29 marzo 2024
Aggiornato 11:30
Allarme per debito e deficit

Conti pubblici, l'Ue taglia le stime sulla crescita dell'Italia. Il debito pubblico sale al 133%

L'Unione Europea ha pubblicato le previsioni d'autunno e ha ritoccato al ribasso le stime per la crescita del Belpaese. Peggiorano inoltre sia il debito pubblico, che sale a quota 133% del Pil, sia il deficit, che arriverà al 2,4% nel 2018

Bruxelles taglia le stime sulla crescita dell'Italia.
Bruxelles taglia le stime sulla crescita dell'Italia. Foto: Shutterstock

BRUXELLES - La Commissione europea ha rivisto in peggio le previsioni sulla crescita economica e i conti pubblici dell'Italia. Tuttavia, presentando le sue nuove stime, il commissario agli Affari economici Pierre Moscovici ha confermato la sua indole di colomba, lasciando sperare che non vi siano drastiche bocciature o duri contrasti all'orizzonte. Ma i dati sono in oggettivo ed evidente peggioramento.

L'UE taglia le previsioni di crescita dell'Italia
Brutte notizie per il Belpaese. Nonostante gli sponsor del governo Renzi e la dura replica del ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, le cifre della Commissione europea non sono state smentite. La crescita nella Penisola è «destinata proseguire ad un ritmo modesto - rileva l'Ue nelle attesissime previsioni autunnali - mentre le persistenti ristrettezze sulle condizioni finanziarie e l'incertezza frenano un recupero più forte». Per quest'anno si prevede un aumento del Pil limitato allo 0,7 per cento, mentre sul 2017 è atteso uno 0,9 per cento. Sei mesi fa Bruxelles indicava 1,1 per cento nel 2016 e 1,3 per cento nel 2017. Sul 2018 invece viene pronosticato un più 1 per cento del Pil.

Peggiora il debito pubblico e sale al 133%
E la crescita più flebile non aiuta di certo a migliorare i conti, anzi. Il deficit viene ora previsto al 2,4 per cento del Pil quest'anno e il prossimo anno, mentre segnerà un lieve aumento al 2,5 per cento del Pil nel 2018. Sei mesi fa veniva stimato un deficit-Pil al 2,4 per cento nel 2016 ma poi all'1,9 per cento nel 2017. Anche più netto il peggioramento sul debito, al 133 per cento del Pil quest'anno e poi al 133,1 per cento in 2017 e 2018. Sei mesi fa era atteso 132,7 per cento quest'anno e al 131,8 per cento il prossimo.

E il deficit strutturale arriva al 2,4% nel 2018
In realtà la voce più osservata sui conti è quella del deficit strutturale: 1,6 per cento quest'anno e in peggioramento al 2,2 per cento sul 2017 e al 2,4 per cento nel 2018. Qui il deterioramento è anche più evidente dato che in primavera veniva stimato 1,7 per cento su 2016 e 2017. «E' vero che peggiorerà di oltre mezzo punto percentuale nel 2017, mentre il debito aumenterà nel 2016 ma poi, e questa è la buona notizia, dovrebbe stabilizzarsi in 2017 e 2018», ha osservato Moscovici come per cercare di sollevare il morale del Belpaese. «Siamo in un processo di dialogo costruttivo con l'Italia, questa Commissione capisce le sue difficoltà economiche e sociali e la accompagna nei suoi sforzi di riforma».

Moscovici: Daremo il nostro parere la prossima settimana
Moscovici ha ricordato, come aveva già fatto il presidente Jean-Claude Juncker, che la flessibilità è stata già concessa nel 2016, ma ha aggiunto che l'Unione Europea deve lavorare per tenerne conto «in maniera giusta e proporzionata» anche delle spese che si possono e si devono sostenere per accogliere rifugiati per conto di tutta l'Europa, o per prevenire e curare le catastrofi come i terremoti. «In questo quadro - ha concluso l'eurocommissario - daremo il nostro parere la prossima settimana» sul bilancio italiano. La revisione coinvolge anche le attese sul mercato del lavoro, dove «si profila una decelerazione - secondo l'Ue - con il venire meno degli incentivi alle assunzioni». Il tasso di disoccupazione resterà al di sopra dell'11 per cento nei prossimi due anni: 11,5 per cento nel 2016, all'11,4 per cento nel 2017 e all'11,3 per cento nel 2018. Nel frattempo l'occupazione segnerà un più 1,2 per cento quest'anno, con un rallentamento al più 0,7 per cento nel 2017 e nel 2018.