La Turchia rilancia: la Russia sa bene cos'è il genocidio
La Turchia «respinge e condanna» le dichiarazioni rese ad Erevan dal presidente russo Vladimir Putin, che ha definito genocidio il massacro degli armeni di cui ricorre il centenario. Non solo: Ankara rimbalza le accuse, e afferma che la Russia sia il Paese «nelle condizioni migliori per sapere che cosa sia un 'genocidio'»
ANKARA (askanews) - La Turchia «respinge e condanna» le dichiarazioni rese ad Erevan dal presidente russo Vladimir Putin, che ha definito «genocidio» il massacro degli armeni di cui ricorre il centenario.
La condanna di Ankara
«Respingiamo e condanniamo la definizione di genocidio applicata agli eventi del 1915 dal presidente Putin, malgrado i nostri avvertimenti e i nostri appelli», si legge in un comunicato diffuso dal ministero degli Esteri turco.
Violazione del diritto internazionale
«Tali dichiarazioni politiche costituiscono una violazione del diritto internazionale e sono considerate nulle dalla Turchia», prosegue il comunicato, che accusa Mosca di aver fatto ricorso nella sua storia a "pratiche disumane contro i popoli turchi e musulmani".
Accuse rispedite al mittente
«Pensiamo che la Russia sia il Paese nelle condizioni migliori per sapere che cosa sia un 'genocidio' e quale sia l'oggetto di questa definizione giuridica», conclude il comunicato, sottolineando come «la ripetizione di questo errore da parte della Russia non favorirà la pace e il benessere della nostra regione».
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