29 marzo 2024
Aggiornato 10:00
Totoallenatori Milan

La profezia di Sacchi: «Di Francesco è un eletto»

Partendo da un’analisi degli ottavi di finale di Champions tra Juventus e Bayern, Arrigo Sacchi ha tracciato una mappa dei migliori allenatori italiani sulla piazza e in cima alla lista c’è Di Francesco. Guarda caso il nome più accreditato per sostituire Mihajlovic sulla panchina del Milan.

MILANO - Chi sono gli eletti tra gli allenatori? La mia cinquina è composta da Di Francesco, Spalletti, Sarri, Paulo Sousa e Giampaolo», parola di Arrigo Sacchi, uno che di tecnici se ne intende. Intervistato da La Presse, in occasione del ritorno degli ottavi di Champions League tra Juventus e Bayern Monaco in programma la prossima settimana, l’ex allenatore del Milan e ct della Nazionale ha espresso ancora una volta la sua personalissima idea di calcio, cercando di nascondere goffamente i suoi trascorsi in rossonero ed un’evidente antipatia con la Juventus e con il di lei allenatore, Massimiliano Allegri: «Come la Juve anche il Rosenborg vince sempre in Norvegia, ma quello che conta è la Champions League». 

«Al Milan non ci bastava vincere»
Da notare la raffinata citazione della squadra norvegese, che contribuì a concludere prematuramente la sua seconda esperienza alla guida del Milan infliggendo una sonora sconfitta ai rossoneri a San Siro nel 1996 ed eliminandoli dalla Champions. Ma acredine malcelata a parte, l’analisi di  Arrigo Sacchi è più dettagliata: «La Juventus è dieci anni avanti a tutte le altre per coesione e competenza. Il suo limite sono i verbi. Noi al Milan ne coniugavamo tre: vincere, convincere, divertire. La Juventus ne coniuga uno, vincere. E a chi sostiene che in Italia basti vincere io rispondo che ciò che conta è trionfare in Champions League e in Europa i bianconeri fanno fatica».

«Allegri non è tra i migliori tecnici»
Spietato il vecchio Arrigo anche nei confronti del tecnico livornese Allegri, con cui in passato ha dato vita a siparietti epocali nei post-partita sulle reti Mediaset, diventati oggetto di culto per gli appassionati di chicche su Youtube: «Io divido gli allenatori in tre categorie. La prima è quella che comprende un piccolo drappello di geni, di innovatori, che mettono il gioco al centro del loro progetto. La seconda è quella degli orecchianti, che seguono la moda senza sapere un granché. La terza riguarda quelli orgogliosamente aggrappati al passato, che fanno della tattica esasperata il loro modus operandi, che sono ingessati ad un solo sistema di gioco. Max è una via di mezzo tra le prime due: è un grande tattico, sa cambiare in corsa, però non deve accontentarsi solo di vincere».

Conte promosso, Ranieri bocciato
È un fiume in piena Sacchi, chiamato a rispondere anche sull’attuale ct della Nazionale e sul vero fenomeno del momento, Claudio Ranieri, in testa alla Premier League con il suo Leicester: «Conte è un autentico fenomeno, deve solo spogliarsi di una certa italianità, che significa solo essere più coerente. Il calcio totale non ha molto a che vedere con la nostra idea di football. Io Antonio l'ho visto allenare, ha idee chiare, talento, inventiva. È ora che si tolga di dosso la paura. Basta giocare con la sindrome di Pollicino addosso. Palla a noi, non agli altri. Per quanto riguarda Ranieri, lui sta facendo un capolavoro, ma con un tipo di calcio non armonioso. È un grande tattico, sfrutta le sue qualità al meglio. Ancelotti è diverso e il fatto che abbia sempre avuto a disposizione dei campioni non significa nulla. Guardate come è messo ora il Real con gli stessi giocatori».

Sacchi suggerisce, Berlusconi esegue
E allora, tornando in Casa Milan, come si esce da una situazione in cui c'è un allenatore praticamente dimissionario da una parte, Sinisa Mihajlovic, e un presidente del tutto insoddisfatto del suo operato, Silvio Berlusconi, dall'altra? Semplice, basta prendere nota della lista degli eletti di Arrigo Sacchi per capire come si orienterà a giugno il presidente rossonero quando si tratterà di scegliere il nuovo tecnico per il club di via Aldo Rossi: «Stiamo uscendo dalla dittatura tattica del primo non prenderle. Oggi c'è un gruppo di tecnici che porta avanti un'idea diversa di calcio, gli eletti, e in cima alla lista c’è Di Francesco, con Spalletti, Sarri, Paulo Sousa e Giampaolo».

A buon intenditor, poche parole…