I risparmi della Riforma Fornero sono a rischio: ecco cosa sta per accadere
Il futuro che ci aspetta non è roseo. Secondo le stime di Istat ed Eurostat il peso della spesa previdenziale sul Pil è destinato a crescere e a fagocitare tutti i risparmi della riforma
ROMA – I risparmi della riforma Fornero sono a rischio. Anzi, è probabile che saranno sublimati entro i prossimi vent'anni quando salirà nuovamente il peso del costo della previdenza sociale in rapporto al Pil. Secondo le previsioni rese note dall'Istat e dall'Eurostat, infatti, a partire dal 2019 il costo delle pensioni salirà così tanto in rapporto alla ben più modesta crescita economica nazionale da creare una nuova gobba sulle tendenze di medio-lungo termine della sostenibilità del sistema pensionistico e socio-sanitario dello Stivale. In parole povere, questo significa che stiamo andando incontro a un'altra fase piuttosto critica per i conti pubblici del Belpaese. E a lanciare l'allarme è stata la stessa Ragioneria generale dello Stato, che nel suo ultimo rapporto ha manifestato il pericolo dell'evaporazione dei risparmi della riforma Fornero. Nonostante i grandi sacrifici sociali che sono stati affrontati dalla popolazione italiana per sostenerla.
Il futuro che ci aspetta
Il quadro descritto dalle nuove stime di Istat ed Eurostat relative alla spesa previdenziale nazionale è piuttosto fosco per il prossimo futuro. Risultano, infatti, «fortemente penalizzanti per il nostro paese». Il peso della spesa previdenziale sul Pil è destinato a crescere, e di parecchio, entro i prossimi vent'anni con gravissime ripercussioni sui conti pubblici dello Stivale. Il rapporto toccherà il 16,3% (con un ritocco all'insù di 0,8 punti) intorno al 2040-45, per poi raggiungere quota 18% qualche anno dopo. Significa che per sostenere la spesa previdenziale, il Governo dovrà impiegare circa un quinto delle risorse nazionali a disposizione grazie alla crescita economica. Evidentemente, si tratta di una pressione troppo elevata per essere sostenibile dal Paese nel lungo periodo.
Crisi demografica e crisi economica
All'origine di questo cortocircuito tra spesa previdenziale e Pil troviamo diverse cause. Innanzitutto la crisi demografica. La popolazione italiana è destinata ad invecchiare a causa del triste fenomeno delle «culle vuote», perciò andrà imponendosi col trascorrere degli anni una decrescita della dinamica occupazionale. Sempre meno giovani lavoratori dovranno sostenere sulle loro spalle il peso crescente della spesa per le pensioni degli anziani. Inoltre, anche la crescita economica è vista in «contrazione», perciò parallelamente all'aumento della spesa per il welfare si andrà riducendo anche il Pil peggiorando ulteriormente il rapporto tra i due valori.
La popolazione italiana sarà sempre più vecchia e inattiva
Per di più, le cifre dell'Istat e dell'Eurostat parlano anche di una «riduzione del flusso netto di immigrati». Le stime che riguardano l'immigrazione del futuro prossimo sono state abbassate del 33%, con gli ingressi che in media non superano le 155mila unità l'anno. Lo Stivale, quindi, non potrà contare neanche sui lavoratori stranieri per alleggerire il peso della previdenza sociale sul Pil. La popolazione italiana sarà così sempre più vecchia e con meno persone attive. Se davvero le previsioni dell'Istat si concretizzassero saremmo davanti, segnala la Ragioneria generale dello Stato, a «un peggioramento economico che, in termini di sostenibilità delle finanze pubbliche, vanificherebbe buona parte degli effetti del processo di riforma pensionistica».
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