7 ottobre 2024
Aggiornato 06:00
Centrosinistra

Quel paragone di Mario Monti che ha fatto «arrabbiare» Matteo Renzi

L’ex premier rivendica i risultati del suo governo con una lettera al Corriere della Sera: «Il Pil è tornato positivo (+1.8%), gli indici di fiducia sono saliti ai massimi, le tasse sono state abbassate»

L'ex Premier Matteo Renzi
L'ex Premier Matteo Renzi Foto: ANSA

ROMA - «Con Monti l'Italia ha vissuto una profonda recessione: la crescita era negativa (-2,4%), gli indici di fiducia ai minimi, i posti di lavoro erano 22 milioni, le tasse erano aumentate a cominciare dall'Imu e interi settori distrutti da un furore anti-impresa inspiegabile. Con noi l'Italia è tornata a crescere». Lo ha sostenuto l'ex premier Matteo Renzi, in una lettera pubblicata sul Corriere della Sera.

La replica a Mario Monti

Renzi - replicando all'intervento di Mario Monti che, sullo stesso giornale, aveva fatto un parallelismo tra l'attuale governo Conte e il suo esecutivo - ha ricordato alcuni dati: «Il Pil è divenuto positivo (+1,8%), sono andati ai massimi gli indici di fiducia, i posti di lavoro hanno superato le 23 milioni di unità, le tasse sono state abbassate a cominciare da Imu e Irap e la strategia di superammortamenti e iperammortamenti ha restituito fiducia a chi voleva investire». Per Renzi «simbolo di questa profonda diversità è il rapporto debito/Pil, salito di 15 punti percentuali con Monti, stabile con noi».

Il paragone con il Governo Salvini-Di Maio è sbagliato

Riferendosi poi direttamente al governo Conte-Salvini-Di Maio Renzi si è chiesto: «Ma davvero qualcuno in buona fede può paragonarlo al nostro esecutivo?». Per l'ex premier «paragonare la nostra esperienza a quella di Salvini e Di Maio è sbagliato. Farlo dopo che uno ha votato a favore in Parlamento per il governo di Salvini e Di Maio è quasi ridicolo». Per l'ex segretario Pd insomma «questo governo è il governo Conte. Non è il governo Renzi. A Bruxelles se ne sono accorti. Gli imprenditori pure. Prima o poi se ne accorgerà anche Monti. Noi non abbiamo fretta, l'Italia forse sì».