19 marzo 2024
Aggiornato 04:30
Crisi Bpvi e Veneto Banca

Salvataggio banche venete, cosa prevede il contratto firmato da Intesa San Paolo

Intesa San Paolo vola in Borsa dopo l'acquisizione, per il prezzo simbolico di un euro, delle due ex popolari del Veneto. Ed è un vero e proprio affare per la prima banca d'Italia

Carlo Messina, ceo di Intesa Sanpaolo, ha firmato il contratto di acquisto delle due banche venete.
Carlo Messina, ceo di Intesa Sanpaolo, ha firmato il contratto di acquisto delle due banche venete. Foto: ANSA/ ALESSANDRO DI MARCO ANSA

MILANO - Intesa Sanpaolo vola in Borsa dopo l'acquisizione, al prezzo simbolico di un euro, di Banca popolare di Vicenza e Veneto Banca. In avvio di negoziazioni a Piazza Affari il titolo dell'istituto di credito guadagnava il 3,52% a quota 2,708 euro. La prima banca d'Italia, con il via libera unanime del Cda, ha firmato con i commissari liquidatori delle ex popolari del Nord Est «il contratto di acquisto di certe attività e passività e certi rapporti giuridici facenti capo alle due banche». L'intervento di Intesa Sp, sottolinea l'istituto guidato da Carlo Messina, «permette di evitare i gravi riflessi sociali che sarebbero altrimenti derivati dalla procedura di liquidazione coatta amministrativa delle due banche».

L'acquisto delle banche venete da parte di Intesa
L'acquisto «riguarda un perimetro segregato» che esclude i crediti deteriorati (sofferenze, inadempienze probabili e esposizioni scadute), le obbligazioni subordinate emesse, nonchè partecipazioni e altri rapporti giuridici considerati non funzionali all'acquisizione. Le due ex popolari venete, infatti, verranno scisse in una «good bank» e in una «bad bank». Intesa San Paolo si limita ad acquistare la prima. A titolo di ristoro per i piccoli risparmiatori detentori di obbligazioni subordinate emesse dalle due banche, la prima banca d'Italia stanzierà complessivamente 60 milioni.

Cosa prevede il contratto
Il perimetro oggetto di acquisto include, oltre alle attività e passività selezionate di Banca popolare di Vicenza e Veneto Banca, anche il contributo delle partecipazioni in Banca Apulia e Banca Nuova, in Sec Servizi, in Servizi Bancari e, subordinatamente all'ottenimento delle relative autorizzazioni, nelle banche con sede in Moldavia, Croazia e Albania, e riguarda in particolare: crediti in bonis diversi da quelli ad alto rischio per circa 26,1 miliardi; attività finanziarie per circa 8,9 miliardi; attività fiscali per circa 1,9 miliardi; debiti verso clientela per circa 25,8 miliardi, obbligazioni senior per circa 11,8 miliardi, raccolta indiretta per circa 23 miliardi, di cui circa 10,4 miliardi di risparmio gestito; circa 900 sportelli in Italia e circa 60 all'estero, inclusa la rete di filiali in Romania; circa 9.960 persone in Italia e circa 880 all'estero.

Il contributo pubblico per la copertura
Comprende anche crediti in bonis ad alto rischio per circa 4 miliardi, con diritto di Intesa Sanpaolo di retrocessione nel caso di rilevazione, nel periodo fino all'approvazione del bilancio al 31 dicembre 2020, dei presupposti per classificarli come sofferenze o inadempienze probabili. Condizioni e termini del contratto, sottolinea Intesa Sanpaolo, «nella cornice del decreto legge e dei decreti ministeriali emanati in relazione all'operazione», garantiscono la totale neutralità dell'acquisizione rispetto al Common equity tier 1 ratio e alla dividend policy del gruppo Intesa Sanpaolo, prevedendo in particolare: un contributo pubblico cash a copertura degli impatti sui coefficienti patrimoniali, tale da determinare un Common equity tier 1 ratio phased-in pari al 12,5% rispetto alle attività ponderate per il rischio (Rwa) acquistate.

3,5 miliardi di euro senza tasse
Il contributo, contabilizzato come apporto al conto economico, è pari a 3,5 miliardi non sottoposti a tassazione. C'è poi un ulteriore contributo pubblico cash a copertura degli oneri di integrazione e razionalizzazione connessi all'acquisizione, che riguardano tra gli altri la chiusura di circa 600 filiali e l'applicazione del Fondo di solidarietà in relazione all'uscita, su base volontaria, di circa 3.900 persone del gruppo risultante dall'acquisizione, nonché altre misure a salvaguardia dei posti di lavoro quali il ricorso alla mobilità territoriale e iniziative di formazione per la riqualificazione delle persone. Il contributo, anch'esso contabilizzato come apporto al conto economico, è pari a 1,285 miliardi non sottoposti a tassazione.

Le garanzie pubbliche per 1,5 miliardi
Tale importo sarà accantonato in un apposito fondo, tenuto conto degli effetti fiscali correlati all'utilizzo, e risulterà quindi neutrale per l'utile netto dell'esercizio. Ci sono anche delle «garanzie pubbliche», per un importo corrispondente a 1,5 miliardi dopo le imposte, volto alla sterilizzazione di rischi, obblighi e impegni che coinvolgessero Intesa Sanpaolo per fatti antecedenti la cessione o relativi a cespiti e rapporti non compresi nelle attività e passività trasferite. Resta fermo che le banche in liquidazione coatta amministrativa risponderanno dei danni derivanti dal contenzioso pregresso nonché da quello relativo alla disciplina sull'acquisto di azioni proprie o sui servizi di investimento, ivi compreso quello promosso da soggetti che abbiano aderito, non abbiano aderito ovvero siano stati esclusi dalle cosiddette offerte transattive e dagli incentivi welfare.

La clausola risolutiva a favore di Intesa
Previste anche imposte differite attive delle banche acquisite pienamente usufruibili da Intesa Sanpaolo e il diritto per Intesa Sanpaolo di modificare il perimetro dell'operazione dopo la data di esecuzione ove necessario al fine di ottenere le incondizionate approvazioni antitrust. Il contratto, conclude la banca, «include una clausola risolutiva, che prevede l'inefficacia del contratto e la retrocessione alle banche in liquidazione coatta amministrativa del perimetro oggetto di acquisizione, in particolare nel caso in cui il decreto legge non fosse convertito in legge, ovvero fosse convertito con modifiche o integrazioni tali da rendere più onerosa per Intesa Sanpaolo l'operazione, e non fosse pienamente in vigore entro i termini di legge».