19 marzo 2024
Aggiornato 09:00
bugie e verità sulla sua sostenibilità

La verità sul debito italiano, che non è poi tanto diverso da quello di Germania e Usa

Il debito pubblico italiano si sta avvicinando al massimo storico del 2015. La Germania bacchetta l'Italia, ma il debito individuale tedesco non è lontano da quello italiano e c'è perfino, oltreoceano, chi ha un problema più vertiginoso del nostro. Ecco cosa c'è di vero e cosa c'è di falso sul problema dell'indebitamento nazionale

Sale ancora il debito pubblico italiano e la Germania bacchetta l'Italia. Quali bugie e verità sulla sua sostenibilità?
Sale ancora il debito pubblico italiano e la Germania bacchetta l'Italia. Quali bugie e verità sulla sua sostenibilità? Foto: Shutterstock

ROMA – Il presidente della Bundesbank ha bacchettato l'Italia per il pesante fardello del suo debito pubblico, che rischia di compromettere il rispetto del patto di Stabilità ed essere nocivo per l'Eurozona nel suo complesso. Anche secondo Bankitalia l'economia nazionale è esposta al rischio di shock esterni a causa dell'alto livello di indebitamento e sono necessari interventi rigorosi sulle entrate e sulle spese per ridurlo. Ma noi di cosa dobbiamo davvero preoccuparci e perché?

Il debito pubblico italiano è salito ancora
Nel Supplemento di «Finanza pubblica, fabbisogno e debito» al bollettino statistico della Banca d'Italia è stato segnalato il nuovo livello del debito pubblico italiano relativo al mese di febbraio, che è aumentato di 21,5 miliardi rispetto al mese precedente, toccando quota 2.214,8 miliardi di euro. Il debito si ricolloca così in prossimità del massimo storico, raggiunto a novembre dello scorso anno (2.216,3 miliardi di euro). Indubbiamente si tratta di un pesante fardello per il sistema paese, e non sorprende che la Banca d'Italia abbia sottolineato con forza la necessità di ridurre il debito pubblico con interventi rigorosi sulle entrate e sulle spese.

Bugie e verità in rete
Secondo alcuni calcoli, spesso diffusi in rete senza alcun tipo di verifica matematica e al solo scopo di innescare una bomba mediatica, ogni nuovo nato con cittadinanza italiana avrebbe già sulle spalle, fin dalle sue prime ore di vita, un debito di 35mila euro che dovrà restituire nel corso della sua esistenza. Una cifra capace di far venire le palpitazioni a qualsiasi coppia di neo-genitori. Ma cosa c'è di vero e cosa c'è di falso sulla sostenibilità del nostro debito pubblico e di cosa dobbiamo davvero preoccuparci?

La Germania bacchetta l'Italia
Il presidente della Bundesbank, Jens Wiedmann, appena tornato in Germania dopo la missione nel Belpaese, ha bacchettato l'Italia per l'alto livello del suo indebitamento, sottolineando che, sebbene «un elevato indebitamento pubblico possa risultare allettante agli occhi del singolo Paese, questo è tuttavia nocivo per l'Eurozona poiché può determinare un innalzamento dei tassi a lungo termine per tutti gli Stati dell'area». Non solo, l'Italia, secondo le previsioni del Def 2016, corre anche il serio pericolo di venir meno agli obblighi comunitari del patto di Stabilità. Berlino ha le sue ragioni, ma il problema del debito pubblico italiano va maneggiato con cura e senza fare del terrorismo mediatico. Basta guardare oltreoceano, infatti, per accorgerci che non siamo i soli a dover fare i conti con questo pesante fardello.

Il problema statunitense degli students debts
Gli Stati Uniti hanno un problema perfino più grande del nostro. Il debito contratto dagli studenti che vogliono frequentare le costosissime università americane è di gran lunga più vertiginoso e pericoloso. Oggi gli student debts sono aumentati di oltre il 32% rispetto a quattro anni fa, quando già gli economisti avevano ritenuto opportuno dare l'allarme, raggiungendo quota 1320 miliardi di dollari: cioé quattro volte il Pil della Danimarca e due volte e mezzo il deficit pubblico statunitense. E il vero problema è che per molti degli studenti in questione non sarà possibile ripagare i prestiti – che crescono al ritmo accelerato di 100 miliardi l'anno – innescando così una bomba a orologeria nell'economia americana.

Il debito individuale tedesco
Dopo aver compreso che gli Stati Uniti hanno problemi di indebitamento perfino più grandi dei nostri, possiamo tornare all'Italia e ai famosi 35mila euro che ogni nuovo nato dovrebbe restituire nel corso della sua vita. Questo dato è il risultato di una divisione: lo stock di debito pubblico nazionale diviso per la popolazione italiana. Ma se applichiamo lo stesso calcolo all'economia tedesca – la locomotiva d'Europa! - ci accorgiamo che anche i conti dei tedeschi non divergono dai nostri: il risultato è molto simile, 32mila euro a testa. Perché allora gli italiani dovrebbero preoccuparsi tanto del loro debito pubblico, se perfino Berlino non fa meglio di noi?

Non esiste nessun peccato originale
Il cuore del problema evidentemente risiede altrove. Come spiega Vito Lops su Il Sole24ore, non esiste nessun peccato originale: perché tutti gli Stati nascono già indebitati e questo debito pubblico non deve essere estinto, ma essere semplicemente sostenibile nel tempo. Significa, in parole povere, che nessun paese deve restituire a un creditore immaginario l'intero ammontare del suo debito pubblico, ma cercare piuttosto di pagare meno interessi possibili sullo stesso perché sono quelli a danneggiare la sua economia nazionale.

Ogni anno l'Italia deve pagare 90 miliardi di interessi
Ogni anno, infatti, l'Italia deve pagare 80-90 miliardi di euro per gli interessi sul debito: sono risorse economiche che potrebbero essere destinate ad altri investimenti capaci di sostenere l'economia reale. Dal 1980 ad oggi, lo Stato italiano ha pagato oltre 3mila miliardi di euro di interessi sul debito: quasi il doppio del debito stesso! E' di questo circolo vizioso che dobbiamo preoccuparci seriamente, ed è per questo che è necessario ridurre lo stock di debito sul quale maturano di mese in mese gli interessi da corrispondere. La storiella dei 35mila euro di debito individuali è semplicemente una bufala.