25 aprile 2024
Aggiornato 23:30
Allarme in Turchia

6000 jihadisti turchi nelle fila dell'Isil

Secondo il quotidiano turco «Today's Zaman» la maggior parte dei militanti islamisti, dopo due mesi di addestramento all'estero, sarebbero ora tornati in Turchia. Una situazione che preoccupa le autorità di Ankara. «Sfortunatamente in quelle organizzazioni ci sono persone (che vengono) dalla Turchia, alcuni di loro sono già morti» ha confermato domenica il vice-premier Bulent Arinc.

ISTANBUL - Più di 6000 cittadini turchi si sarebbero uniti allo Stato islamico, l'organizzazione jihadista che controlla dal mese scorso un'ampia regione a cavallo tra la Siria e il nord dell'Iraq. E secondo il quotidiano turco Today's Zaman la maggior parte dei militanti islamisti, dopo due mesi di addestramento all'estero, sarebbero ora tornati in Turchia. Una situazione che preoccupa le autorità di Ankara. «Sfortunatamente in quelle organizzazioni ci sono persone (che vengono) dalla Turchia, alcuni di loro sono già morti» ha confermato domenica il vice-premier Bulent Arinc.

L'Isil (lo Stato islamico dell'Iraq e del Levante poi ribattezzato semplicemente Stato Islamico) avrebbe creato veri e propri centri di arruolamento nei quartieri più poveri e conservatori di Istanbul come Fatih, Bagcilar e Gungoren. Cercherebbe di reclutare soprattutto giovani tra i 18 e i 25 anni con problemi familiari e quindi maggiormente ricattabili. I militanti jihadisti turchi addestrati dall'organizzazione, inoltre, sarebbero attivi in fondazioni religiose e associazioni che organizzano attività per fare proselitismo, non solo a Istanbul, ma anche nei villaggi del Mar nero, la costa mediterranea e il sud-est a maggioranza curda.

«Migliaia di Turchi combattono nello Stato islamico. Ho parlato con migliaia di loro. Penso che i militanti turchi siano tra i 5 e i 6 mila e io ho aiutato gruppi di mujaheddin (combattenti islamisti) a varcare la frontiera» ha raccontato un ex-militante di primo piano del gruppo jihadista in un'intervista pubblicata dal quotidiano turco in lingua inglese.

Secondo i rapporti dell'intelligence, nelle fila dello Stato islamico combattono molti stranieri provenienti da Paesi come Francia, Regno unito e Germania oltre che dalla Turchia, arrivati in Siria e Iraq attraversando illegalmente il confine turco.

Le autorità di Ankara, tra i più strenui oppositori del regime di Assad, sono state più volte accusate di finanziare gruppi islamisti attivi in Siria come al-Nusra in funzione anti-curda e di aver permesso a migliaia di militanti di entrare in territorio siriano per combattere contro l'esercito regolare. Tutte critiche sempre respinte con forza dal governo turco.

La notizia che migliaia di cittadini turchi si sarebbero uniti allo Stato Islamico ha scioccato il governo. «Non avrei mai immaginato che qualcosa del genere potesse succedere nel mio paese» ha dichiarato il vicepremier Arinc domenica a Istanbul, durante le celebrazioni del mese musulmano di Ramadan.

«Secondo le informazioni di cui eravamo a disposizione nessuno di questi (gruppi radicali) avrebbe avuto una base di consenso in Turchia perché c'è un buon approccio all'Islam. La nostra gente, religiosa o meno, è legata all'Islam, credevo che questi atti perversi non sarebbero mai potuti accadere in Turchia». Secondo Arinc il numero di jihadisti turchi che combatte con lo Stato islamico sarebbe in realtà «minimo». Ma rappresenterebbe «un grande errore da parte nostra» se anche una sola persona si fosse unita all'organizzazione, ha sottolineato.