Al via la due giorni russa per il Ministro Mogherini
Prima visita all'estero del capo della nostra diplomazia dall'inizio del semestre di presidenza Ue. L'esponente del governo Renzi è un interlocutore sicuramente interessante per il collega russo Sergey Lavrov - che incontrerà domani - anche in seguito ai rumors che la darebbero in pole position per la poltrona di Alto rappresentante per la politica estera dell'Unione europea.
MOSCA - Al via oggi la due giorni a Mosca, dopo la tappa a Kiev, per il ministro degli Esteri Federica Mogherini, nella prima visita all'estero del capo della nostra diplomazia dall'inizio del semestre di presidenza Ue. L'esponente del governo Renzi è un interlocutore sicuramente interessante per il collega russo Sergey Lavrov - che incontrerà domani - anche in seguito ai rumors che la darebbero in pole position per la poltrona di Alto rappresentante per la politica estera dell'Unione europea. «L'Italia e l'Unione Europea, ma anche l'intera comunità internazionale, devono fare in modo che la transizione dell'Ucraina verso l'Ue sia una storia di successo», ha detto Mogherini da Kiev, che prima di partire per la capitale russa ha incontrato il presidente ucraino Petro Poroshenko.
Il viaggio offre una cornice prestigiosa a un rilancio del ruolo italiano di mediazione. Per una soluzione della crisi ucraina, o almeno verso la transizione per un nuovo cessate il fuoco, mentre Kiev sta assumendo una posizione sempre più dura nei confronti dei separatisti e le truppe stanno avanzando nell'Est, riguadagnandosi le roccaforti filorusse.
«In Ucraina va aperta una 'fase nuova', ma la partita iniziale si gioca sul terreno del cessate il fuoco bilaterale, del disarmo delle fazioni e del controllo delle frontiere», ha scritto oggi Mogherini sul suo Blogmog. Poi in un briefing congiunto con l'omologo ucraino Pavel Klimkin, il ministro italiano ha ricordato che i prossimi giorni saranno decisivi per l'incontro del gruppo di contatto - Ucraina, Russia e Osce con la partecipazione degli insorti - sulla situazione nel Donbass. «A #Kiev per la prima visita bilaterale dall'inizio del semestre #Eu. Erano 10 anni che un min degli esteri italiano non veniva in #Ucraina», ha twittato ieri, appena giunta nella capitale ucraina.
In gioco anche un altro dossier molto caro a Mosca, «una proposta di decentramento amministrativo più convincente di quella già contenuta nel piano di pace presentato di recente dal presidente Petro Poroshenko», ma «solo dopo un annuncio bilaterale di tregua: è questo ciò di cui abbiamo bisogno e su questo riferirò anche a Mosca, dove nel pomeriggio di oggi proseguirò la mia missione», si legge su BlogMog. «Nel corso dei miei incontri con Yulia Tymoshenko, presidente del partito 'Patria', e con il premier, Arsenyi Yatseniuk, ho sottolineato che l'Ucraina ha bisogno della strada europea, aperta con l'accordo di associazione, ma anche di una soluzione interna che veda tutte le componenti nazionali impegnate a sostenere il processo di riforme per una transizione che abbia successo».
Il programma moscovita sarà molto intenso, dall'imprenditoria italiana in Russia a un concerto del maestro Uto Ughi al leggendario Teatro Bolshoi. Ma il cuore della visita resta il faccia a faccia con Lavrov, decano al governo nell'era Putin. «I due ministri si sentono spesso al telefono» ha spiegato l'ambasciatore a Mosca Cesare Maria Ragaglini.
Il capo missione ha sottolineato che i temi dell'incontro Mogherini-Lavrov saranno «la crisi ucraina, il rapporto tra Ue e Russia, questioni legate al Medio oriente, la Siria, l'Iran e questioni più trasversali e globali che hanno sempre riguardato la collaborazione tra Italia e Russia». Nell'incontro si porranno inoltre «le basi per la cooperazione nei prossimi sei mesi con l'obiettivo prioritario di ristabilire la fiducia reciproca e riavviare, su binari tradizionali i rapporti tra Ue e Russia», ha chiosato Ragaglini. Mogherini ripartirà da Mosca il 10 luglio, nella prima mattina con volo di Stato, per una successiva tappa a Dubrovnik.
Tra gli altri incontri avuti a Kiev da Mogherini, quello con Heidi Tagliavini, inviato dell'Osce: «abbiamo esaminato con precisione il quadro del conflitto e le prospettive realistiche di una soluzione pacifica» si legge su Blogmog. «L'Osce, presieduta oggi dalla Svizzera, è lo strumento al momento forse più flessibile, in grado di parlare con tutti i protagonisti del conflitto, in particolare con le milizie separatiste, e di trovare il filo in grado di ricucire la lacerazione tra parti che non si fidano più reciprocamente. Le notizie che arrivano dall'Est sono molto negative, ma resta aperto un canale di dialogo politico e noi siamo qui per sostenerlo».