Renzi vola a Bruxelles e apre la sfida sulla legge di Bilancio
Matteo Renzi è volato a Bruxelles per il Consiglio europeo. Bruxelles deve accendere il semaforo verde sulla manovra finanziaria italiana, ma i conti della Legge di Bilancio non tornano come previsto
BRUXELLES – Matteo Renzi è volato a Bruxelles per il Consiglio europeo ed è probabile che nelle prossime abbia un faccia a faccia con il presidente della Commissione, Jean Claude Juncker. Bruxelles deve concedere il via libera al governo italiano sulla legge di Bilancio, ma stavolta la matassa è molto difficile da sbrogliare.
E' imminente il faccia a faccia Renzi-Juncker
Il premier italiano, durante un incontro con la stampa presso l'ambasciata d'Italia negli Usa, ha detto che la legge di Bilancio «rispetta totalmente le regole Ue» e che il governo risponderà a eventuali rilievi della Commissione Juncker. Roma è «pronta ad ascoltare» nel caso arrivino segnalazioni da Bruxelles. Ma questo è un deja-vu. «Tutte le volte la discussione a ottobre è la stessa, puntuale come le foglie che cadono dagli alberi, puntuale come le occupazioni studentesche. La discussione su che farà l'Europa della legge di stabilità è sempre la stessa», ha sottolineato il presidente del Consiglio.
I conti della manovra finanziaria non tornano
«Ce ne sono tante di notizie interessanti sulla legge di stabilità», ha aggiunto l'ex sindaco di Firenze precisando che quella legge «pensa ai cittadini, due miliardi di euro in più sulla sanità, la possibilità di un fisco che non cerca di fregarti i soldi con gli interessi e le sanzioni ma che cerca di essere consulente e partner delle imprese e delle persone». Ma la matassa stavolta è difficile da sbrogliare perché i conti non tornano. In base agli accordi di appena sei mesi fa, infatti, l'Italia dovrebbe ridurre il disavanzo strutturale di almeno 1,6 miliardi di euro (lo 0,1% del Pil). Un obiettivo «ambizioso» per usare il termine con cui Bankitalia ha definito le cifre contenute nella nota di aggiornamento del Def.
Perché Bruxelles sceglierà la carota e non il bastone
Il punto è che sia il presidente Juncker, sia il commissario agli Affari economici, Pierre Moscovici, sono convinti della necessità di aiutare il premier italiano in un momento tanto delicato per la vita del Belpaese e, soprattutto, dell'Unione Europea. La data del referendum costituzionale è fin troppo vicina e qualora il voto non fosse favorevole all'Esecutivo si tratterebbe di un altro scossone per l'Europa, dopo la brexit. Qualora Bruxelles bocciasse la manovra finanziaria otterrebbe infatti due effetti collaterali decisamente pericolosi: da un lato danneggerebbe Matteo Renzi in vista di un importante appuntamento elettorale, dall'altro potrebbe spingere l'Italia verso posizioni sempre più critiche nei confronti dell'UE. Perciò è molto probabile che, dopo qualche buffetto, Bruxelles accenderà il semaforo verde sulla manovra finanziaria. Ma per ora dobbiamo attendere il faccia a faccia tra Renzi e Juncker.
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