. Dopo aver iniettato nel sistema economico europeo mille miliardi di euro di liquidità senza sortire l'effetto sperato, Francoforte preferisce temporeggiare.

La BCE prende tempo
La BCE è davanti a un bivio. E ha deciso di prendere tempo. Il cannone di Mario Draghi, il super QE che ha già iniettato mille miliardi di euro nel sistema economico europeo senza sortire l'effetto sperato, scadrà a marzo. Francoforte deve decidere se prolungarlo oppure no. Da un lato c'è la paura per gli effetti collaterali negativi che potrebbero amplificarsi a seguito di un ulteriore stimolo monetario. Dall'altro c'è la necessità di combattere la deflazione (l'inflazione in Europa è ancora troppo vicina allo zero) e sostenere una crescita fragile e modesta.

Francoforte ritocca al ribasso le previsioni della crescita
Nell'ultima riunione del Consiglio Direttivo che si è svolta nelle scorse ore, infatti, la Bce ha rivisto al ribasso le previsioni della crescita economica dell'area euro e ritoccato marginalmente quelle dell'inflazione. Ora i tecnici dell'istituzione di Francoforte stimano una espansione del Pil aggregato dell'area dell'1,6 per cento per il 2017 e 2018: in entrambi i casi si tratta di un decimale di punto in meno rispetto alle stime diffuse tre mesi fa. La previsione sul 2016 è stata invece alzata di un decimale, all'1,7 per cento.

Draghi sta preparando il prolungamento del QE
Ma occorre sottolineare che il presidente Mario Draghi ha ripetutamente avvertito che queste stime si basano sul presupposto che i massicci stimoli monetari messi in atto dalla Bce proseguano. Per questo è lecito supporre che il presidente dell'istituto di Francoforte stia preparando il terreno ad una nuova proroga del super QE, definito così perché lo scorso marzo era già stato potenziato a 80 miliardi di euro al mese. Tuttavia, si tratta di una scelta che richiede una certa preparazione tecnica perciò è probabile che l'annuncio ufficiale non giunga prima del Consiglio di dicembre

Il costo del denaro resta ai minimi storici
Nel frattempo, la Bce si è limitata a confermare i livelli del costo del danaro, che sono tutti ai minimi storici. Il principale tasso di rifinanziamento resta quindi a zero, il tasso sulle operazioni marginali allo 0,25 per cento e il tasso sui depositi resta al meno 0,40 per cento. Ma il Consiglio ha anche conferito un mandato ai comitati competenti «per valutare le opzioni che assicurino una morbida attuazione del nostro piano di acquisti». Il mandato ai tecnici serve a rielaborare il Qe in modo da non trovarsi senza obbligazioni da acquistare. Ma se ci riusciranno o meno è tutto da verificare.