Le Banche brindano in Borsa all'happy end sulle venete, ma chi ci guadagna è Intesa
La Banca d'Italia e gli economisti finanziari hanno celebrato oggi il successo dell'operazione di salvataggio delle due banche venete da parte di Intesa San Paolo, ma ecco a chi conviene l'affaire
MILANO - A Piazza Affari le banche brindano al perfezionamento dell'operazione di salvataggio delle due venete. Bankitalia e gli analisti economici promuovono la soluzione di una liquidazione ordinata e il venir meno di un significativo elemento di incertezza, che aveva pesato sulle recenti performance borsistiche, e avrebbe potuto provocare shock finanziari imprevisti.
Un "buon affare" per Intesa
A Milano corre Intesa Sanpaolo (+3,52% a 2,708 euro), che ha firmato con i commissari liquidatori della Popolare di Vicenza e Veneto Banca il contratto di acquisto, al prezzo simbolico di un euro, delle attività sane dei due istituti, che non avrà alcun impatto sui ratio e sulla politica dei dividendi del gruppo. Forti acquisti anche su Banco Bpm (+3,79%), Mediobanca (+2,84%), Bper (+2,63%) e Unicredit (+2,22%). Fuori dal paniere principale, sugli scudi Banca Intermobiliare (+13,77%), controllata di Veneto Banca non acquisita da Intesa e che ora i commissari dovranno valorizzare. Se l'operazione è un «happy end» per il sistema bancario, come ha scritto Credit Suisse, gli analisti sono anche tutti d'accordo nel sostenere che si tratta anche di «un buon affare» per il gruppo guidato da Carlo Messina.
LEGGI ANCHE Salvataggio banche venete, cosa prevede il contratto firmato da Intesa
Tanti vantaggi e la clausola di risoluzione
«Ci sembra che i termini dell'intervento siano ancora più favorevoli per Intesa di quanto ipotizzato finora", è il commento di Equita Sim. Mediobanca Securities, secondo cui Intesa «sta facendo una grande operazione dal punto di vista finanziario» e per cui non vede alcun rischio di diluizione del Cet1 e nessuna necessità di tagliare i dividendi, ha alzato il target price sull'istituto da 2,6 a 2,75 euro. Rivisto al rialzo da 2,8 a 3 euro il prezzo obiettivo da parte di Banca Akros. Il rischio di esecuzione del deal, sostiene infine Citigroup, «è limitato». Intesa Sanpaolo, comunque, ha precisato che il contratto dell'acquisizione delle due venete include una clausola risolutiva, che prevede la sua inefficacia nel caso in cui il decreto legge non fosse convertito in legge o fosse convertito con modifiche o integrazioni tali da rendere più onerosa per la banca l'operazione.
- 30/01/2018 Veneto Banca, l'autodifesa di Gros-Pietro: non spetta a Intesa Sanpaolo risarcire gli azionisti
- 09/11/2017 Banche venete, Consob punta il dito contro Bankitalia: «Non ci ha segnalato i problemi»
- 10/10/2017 Tempi bui per la Banca Popolare di Vicenza: adesso ci si mette pure Joe Bastianich
- 18/09/2017 Crisi banche venete, Gros-Pietro (Intesa Sanpaolo): ci siamo assunti debiti per 50 mld