Referendum, Boccia: «Non sono pentito per aver appoggiato il sì»
Il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, non è pentito per aver schierato l'associazione degli imprenditori dalla parte delle riforme e nella lunga notte seguita al voto referendario ha telefonato al premier dimissionario Matteo Renzi
ROMA - Il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, non è pentito per aver schierato l'associazione degli imprenditori per il sì al referendum costituzionale e ribadisce che anche dopo la vittoria del no le priorità del paese restano crescita e competitività.
Boccia: Non sono pentito dell'appoggio al sì
«Non sono pentito dell'appoggio al sì, era nell'interesse delle imprese. Confindustria è un corpo intermedio, non un partito». Così ha esordito il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, commentando in un'intervista l'esito del referendum costituzionale. «Non inseguiamo il consenso elettorale né i sondaggi. Rappresentiamo l'impresa e prendiamo posizione rispetto ai suoi interessi e alla necessità che nel Paese continui la stagione di riforme», ha aggiunto sottolineando che per il paese restano prioritarie le riforme per la coadiuvare la crescita e migliorare la competitività.
La telefonata a Matteo Renzi
Boccia rivela di aver chiamato il premier dimissionario Matteo Renzi: «Sì, l'ho chiamato. Non lo avevo mai fatto in questi mesi, proprio perché volevo sottolineare l'autonomia delle scelte di Confindustria dalla politica. Ma dopo aver sentito in tv il suo discorso nella notte mi è sembrato giusto chiamarlo». Secondo il numero uno di Confindustria la lettura del voto conferma che la crisi economica resta il vero nemico del paese. Sull'ipotesi di elezioni anticipate, Boccia aggiunge: «Per noi è importante un governo stabile che affronti i problemi. Non siamo un partito».
La crescita è l'unico modo per vincere la povertà
«Confindustria è interessata ai programmi dei partiti sull'economia, alle riforme e al fatto che si facciano presto", ha proseguito. Boccia ha spiegato che il voto degli italiani al referendum costituzionale conferma la necessità di dare una risposta decisa alla crisi economica. Ieri come oggi le questioni economiche - debito, deficit e crescita ancora insufficiente - restano aperte e vanno risolte. La crescita è, infatti, l'unico modo per eliminare disuguaglianze e povertà.
I nodi vanno affrontati con un'adeguata politica economica
«Questi nodi cruciali vanno ora affrontati con una politica economica di medio periodo e di ampio respiro", ha sottolineato il presidente di Confindustria. Le nostre imprese sono impegnate allo spasimo in uno sforzo cruciale per competere sui mercati internazionali. «Per questo chiediamo alle forze politiche di rispondere alle necessità del Paese, alla questione industriale e alla questione europea, raccogliendo la sfida della competitività. Solo così - ha concluso Boccia - potremo avere più occupazione e più salario, in un Paese più moderno e coeso».
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