Banche e tassi bassi, ecco perché i tedeschi preferiscono le casseforti casalinghe e l'economia internazionale rischia grosso
In Germania sono raddoppiati in poco tempo i dati relativi alla vendita di casseforti domestiche. E' solo uno degli effetti collaterali negativi determinati dai tassi bassi che affliggono l'economia globale. Ecco cosa sta succedendo davvero e perché

ROMA – La banca centrale della Mongolia ha deciso di aumentare il costo del denaro di un quarto di punto, ma nell'era dei tassi (troppo) bassi si tratta di un caso isolato. Tutta l'economia internazionale si muove nella direzione opposta e gli effetti collaterali globali potrebbero essere disastrosi.
La Mongolia non fa scuola
Il 18 agosto scorso la banca centrale della Mongolia ha aumentato i tassi di un quarto di punto, portandoli al 4,5% allo scopo di difendere il tasso di cambio della moneta locale, il tugrik. Un esempio più unico che raro nell'era dei tassi (troppo) bassi. Tutto il resto del pianeta, infatti, va esattamente nella direzione opposta. Da qualche anno i tassi d'interesse sono diventati così bassi da determinare rendimenti perfino negativi, come quelli delle obbligazioni governative tedesche, italiane e giapponesi. E' il grande paradosso che affligge oggi l'economia mondiale: il costo del denaro continua a scendere e la trappola della liquidità è dietro l'angolo. Molti effetti collaterali, però, hanno già iniziato a farsi sentire.
I tedeschi preferiscono le casseforti alle banche
Alcuni dati permettono di chiarire meglio l'entità della questione. I Btp offrono tassi negativi fino a due anni, i Bund tedeschi fino a 9 anni e i JGB giapponesi fino a 10 anni. Come ha sottolineato il presidente della BCE, Mario Draghi, nei mesi scorsi, il problema dei tassi bassi non affligge solo l'Europa, ma è di «natura globale» e rischia di impantanare tutta l'economia mondiale. Noi lo diciamo da tempo, ma ora i segnali di quanto sta accadendo sono diventati inequivocabili. Un esempio? Come riporta Il Fatto Quotidiano, in terra teutonica i dati delle vendite di casseforti casalinghe sono raddoppiati in poco tempo. E se vi state domandando cosa c'entrino le casseforti con i tassi negativi è presto detto.
Le tasse in arrivo sui depositi bancari
Il trend in aumento indica che in Germania molti tedeschi hanno deciso di nascondere in casa i loro risparmi, piuttosto che affidarli a una banca. Come avevamo già sottolineato, infatti, alcuni istituti di credito teutonici hanno deciso di tassare i depositi dei loro clienti per tutelare i loro margini di profitto di fronte al flagello dei tassi bassi. Una scelta molto discussa che prefigura un aumento delle spese bancarie a carico della clientela. A fare da apripista è stata una piccola banca cooperativa della Baviera, la Raiffeisen Gmund, che ha fatto parlare di sé annunciando l'introduzione di un tasso d'interesse negativo sui depositi privati che superano i 100.000 euro.
Il caso (non isolato) della Edmond de Rothschild
In verità, non si tratta affatto di un caso isolato. Come avevamo già anticipato in passato, fuori dai confini tedeschi è stato l'istituto svizzero fondato nel 1969, Edmond de Rothschild, ad annunciare per primo, mediante epistola, ai suoi affezionatissimi clienti che a partire dal 31 maggio scorso avrebbe iniziato ad applicare dei prelievi forzosi sui conti correnti superiori ai 100mila euro, a copertura delle spese extra sostenute dalla banca per i rendimenti negativi dei tassi d'interesse adottati dalla BCE. Per questa ragione, visti i tempi che corrono, i correntisti di tutto il mondo stanno iniziando a preferire la cassaforte domestica al conto corrente bancario. Ma per l'economia internazionale non si tratta affatto di una buona notizia.
L'85% dei fondi pensione inglesi è in difficoltà
Il denaro cash nascosto sotto il materasso, nell'armadio o nella cassaforte di casa viene de facto sottratto ai canali finanziari che dovrebbero sostenere l'economia reale. E questo non è l'unico effetto collaterale negativo generato dai tassi bassi. Né il peggiore. Secondo l'Economist, infatti, l'85% dei fondi pensioni privati inglesi è in difficoltà a causa delle politiche monetarie delle banche centrali. Com'è facile immaginare, i fondi pensione – come le compagnie assicurative – soffrono perché a causa dei rendimenti negativi il valore delle passività è cresciuto molto di più di quello delle attività creando delle vere e proprie voragini contabili. Secondo l'Economist, l'85% dei fondi pensioni privati inglesi ora è in deficit.
Gli effetti collaterali dei tassi rasoterra
Questo significa che i tassi bassi stanno erodendo la garanzia di un futuro economico sereno per centinaia di migliaia di futuri pensionati. E il problema non risiede solo nella gestione del portafoglio da parte dei fondi pensione. I tassi bassi stanno mutando radicalmente – e in negativo - anche il comportamento dei soggetti economici privati. A causa dei rendimenti nulli o negativi gli operatori economici prediligono ora la liquidità al risparmio, perché sono scoraggiati dall'investire il denaro visto che non rende niente. Come evidenzia Paul H. Kupiec sul Wall Street Journal, tassi troppo bassi inducono i soggetti economici a rimandare i consumi (causando recessione e disoccupazione), a fare investimenti più rischiosi e pericolosi (perché sono gli unici remunerativi), a non risparmiare più per la pensione (perché tanto i risparmi accumulati non crescono). Il risultato è lo sgretolamento della responsabilità economica personale e collettiva.
Perché l'economia ha bisogno di tassi più alti
Un'indagine sul credito al consumo realizzata della Federal Reserve Board nel 2013, cioè dopo quasi cinque anni di tassi vicino allo zero, ha infatti rilevato un significativo calo della partecipazione popolare a piani privati di pensionamento, a quelli per l'assicurazione sulla vita o per l'assistenza sanitaria a lungo termine. Ecco l'enorme costo occulto dei tassi interesse troppo bassi: minano la costruzione del nostro stesso futuro. Oltre a risultare inefficace, questa medicina rischia di uccidere definitivamente il paziente. L'economia mondiale ha bisogno che i tassi tornino a salire, anche per poter far fronte – nella peggiore delle ipotesi – a un'altra crisi finanziaria globale che, secondo alcuni, potrebbe non essere troppo lontana. Se dovesse verificarsi oggi, le banche centrali si troverebbero completamente sprovviste delle munizioni necessarie per affrontarla.
- 06/11/2022 La Federal Reserve, ancora aggressiva, alza i tassi di 75 punti al 3,75-4%
- 28/10/2022 La BCE decide il terzo rialzo dei tassi (e non sarà l'ultimo)
- 13/10/2022 FED: «Avanti con l'aumento dei tassi, calo inflazione più lento del previsto»
- 22/09/2022 Fed, non c'è fine alla stretta. Tassi verso il 4,5% a fine anno