19 marzo 2024
Aggiornato 11:30
Finanza

La Bce lascia i tassi invariati e conferma il QE per tutto il 2017: Draghi resiste ai falchi

La Bce ha confermato la prosecuzione del quantitative easing al ritmo di 60 miliardi di euro al mese fino alla fine del 2017 e ha deciso di lasciare invariati i tassi

La Bce ha deciso di lasciare i tassi invariati e di confermare il QE fino al 2018.
La Bce ha deciso di lasciare i tassi invariati e di confermare il QE fino al 2018. Foto: ANSA

FRANCOFORTE - La notizia che i mercati attendevano è arrivata. La Bce ha confermato la prosecuzione del quantitative easing al ritmo di 60 miliardi di euro al mese fino alla fine del 2017 «o anche oltre se necessario, e in ogni caso finché non riscontrerà un aggiustamento durevole dell'evoluzione dei prezzi, coerente con il proprio obiettivo di inflazione». Inoltre, nel comunicato ufficiali diffuso al termine del direttorio, la Banca centrale europea ha mantenuto la formula che lascia la porta aperta a eventuali potenziamenti degli stimoli. «Se le prospettive diverranno meno favorevoli o se le condizioni finanziarie risulteranno incoerenti con ulteriori progressi verso un aggiustamento durevole del profilo dell'inflazione, il Consiglio direttivo è pronto a incrementare il programma in termini di entità e/o durata», si legge. Nessuna concessione, quindi, ai falchi tedeschi che da mesi chiedono la sospensione degli stimoli monetari. Non si ravvisano neppure indicazioni sul «tapering», la futura manovra di riduzione degli acquisti di titoli che dovrebbe iniziare non prima del 2018.

Tassi fermi e QE fino al 2018
Alcuni economisti immaginano perfino che il QE possa proseguire fino al 2022 perché recentemente la Bce ha usato l'espressione «medio termine» riferendosi alla durata degli stimoli monetari e nel gergo tecnico questo lasso di tempo corrisponde a circa 5 anni. Ma su questo fronte non è possibile aggiungere altro prima della conferenza stampa del presidente Mario Draghi. La Bce ha inoltre nuovamente confermato il costo del danaro dell'area euro ai minimi storici: il tasso sulle operazioni di rifinanziamento principali resta a zero, il tasso sulle operazioni marginali resta allo 0,25 per cento e il tasso sui depositi presso la banca centrale resta al meno 0,40%.

Grande attesa per Mario Draghi
Il Consiglio direttivo ha anche ribadito di attendersi che i tassi resteranno ai livelli attuali «per un prolungato periodo di tempo e ben oltre l'orizzonte degli acquisti netti di attività».Ora c'è grande attesa per la conferenza del governatore centrale, che dovrà ricorrere a tutte le sue doti dialettiche per convincere i mercati e i falchi tedeschi che l'euro è troppo forte e allo stesso tempo lasciare le porte aperte alla fine del Quantitative easing, pur sorvolando sui dettagli e sulle scadenze. Mario Draghi dovrà, presumibilmente, anche rispondere al monito della Deutsche Bank che nelle scorse ore aveva lanciato l'allarme sul pericolo di bolle speculative proprio a causa dei prolungati stimoli monetari adottati dalla Banca centrale europea.