16 aprile 2024
Aggiornato 17:30
Invasione di campo

Milan, gol amore e nostalgia

Giorni caldi in casa Milan, dopo il pareggio nel derby è tempo di bilanci: 4 punti nelle ultime 5 partite rappresentano un bottino troppo scarso per alimentare sogni di gloria. Ma a tenere banco è l’indiscrezione su una presunta relazione (smentita categoricamente dai due interessati) tra Pippo Inzaghi e Barbara Berlusconi.

Ci mancavano pure le indiscrezioni a luci rosa. Il martedì post-derby in casa Milan è stato sconquassato dalle rivelazioni shock di un settimanale pruriginoso secondo cui ci sarebbe del tenero tra l’allenatore rossonero Pippo Inzaghi e la figlia del presidente, nonché amministratore delegato, Barbara Berlusconi. Il classico fulmine a ciel sereno che non ha fatto ridere per nulla i diretti interessati, tanto che nel breve volgere di un paio d’ore è partito un comunicato congiunto tagliente come una spada: «Barbara Berlusconi e Filippo Inzaghi hanno dato mandato ai propri avvocati di adire le vie legali contro tutti gli organi di informazione che riporteranno la notizia di una presunta loro relazione. La notizia è infatti falsa e totalmente inventata».

Nessuna intenzione di mettere in dubbio l’autenticità delle dichiarazioni di Pippo e Barbara, ma è noto a tutti che anche i primi spifferi della liason tra Lady B e l’attaccante rossonero Pato furono accompagnati dalle smentite di rito.

Fin qui un po’ di colore, ma in casa Milan è tempo di analisi e approfondimenti sugli esiti di un derby che avrebbe dovuto dare delle risposte importanti e che invece ha lasciato aperti inquietanti interrogativi. Si può essere soddisfatti dopo il modesto pareggio contro l’Inter? E ancora, a che punto è il processo di crescita della squadra di Pippo Inzaghi? È giusto continuare a puntare ancora su Fernando Torres e sulla coppia di centrocampisti ghanese Muntari-Essien? Quali possono essere gli obiettivi concreti di questo Milan?

Andiamo per ordine. Adriano Galliani al termine della gara, riportando la soddisfazione del presidente Berlusconi, ha parlato di bicchiere mezzo pieno, ma le risposte del popolo rossonero sono state ben diverse. Il pareggio nel derby ha lasciato uno sgradevolissimo amaro in bocca e le ragioni sono evidenti: quando conduci la partita per lunghi tratti e poi hai un doppio match ball, prima sul piedino di El Shaarawy, poi su quello maldestro di Poli al 95’, è difficile sentirsi appagati. L’insoddisfazione è ancora maggiore al pensiero che al Milan sarebbe bastato davvero poco, in sede di mercato, per avere una squadra con ben altre ambizioni e soprattutto obiettivi. Ora però è inutile piangere sul latte versato, la rosa ormai è questa e diventa indispensabile fare di necessità virtù in attesa di gennaio, quando la speranza è di vedere finalmente Berlusconi e Galliani operare per migliorare la qualità del Milan e non solo per riempire le stanze di Milanello con qualche inutile innesto gratuito.

Dei tanti commenti postati nel dopo-derby dai tifosi del Milan, numerosi e  ripetuti sono stati i riferimenti a Clarence Seedorf. Malgrado l’amore indiscusso della tifoseria rossonera per Pippo Inzaghi, c’è uno zoccolo duro piuttosto ingombrante di vedove di Clarence. Un numero inevitabilmente in crescita alla luce degli ultimi risultati del Milan: l’ultima vittoria rossonera risale al 19 ottobre, in quel di Verona; da allora, la miseria di 4 punti in 5 partite giocate, con quattro pareggi e una sconfitta. Non che ci si aspettassero miracoli da Inzaghi, soprattutto alla luce della qualità complessiva della rosa, ma forse era lecito attendersi un percorso di crescita più evidente a questo punto della stagione. Ad esempio riuscire ogni tanto a mantenere il golletto di vantaggio per vincere le partite.

Il caso del centravanti spagnolo sta diventando spinoso, ma forse solo per chi ingenuamente sperava in una rinascita del Nino dopo ben 4 anni di letargo londinese. Per la gran parte degli appassionati di calcio invece, milanisti e non, l’evento può essere catalogato come qualcosa di abbondantemente preventivabile. Ora, ci sta che mister Inzaghi tenti il miracolo per resuscitare Torres, ma perché questo ostracismo pernicioso nei confronti di Giampaolo Pazzini, ormai utilizzato solo nelle amichevoli del giovedì?

Altri problemi a centrocampo. Ok, contro l’Inter mancavano De Jong e Montolivo (a parte che l’azzurro è fuori da maggio e si sapeva perfettamente che un sostituto all’altezza sarebbe stato indispensabile), ma una squadra con 28 uomini in rosa non può andare in sbattimento per due infortunati. La scelta di Inzaghi alla fine è caduta sulla task force ghanese formata da Essien e Muntari e, viste le premesse, al Milan possono perfino ritenersi soddisfatti per come sia andata a finire. Senza voler infierire sui due rossoneri, il pensiero comune è che se si predilige un centrocampo muscolare, una cerniera tutta sostanza, se si preferisce la quantità alla qualità, si vorrebbe almeno non sobbalzare sulla sedia davanti a strafalcioni da campetti di periferia e soprattutto vedere dinamismo a profusione per tutti i 90 minuti.

E veniamo al punto cruciale, gli obiettivi della stagione. Per quanto assurdo e paradossale possa sembrare, il filotto negativo ha rinvigorito le esili speranze rossonere di Champions League. Malgrado il trascurabile bottino accumulato negli ultimi cinque turni, Inter e Fiorentina sono ancora dietro e il Napoli, solo al terzo posto, è a soli 4 punti di distacco. Tutto può ancora accadere, ma urge un immediato cambio di rotta da parte di tutti in casa Milan: dalla dirigenza (in ottima mercato di gennaio) a tutta la squadra. Riusciranno i nostri eroi….?