29 aprile 2024
Aggiornato 06:00
Draghi alle strette sul QE

Bce, Draghi alle prese con inflazione tapering e rischi politici

L'Unione europea sta attraversando una fase molto delicata della sua esistenza e all'orizzonte ci sono le elezioni presidenziali francesi con il rischio Le Pen. Ma questa non è l'unica preoccupazione di Mario Draghi

Il governatore della Bce, Mario Draghi.
Il governatore della Bce, Mario Draghi. Foto: ANSA

ROMA - Risalita dell'inflazione e rischi politici sul tavolo della Bce, che da stasera vede tornare a riunirsi il Consiglio direttivo. I banchieri centrali si ritrovano alla cena informale che precede la riunione vera e propria. Domani alle 13 e 45, al termine del direttorio, verranno annunciate le decisioni operative di politica monetaria, su cui non sono attese novità. Alle 14 e 30 il presidente Mario Draghi terrà la consueta conferenza stampa esplicativa.

Elezioni all'orizzonte in una fase delicata per l'Ue
La fase è delicata per lo stesso futuro dell'Unione europea e dell'euro. A incombere sono soprattutto le elezioni presidenziali francesi che iniziano il mese prossimo, in cui una delle canditate di punta, Marine Le Pen del Front National, è dichiaramente contro la valuta unica e l'Ue. Le elezioni ovviamente esulano del tutto dalle responsabilità dei banchieri centrali, ma spesso Draghi è stato chiamato a rispondere sulle ipotesi di disgregazione dell'euro. E di recente ha riaffermato con energia che la scelta di aderire alla valuta è «irrevocabile».

L'inflazione è vicina al 2%
Più nell'ambito delle responsabilità dell'istituzione è il tema dell'inflazione, che in media nell'area euro è salita al 2 per cento a febbraio. Mostra sempre più una dinamica di normalizzazione, dopo anni di debolezze e laddove solo pochi mesi fa ancora fluttuava pericolosamente vicina a zero e a livelli vicini al rischio opposto, di deflazione. Sviluppi che quindi dovrebbero risultare incoraggianti agli occhi della Bce, a cui i trattati europei affidano il compito di garantire la «stabilità dei prezzi». In termini pratici significa una inflazione vicina ma inferiore al 2 per cento, appunto, anche se non su un singolo mese ma sulla media si un anno e mezzo o due anni.

Cosa farà Draghi con il QE?
Se il dato di febbraio non consente quindi di dichiarare l'obiettivo raggiunto, ove la dinamica proseguisse sufficientemente la Bce potrebbe ritenersi soddisfatta. Il problema è che la normalizzazione dell'inflazione è il motivo in base al quale formalmente la Bce ha avviato il suo massiccio programma di stimoli all'economia, basato soprattutto su acquisti di titoli di Stato, che procederà ancora per tutto marzo al ritmo mensile di 80 miliardi. Successivamente, e fino alla fine dell'anno, tornerà alla mole iniziale di 60 miliardi di euro al mese.

La ripresa è ancora lontana
Il punto è se con una inflazione stabilmente vicina al 2 per cento la Bce possa proseguire in una manovra così imponente, e così efficace anche nel contenere i rialzi dei tassi di interesse e dei conseguenti costi di servizio del debito pubblico di Paesi come l'Italia. In realtà l'impennata del caro vita non deriva da una sana ripresa economica e dell'occupazione. Bensì è prevalentemente riflesso dei rialzi dei prezzi del petrolio innescati dalla manovra restrittiva concordata dai Paesi produttori di greggio, sulla cui disciplina ultimamente sono stati espressi crescenti scetticismi da diversi osservatori.

Per Pimco il tapering è imminente
Peraltro nelle ultime settimane i corsi dell'oro nero si sono sostanzialmente stabilizzati tra 50 e 60 dollari. Il fattore scatenate del balzo inflattivo si è quindi arrestato. D'altra parte la crescita dell'area euro, seppur non esuberante, comunque prosegue. E anche il mercato del lavoro continua a mostrare miglioramenti, con 56 mila disoccupati in meno a gennaio nell'eurozona. Quindi la questione sul se il rialzo inflazionistico sia genuino o meno potrebbe anche essere aperta al dibattito. Sul versante dei consumi, comunque, per ora non si vedono sponde visto che Eurostat ha riportato un nuovo calo delle vendite al dettaglio dello 0,1 per cento a gennaio.  Da rilevare come Pimco, il maggior fondo mondiale sui titoli di Stato, si attenda che la mole degli acquisti venga ridotta a 40 miliardi di euro al mese nella prima metà del 2018 e a 20 miliardi nella seconda. Semplicemente le attuali regole con i limiti al possesso di titoli rispetto al totale emesso non sarebbero compatibili con i ritmi del Qe. «Pensiamo che la decisione sul tapering verrà annunciata a settembre», ha affermato il responsabile della gestione del portafoglio titoli del fondo, Andrew Bosworth.