Grecia, tutto rinviato. L'Eurogruppo decide solo le tre fasi dell'alleggerimento del debito
La riunione non ha risolto granché ma è stata costruttiva. Il conflitto tra i creditori sembra essersi risolto grazie a una proposta del governo greco. Ecco le tre fasi dell'alleggerimento del debito ateniese che potrebbero essere confermate il 24 maggio
ROMA – Nessun risultato concreto all'Eurogruppo straordinario che si è svolto a Bruxelles, ma diversi passi in avanti verso la risoluzione della crisi greca. E' stata una «riunione costruttiva», come aveva previsto il commissario Ue agli Affari Economici, Pierre Moscovici, e per la prima volta è stata messa sul piatto la questione dell'«alleggerimento» del debito ateniese.
Una riunione costruttiva
La riunione straordinaria di Bruxelles ha impresso una nuova dinamica positiva e unitaria alla discussione in corso. Il conflitto fra i creditori, gli Stati membri da una parte e il Fmi dall'altro, con la Germania sempre più isolata e arroccata sulle posizioni più intransigenti, sembra essersi parzialmente risolto, anche se la decisione definitiva sul destino della Grecia sarà nota solo il prossimo 24 maggio, quando l'Eurogruppo si riunirà di nuovo.
Il conflitto tra i creditori internazionali
Il rischio di conflitto nasceva da una diversa valutazione della sostenibilità della situazione finanziaria della Grecia: il Fmi, più pessimista dell'Eurogruppo sul conseguimento degli aggiustamenti di bilancio fissati per Atene, chiedeva (d'accordo con la Germania) delle misure di salvaguardia ("contingency measures") da adottare per legge nel Parlamento greco e da attivare automaticamente in caso di «sforamento» degli obiettivi.
La Germania dice «no» all'haircut
Ma, a fronte degli impegni assunti dal governo ateniese, il Fmi esigeva anche una riduzione del debito pubblico greco e un ridimensionamento dell'ambizioso obiettivo di un avanzo primario al 3,5% del Pil a partire dal 2018 imposto ad Atene. La Germania, però, si dimostrava ancora una volta intransigente, opponendosi fermamente alla possibilità di effettuare qualsivoglia haircut sul debito ateniese in ragione del divieto comunitario e ostinandosi a professare la liturgia dell'austerity.
La proposta del governo greco
Alla fine l'escamotage per mettere tutti d'accordo è stato proposto proprio governo greco: Atene adotterà per legge non le misure specifiche in anticipo, ma il meccanismo che garantisce l'adozione delle misure, se necessario (per garantire l'avanzo primario al 3,5%). Oltre a questo, il Fmi ha ottenuto un'aggiunta importante: l'impegno di Atene a sostituire entro un anno le eventuali misure temporanee adottate con aggiustamenti strutturali, ovvero permanenti. Questo meccanismo sarà precisato ulteriormente e approvato alla riunione del 24 maggio.
Le tre fasi dell'alleggerimento del debito
Quanto alla discussione sull'alleggerimento debito di Atene, è stato confermato che non vi sarà una riduzione del valore nominale del «principale», ma si interverrà in altri modi per rendere più sostenibile il debito stesso. L'intesa che l'Eurogruppo ha sottoscritto nella sua dichiarazione finale comprende tre fasi: una a breve termine, una a medio e una a lungo termine. Nella prima fase saranno adottate misure di «ottimizzazione della gestione del debito» (probabilmente una ulteriore riduzione degli interessi); nella seconda fase (ovvero a partire dal 2018) il riscadenzamento (prolungato a 30 anni) dei rimborsi e l'allungamento del «periodo di grazia» (rinvio ulteriore del pagamento degli interessi); infine sono previste nuove e non meglio precisate misure aggiuntive da concretizzare nel lungo periodo.
Intanto il Parlamento greco ha approvato le riforme
Il merito dell'accordo verrà definito nella prossima riunione. Nel frattempo, il Parlamento di Atene ha già dovuto varare una serie di misure sulle pensioni e sulle tasse per provare la sua buona condotta e aggiudicarsi una nuova tranche di aiuti comunitari da 5 miliardi di euro, indispensabili al governo ateniese per pagare i 3,5 miliardi di debiti in scadenza a luglio ed evitare il default. Nelle stesse ore, però, mentre il Parlamento greco si piegava all'austerity, per le strade della capitale greca una numerosa manifestazione di protesta contro le nuove riforme coinvolgeva almeno diecimila persone. L'economia del Peloponneso continua a versare in condizioni molto difficili: in piena recessione, con un tasso di disoccupazione al 25% (e un tasso di disoccupazione giovanile al 52%), con le pensioni tagliate ai minimi, il calo demografico e l'assistenza sanitaria a rischio, per la popolazione greca non è facile digerire – anche - le nuove riforme dell'Esecutivo di Alexis Tsipras.
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