16 aprile 2024
Aggiornato 22:30
Parla l'ex governatore della Banca d'Inghilterra

Perché la Brexit farà bene alla Gb (e cosa rischiano le banche europee)

Secondo l'ex governatore della Banca d'Inghilterra, Marvyn King, la Brexit sarà una manna per il Regno Unito e porrà fine a molti problemi causati dall'appartenenza all'Unione europea

La premier inglese, Theresa May.
La premier inglese, Theresa May. Foto: ANSA/ PA ANDYRAIN ANSA

LONDRA – La Brexit sarà una manna per il Regno Unito. Ne è convinto, senza ombra di dubbio, Marvyn King, governatore della Banca d'Inghilterra dal 2002 al 2013. Secondo l'autorevole economista, giunto in Italia per presentare il suo secondo libro, il futuro dell'economia globale sarà determinato dalla «fine dell'alchimia»: il sogno europeo è destinato a fallire perché i cittadini ormai hanno perso la fiducia nelle sue istituzioni. Ma, forse, non è ancora detta l'ultima parola per l'euro, perché il banchiere inglese ha una ricetta per riformare la moneta unica e salvare le banche comunitarie dal collasso. Funzionerà?

Parla l'ex governatore della Banca d'Inghilterra
Mervyn King, il sessantanovenne ex governatore della Banca d'Inghilterra, è giunto in Italia per presentare il suo nuovo libro: «La fine dell'alchimia: il futuro dell'economia globale» e ha rilasciato una lunga intervista a Francesco Cancellato per Linkiesta. Il banchiere britannico ha detto la sua sulla Brexit, l'euro e l'Unione europea puntando il dito contro le disfunzioni della moneta unica e delle politiche comunitarie. «Non è la Brexit il vero problema del Regno Unito», ha detto Mervyn King sottolineando che proprio l'uscita dall'Ue potrebbe rivelarsi una strategia vincente per l'economia inglese. Anzi, Theresa May dovrebbe intraprendere a suo dire anche la strada dell'abbandono dell'unione doganale e del mercato unico.

Il Regno Unito avrà più chance di siglare accordi commerciali
«Dobbiamo lasciare l’unione doganale perché non possiamo mettere il nostro futuro commerciale nelle mani del caos di due anni di negoziazioni – ha sottolineato Marvyn King -. Il governo britannico deve pianificare semmai uno sforzo doppio per rinnovare l’efficienza delle proprie dogane e renderle iper-efficienti». Tra due anni il Regno Unito «sarà pronto» a fare a meno del mercato unico e dell’unione doganale. «E saremo liberi di fare accordi bilaterali con chiunque, dagli Usa alla Cina, Unione Europea compresa» ha proseguito l'ex banchiere centrale. «Uno dei più grandi insuccessi dell’Unione Europea, infatti, è stata ed è la sua incapacità di fare accordi commerciali».

L'Ue è vittima delle sue politiche monetarie
Secondo l'ex governatore della Banca d'Inghilterra, il Regno Unito avrà molte più chance di siglare da solo accordi bilaterali più vantaggiosi con altri stati. Inoltre, la Brexit potrà risolvere un altro gravoso problema che affligge tutt'ora il continente, quello dei tassi (troppo) bassi. Il tasso d’interesse sconta il valore futuro di un bene e se è basso l’economia non funziona. Prendiamo le pensioni e le assicurazioni: coi tassi sotto zero di oggi non valgono i sacrifici per mantenere in essere fondi e coperture assicurative. «Noi oggi ce la caviamo, ma domani avremo una crisi del nostro sistema pensionistico per colpa di questi tassi d’interesse – ha sottolineato Marvyn King -. Una crisi che riguarderà chi oggi è giovane. E questo deve essere chiaro».

L'immigrazione ha prodotto una frattura insanabile
Inoltre, scegliendo la via della Brexit, il Regno Unito dirà addio anche alla libera circolazione delle persone e secondo il banchiere inglese sarà un toccasana per l'economia nazionale: «Oggi abbiamo un milione di polacchi nel Regno Unito. E per le classi medio alte è una cosa bellissima» perché hanno «bravissimi giardinieri polacchi, ottimi autisti polacchi e le case costano meno da quando ci sono i muratori polacchi». Ma «se sei un giardiniere britannico, un autista britannico, un muratore britannico non sei altrettanto contento perché sono entrate nel tuo paese persone che ti fanno concorrenza. E lo fanno sfidandoti con prezzi più bassi». Secondo King l’immigrazione ha prodotto una frattura insanabile tra le classi medio-alte e i ceti popolari. «Per sanare questa frattura l’unica via possibile era ridurre l’immigrazione». E per farlo, l’unico modo era lasciare l’Unione Europea.

La ricetta di King per salvare le banche e la fiducia
Come si legge nel libro, le sfide che ora attendono l'Europa sono due: «riformare l’Euro e risolvere la gigantesca crisi migratoria di questi ultimi mesi, che chiaramente non era prevista quando è stato deciso di garantire il libero movimento delle persone all’interno dell’Unione». Tutti sono concordi nel dire che l'euro non sta funzionando, ma il problema principale è trovare il modus operandi. A questo impasse King non sa dare una risposta, ma propone invece una ricetta per ripristinare la fiducia verso le istituzioni comunitarie e le banche europee, che altrimenti rischiano di collassare. «La conclusione a cui sono giunto è che le banche, invece che chiedere soldi alle banche centrali solamente quando vanno in crisi, dovrebbero sempre avere degli asset in pegno alle banche centrali in modo da essere sempre in grado di ripagare il capitale versato, comunque vada, in qualunque momento». In pratica, sarebbe «una specie di tassa sull’alchimia», come la definisce il banchiere. «Se lo facciamo, possiamo prevenire ogni rischio di bancarotta bancaria e di corse agli sportelli come nel 2008». Un'utopia? Secondo King non lo è affatto perché la strada è tracciata e perfettamente percorribile qualora la Bce decidesse di ascoltare il suggerimento. Ma l'Unione europea avrà interesse ad intraprenderla?