20 aprile 2024
Aggiornato 14:30
Crisi banche venete

Crisi banche venete, Gros-Pietro (Intesa Sanpaolo): ci siamo assunti debiti per 50 mld

Le parole del presidente Gian Maria Gros-Pietro a margine dell'Italian Banking Conference 2017 riguardo alla crisi delle banche venete

ROMA - Con l'acquisizione delle banche venete "abbiamo preso a nostro carico 50 miliardi circa di responsabilità, debiti, depositi verso i risparmiatori" assumendo "un ruolo che una grande banca come Intesa Sanpaolo può fare per l'economia italiana». Lo ha detto il presidente Gian Maria Gros-Pietro a margine dell'Italian Banking Conference 2017 promossa dalla Luiss Business School. "Noi abbiamo pagato questi asset 50 miliardi più un euro - ha detto Gros-Pietro - Nel senso che abbiamo preso a nostro carico 50 miliardi circa di responsabilità, debiti, depositi, verso i risparmiatori essenzialmente veneti che adesso non sono più nei confronti di due banche che sarebbero fallite ma sono nei confronti della più grande banca italiana e quindi sono in sicurezza. Nello stesso tempo noi garantiremo la continuazione del credito verso le imprese venete e sappiamo che quella è un area particolarmente importante per la crescita del Paese. Quindi questo è un ruolo che una grande banca come Intesa Sanpaolo può fare per l'economia italiana".

Cosa si devono aspettare i clienti
Le misure di ristrutturazione dei due istituti, ha aggiunto il Presidente di Intesa Sanpaolo, sono "essenzialmente misure di integrazione con il nostro sistema. I clienti delle banche venete, che non sono soltanto in Veneto, troveranno tutti i vantaggi della partecipazione al più grande gruppo italiano e nello stesso tempo continueranno ad avere i rapporti con le persone e con le strutture che già conoscevano, perché quelle rimangono. E anzi noi abbiamo scelto tra i dirigenti che si occuperanno di queste due banche, una persona che aveva un ruolo importante in una di esse e cioè il dottor Gabriele Piccini".

Da 900 a 600 filiali, "ce lo chiede l'Europa"
La riduzione delle filiali, ha concluso, "è una misura che viene imposta dalle autorità europee. Il principio è che se una banca fallisce non può mantenere la sua impronta sul mercato perché è necessario ed obbligatorio che ci sia una sorta di punizione per il fallimento. Quindi dalle 900 filiali circa che esistevano prima in Italia si dovranno ridurre a circa 600".