La BCE potrebbe comprare titoli per 500 miliardi
In attesa del prossimo Consiglio direttivo della Banca centrale europea, che si terrà il 22 gennaio, continuano a susseguirsi rumors e dichiarazioni sul tanto discusso piano di quantitative easing da parte dell'Eurotower. Draghi ha fatto sapere che questa decisione potrebbe essere presa anche senza l'unanimità del direttivo
FRANCOFORTE - In attesa del prossimo Consiglio direttivo della Banca centrale europea (Bce), che si terrà il 22 gennaio, continuano a susseguirsi rumors e dichiarazioni sul tanto discusso piano di acquisto di titoli di Stato da parte dell'Eurotower. Il presidente della Bce, Mario Draghi, ha comunque fatto sapere che questa decisione potrebbe essere presa anche senza l'unanimità del direttivo.
BLOOMBERG, QE DA 500 MILIARDI - Nei giorni scorsi l'agenzia Bloomberg ha diffuso la notizia che i tecnici di Francoforte abbiano preparato un piano di quantitative easing da 500 miliardi di euro, citando «persone che hanno assistito al Consiglio direttivo». L'agenzia di stampa finanziaria ha poi specificato che questi fondi sarebbero destinati all'acquisto di titoli con livelli di rating ritenuti affidabili (investment grade), non sotto BBB-. Questa scelta aprirebbe la strada alle emissioni italiane, mentre ne resterebbero escluse quelle greche. Ciò nonostante, secondo Bloomberg, se questa ipotesi fosse veritiera non cadrebbero comunque le diffidenze verso il quantitative easing espresse dal governo tedesco, tra cui in particolare quelle mosse dal governatore della Bundesbank, Jens Weidmann.
IL BILANCIO DELLA BCE - La cifra di 500 miliardi è verosimile, in quanto più volte il governatore della Bce ha dichiarato di voler far salire il bilancio dell'istituzione di mille miliardi di euro rispetto al 2012, che intanto è tornato a scendere sotto quota 2mila 200 miliardi (al 9 gennaio è pari a 2168 miliardi). Francoforte ha già immesso sul mercato 212, 4 miliardi con le prime due Targeted long term refinancing operation (Operazione di rifinanziamento mirata a lungo termine, Tltro) e ne ha previste altre 6 da 50 miliardi ciascuno per un totale di 300 miliardi. A questi bisogna sottrarre però 285 miliardi dei precedenti Long term refinancing operation (Ltro), che andranno in scadenza portando a quota 227 miliardi la liquidità proveniente dai Tltro. Dal lato delle somme invece, sono da conteggiare gli acquisti in corso di covered bond (31,29 miliardi già acquistati) e di Asset backed securities (Abs, già comprati 1,79 miliardi), che secondo gli analisti più ottimisti dovrebbe aggirarsi intorno ai 250miliardi. Per arrivare a quota mille quindi, ne servirebbero altri 500.
DA BERLINO NESSUNA APERTURA - Intanto da Berlino non si placa il fuoco di dichiarazioni contrarie all'ipotesi quantitative easing. La componente tedesca del Comitato esecutivo della Bce Sabine Lautenschlaeger, intervistata dal settimanale Der Spiegel, non ha usato mezzi termini: «Per me sarebbe l'ultima spiaggia della politica monetaria. Rischi e benefici di un programma simile dovrebbero bilanciarsi in maniera equilibrata, e secondo me attualmente non è così». Secondo l'economista tedesca infatti non è vero che l'Unione europea si trovi in deflazione, sebbene riconosca che vi è un persistente quadro di debolezza dei prezzi: «Per ora non vedo consumatori che in attesa di cali dei prezzi modificano i loro comportamenti di consumo».
PARIGI POSSIBILISTA - Più conciliante Benoît Cœuré, consigliere esecutivo dell'Eurotower, che in un'intervista a Die Welt ha spiegato che Francoforte è «nelle condizioni» di decidere se avviare o meno il piano di acquisto di titoli di Stato già dal prossimo Consiglio direttivo «ma ciò non significa che verrà effettivamente presa una decisione». Il francese ha continuato dicendo che «la discussione è molto avanzata. La scorsa settimana abbiamo discusso molti dei dettagli tecnici e siamo decisamente nella posizione di poter prendere una decisione il 22 gennaio».
VISCO STA CON DRAGHI - Decisamente con Draghi invece il governatore di Bankitalia, Ignazio Visco, che intervistato dal settimanale tedesco Welt am Sontag non ha nascosto le sue paure sul rischio deflazione schierandosi a favore del piano di quantitative easing. Il capo di palazzo Koch ha spiegato che in una situazione come quella attuale, dove i tassi ufficiali sono allo zero, l'unica cosa da fare è immettere moneta nel mercato: «Abbiamo diversi modi per farlo. Potremmo anche metterci per strada e distribuire banconote. Oppure, appunto, compriamo titoli di Stato: si tratta di uno strumento standard della politica monetaria, che chiamiamo 'non convenzionale' soltanto perché per molto tempo in Europa non è stato usato». Il banchiere italiano poi ha voluto rassicurare i tedeschi: «Nel caso di un programma di acquisto di titoli di Stato ovviamente non si devono ignorare le possibili conseguenze per il bilancio della banca centrale ma bisogna tener conto anche del rischio macroeconomico. Se la rischiosità di un titolo di stato dipende soprattutto dall’andamento economico di tutta l’area, la cosa migliore è ridurre questo rischio macroeconomico».
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