2 dicembre 2023
Aggiornato 15:30
Dieta mediterranea Ko

«Attentato» alla pasta Made in Italy: è a rischio la salute dei consumatori

Pasta, pane e pizza sono a rischio a causa del grano importato dagli altri paesi. Contiene contaminanti dannosi per la salute dei consumatori ed è privo di controlli sanitari adeguati

«Attentato» alla pasta Made in Italy
«Attentato» alla pasta Made in Italy Foto: Shutterstock

ROMA – E' in corso un altro attacco virulento al made in Italy. E stavolta sono a rischio proprio gli alimenti principali della dieta mediterranea: la pasta e la pizza. Le importazioni selvagge, e prive di controlli, da aree notoriamente inquinate stanno danneggiando alcuni tra i più celebri marchi italiani e, soprattutto, mettono a rischio la salute dei cittadini.

Pasta, pizza e pane italiano sono a rischio
La denuncia arriva dal presidente dell'associazione Granosalus, Saverio De Bonis, che è stato intervistato dal Movimento 5 stelle. Come riferisce il blog di Beppe Grillo, alcuni importanti marchi di pasta abbondantemente consumati dai cittadini italiani sono stati fatti analizzare e il risultato è stato scioccante. Nei pacchi esaminati sono state trovate tracce di contaminanti dannosi per la salute dei consumatori. Secondo De Bonis, «arrivano da un mix di grani internazionali e si trovano nel principale alimento della dieta mediterranea».

Tanti guai per la salute dei consumatori
Questo grano «cattivo» viene utilizzato a basso prezzo, «per tagliare il grano buono italiano». E non è vero che l'Italia ha un deficit di produzione: perché il Belpaese è perfettamente autosufficiente per quanto concerne la produzione nazionale di pasta. Ma poiché rappresenta una delle voci più importanti della nostra bilancia commerciale (è tra i prodotti made in Italy maggiormente esportati) lo Stivale deve importare una certa quantità di grano per produrne di più e poterla esportare. E a questo punto iniziano i guai dei consumatori, che non sanno più cosa c'è nel loro piatto.

Dov'è finito il principio della precauzione?
«L'attuale normativa sull'etichettatura non dà garanzie, non dà informazioni come per l'acqua minerale in cui è possibile guardare i tenori di sodio, di fluoro, di nitrato, di clorato o di solfato... Sulle buste della pasta questa possibilità non è garantita», sottolinea De Bonis. E il risultato è che gli italiano non sanno cosa mangiamo realmente. «Recenti studi olandesi hanno dimostrato che anche a bassissimi dosaggi queste sostanze possono essere dannose, quindi il principio di precauzione (principio peraltro garantito dall'Unione europea) imporrebbe che, di fronte a questi dubbi di natura scientifica circa i rischi, l'Italia adottasse una politica di maggiore prudenza». Ma gli interessi dei consumatori contrastano con le esigenze dell'industria.

Niente controlli sanitari nei porti italiani
Secondo il giornalista Gianni Lannes, intervistato dagli esponenti del Movimento 5 stelle insieme al presidente di Granosalus, é in atto «una guerra ambientale non dichiarata, non convenzionale». Nel nostro Paese approdano quotidianamente carrette del mare cariche di frumento «provenienti da Paesi del Terzo e Quarto mondo, da aree inquinate notoriamente dalla radioattività come l'Ucraina, la Russia, la Bielorussia, la Francia ed altri Paesi dove non ci sono assolutamente controlli». Lannes lavora a un'inchiesta sui controlli nei porti dell'Adriatico da circa due anni e assicura che «non ce ne sono assolutamente». Nessun tipo di controllo a livello sanitario. E questa importazione selvaggia non fa bene né al made in Italy né alla salute dei consumatori italiani.