Made in Italy, Lega contro Francia: «No lezioni da chi mette la baguette sotto il braccio»
Il ministro delle Politiche agricole, Giam Marco Centinaio, denuncia l'attacco in corso al patrimonio agroalimentare italiano
ROMA - «Ci risiamo. La cosa che mi dispiace maggiormente è che a capitanare questo gruppo sia la Francia che come noi dovrebbe tutelare le eccellenze enogastronomiche locali». Così il ministro delle Politiche agricole, Gian Marco Centinaio, contro l'attacco al patrimonio agroalimentare da parte di alcuni Paesi in un'intervista al Quotidiano Nazionale. «Rischiamo che una fetta di prosciutto crudo, una noce di Parmigiano o un cucchiaio di olio extra vergine d'oliva vengano paragonati a una sigaretta». Per Gian Marco Centinaio è in atto un gioco che definisce «torbido». Per il ministro delle Politiche Agricole «C'è qualcuno, capitanato da multinazionali e portatori di interessi diversi dai nostri, che vuole mettere in difficoltà i prodotti tipici dei vari Paesi. Non è solo un problema italiano. La cosa che faremo nei prossimi giorni è mettere in campo tutta la nostra diplomazia. Su questo argomento non possiamo fare passi indietro».
I rischi per l'Italia
Per quanto riguarda i rischi per l'Italia, Centinaio sottolinea che «rischiamo che una fetta di prosciutto crudo, una noce di Parmigiano o un cucchiaio di olio extra vergine d'oliva vengano paragonati a una sigaretta. Con la conseguenza che avremmo un'etichetta che indichi che sono prodotti nocivi alla salute». Per il ministro «c'è qualcosa che non torna e su cui voglio andare fino in fondo. Penso che non si possano avvantaggiare le multinazionali che costruiscono prodotti in laboratorio a discapito di un'intera economia. Se così fosse, lo denunceremo in tutte le sedi opportune».
Il ruolo della Francia
Nel mirino del ministro leghista soprattutto la Francia che «dimostra ancora una volta che la sua politica internazionale è quella di imporre le proprie regole a discapito delle scelte alimentari dei cittadini di tutto il mondo. Se così fosse faremo di tutto per far capire a Macron che il mondo non parla francese. Io promuovo quanto di buono produce l'Italia. Non accetto lezioni da chi quando compra la baguette non la mette nel sacchetto di carta ma sotto il braccio».
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