Meloni: «Se la Turchia non riconosce i suoi crimini, non entri in UE»
«Chi non riconosce il genocidio armeno non può entrare in UE: indecenti le parole del Governo turco e vergognoso il silenzio di Renzi e Gentiloni»: è quanto scrive su twitter il presidente di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni.
ROMA (askanews) - Da FdI a Italia Unica, sono molti i partiti che ritengono vergognoso il silenzio del governo in merito al genocidio degli armeni e agli ultimi fatti. «Chi non riconosce il genocidio armeno non può entrare in Ue: indecenti le parole del Governo turco e vergognoso il silenzio di Renzi e Gentiloni»: è quanto scrive su twitter il presidente di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni. Dello stesso avviso anche Fabrizio Cicchitto (Ncd) e Corrado Passera. Ma Ban Ki-Moon dribbla sulle parole di Papa Bergoglio.
Cicchitto: il 24 aprile saremo a Yerevan
«Ribadiamo di condividere quello che ha detto il Pontefice a proposito dell'Armenia. E' stata la prima di una serie di tragedie che hanno segnato il XX secolo. Dopo di essa ci sono stati i crimini dello stalinismo contro il suo stesso popolo e la carestia prodotta in Ucraina, e successivamente ciò che è avvenuto in Cambogia, in Ruanda, in Burundi, in Bosnia. Se adesso vanno denunciate le persecuzioni contro i cristiani, che sono anch'esse al limite del genocidio, bisogna denunciare tutto quello che finora è avvenuto. Per questo come parlamentari saremo presenti il 24 aprile a Yerevan».Lo dichiara il presidente della commissione Esteri della Camera, Fabrizio Cicchitto (Ncd). «Ciò detto - prosegue - è auspicabile che fra la Turchia e l'Armenia si sviluppi un confronto e un dialogo positivi. Su questo e sulle reazioni turche condividiamo ciò che ha affermato il ministro Gentiloni, rilevando che si è trattato di 'una reazione spropositata'. Del resto già il parlamento italiano e quello europeo si erano pronunciati sull'argomento. Probabilmente nel corso di questi anni nei confronti della Turchia l'Europa ha commesso degli errori, certamente non li ha commessi l'Italia. Detto tutto ciò, di fronte alla ricorrenza di una tragedia come quella che ha colpito gli armeni non si può fare a meno di solidarizzare con essi».
Anche Italia Unica dalla parte del Papa e degli armeni
«Il Pontefice ha parlato da capo della Chiesa, ma anche da politico di statura mondiale, voce tra le poche a richiamare i grandi alla responsabilità di una lotta comune contro il terrorismo. Se questo ha generato l'irritazione di Ankara è certo un peccato, ma ben più grande è la posta in palio oggi che la strenua difesa di pagine di storia macchiate di sangue innocente. Auspichiamo che anche il nostro Governo faccia sentire la sua voce presto e in modo netto».Lo ha affermato in una nota Italia Unica, partito fondato e guidato da Corrado Passera. «Il riferimento ai massacri di cristiani ad opera del fanatismo islamico è tanto evidente quanto difficile da accettare per un "Paese cerniera" come la Turchia che si dibatte tra l'Occidente e la sua storia. Ridurre a incidente diplomatico la vicenda tra Turchia e Vaticano sull'Armenia - si legge ancora- sarebbe il classico modo per perdere una grande occasione di dibattito storico e politico. Le parole di Papa Francesco sono state chiare e forti. Negare che il genocidio del popolo armeno sia diverso dai crimini nazisti o comunisti sarebbe sbagliato, ma ora servono fratellanza e dialogo perché il mondo non deve rivivere la tragedia delle persecuzioni»
Ma per Ban Ki-Moon non fu genocidio
Per il segretario generale dell'Onu i massacri di armeni di un secolo fa sotto l'impero Ottomano furono «crimini atroci» ma non «il primo genocidio del 20esimo secolo» come detto da papa Francesco. La formula usata da Stephane Dujarric, un portavoce di Ban Ki-Moon, si ferma ben prima delle parole del Pontefice ed evidenzia un certo imbarazzo dei vertici del Palazzo di Vetro sulla questione. Parlando alla stampa, riferiscono i media turchi, Dujarric ha dribblato varie richieste di chiarire se il segretario generale concorda con Papa Bregoglio sulle stragi di armeni, limitandosi a dire che Ban conosce perfettamente «le sensibilità connesse alla descrizione di quanto accadde» nel 1915 alla comunità armena nell'Impero ottomano. Non c'è alcun progetto ai piani alti del Palazzo di Vetro di allestire una commissione internazionale per esaminare i fatti dell'epoca, ha detto. «L'Onu cerca da sempre di rafforzare la capacità della Comunità internazionale di prevenire tali atroci crimini dal ripetersi in futuro», ha affermato Dujarric..