1 maggio 2024
Aggiornato 14:30
Draghi e il QE

La Bce si prepara al cambio di rotta: tassi fermi e stop a nuovi tagli

La politica monetaria dell'Eurozona si avvia lentamente verso la normalizzazione mentre la Bce ha rivisto al rialzo le previsioni sulla crescita dell'Eurozona

Il governatore centrale, Mario Draghi, è intervenuto in conferenza stampa al termne del Consiglio direttivo della Bce.
Il governatore centrale, Mario Draghi, è intervenuto in conferenza stampa al termne del Consiglio direttivo della Bce. Foto: ANSA

TALLINN – La politica monetaria dell'Eurozona si avvia lentamente verso la normalizzazione. Dal Consiglio direttivo della Bce che si è svolto stamane sono arrivati i segnali rassicuranti che gli economisti si aspettavano. Il cambio di rotta di Francoforte è imminente ed evidente nella «forward guidance» che non prevede più ulteriori riduzioni dei tassi d'interesse. Per il momento questi restano fermi ai minimi storici dell'area euro, in attesa dell'inizio del tapering per risalire, ma quel che è certo è che non scenderanno oltre. La Bce ha nel frattempo ribadito che il quantitative easing proseguirà regolarmente fino alla fine dell'anno col ritmo attuale di acquisto di titoli, pari a 60 miliardi di euro al mese. Ma si prepara a eliminare definitivamente gli stimoli monetari.

Previsioni sulla crescita Ue al rialzo
I tecnici della Bce hanno rivisto al rialzo le previsioni di crescita economica dell'area euro, ma al tempo stesso hanno abbassato quelle sull'inflazione, a riflesso del calo dei prezzi del petrolio. Per quest'anno si attendono una espansione del Pil dell'1,9% sul 2018 dell'1,8% e sul 2019 dell'1,7%. Tutti e tre i valori sono di un decimale di punto più altri delle stime di tre mesi fa. I dati sono stati riferiti dal presidente Mario Draghi, al termine del direttorio.

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Inflazione ancora lontana dal target
Per l'inflazione invece è atteso un 1,5% sulla media 2017, dall'1,7% di tre mesi fa, un 1,3% sul 2018, dal precedente 1,6% e un 1,6% nel 2019, a fronte dell'1,7% indicato nelle stime di marzo. Da rilevare che soprattutto la stima sul 2018 appare lontana dall'obbiettivo ufficiale della Bce, che definisce il concetto di «stabilità dei prezzi» con un caro vita inferiore ma vicino al 2 per cento. Anche per questo, per il momento i tassi di interesse restano sempre congelati ai minimi storici dell'area euro.

Cambio di rotta della Bce
Il Consiglio direttivo della Bce ha confermato a zero il tasso sui principali rifinanziamenti, allo 0,25 quello sulle operazioni marginali e al meno 0,40 per cento il tasso sui depositi parcheggiati dalle banche presso la stessa istituzione. Tuttavia, Francoforte ha introdotto una variazione di rilievo rilievo al passato: la «forward guidance» ora infatti non prevede più l'ipotesi di ulteriori riduzioni dei tassi. Si esclude però che possano salire prima della fine del Qe. Infine, nel comunicato del direttorio, la Bce ha lasciato aperta anche la possibilità teorica di un potenziamento degli stimoli monetari.

Draghi rassicura i mercati
Se le prospettive diverranno meno favorevoli o se le condizioni finanziarie risulteranno incoerenti con ulteriori progressi verso un aggiustamento durevole del profilo dell'inflazione il Consiglio direttivo si è detto pronto a incrementare il programma in termini di entità e/o durata. Il banchiere centrale Mario Draghi ha tuttavia rassicurato i mercati affermando che è stato rilevato uno slancio nella ripresa dell'area euro «più forte» che potrebbe portare a una crescita più rapida di quanto precedentemente previsto, mentre «l'insieme dei rischi» che gravano sull'economia «appaiono ora complessivamente bilanciati».