29 marzo 2024
Aggiornato 12:30
Riforma delle pensioni

Pensioni, Poletti: «Sistema sostenibile e in equilibrio. No ad altri interventi»

Il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, ha risposto al presidente dell'Inps, Tito Boeri, che aveva sollevato la questione del debito pensionistico implicito, negando la possibilità di altri interventi sul fronte previdenziale

ROMA – Secondo il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, il sistema previdenziale italiano è «sostenibile nel lungo periodo, in equilibrio e in grado di contribuire alla gestione della finanza pubblica» secondo gli accordi convenuti con la Commissione europea.

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Poletti risponde a Boeri sul debito implicito
Il ministro del Lavoro ha risposto al presidente dell’Inps, Tito Boeri, che ha sollevato il problema del debito pensionistico implicito destando l’interesse dei media e la preoccupazione dei futuri pensionati e dei risparmiatori italiani. Il debito implicito «non è un indicatore di sostenibilità del bilancio pubblico» e quindi «siamo di fronte a un fenomeno che non ha alcuna incidenza significativa rispetto alla spesa e al bilancio dello Stato e non propone problemi in questo senso», ha risposto Giuliano Poletti ai rilievi mossi dal presidente dell'Inps Tito Boeri che aveva appunto manifestato preoccupazioni sulla sostenibilità dei conti previdenziali legate a un ampliamento del debito implicito.

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Poletti: Il debito pensionistico implicito non è rilevante
«Boeri ha sollevato il tema del debito pensionistico implicito - ha spiegato Poletti - ma avendo l'Inps emanato una comunicazione che qualifica e definisce il debito implicito, io credo si possa assumere il dato che il debito pensionistico implicito non è un indicatore sostenibilità del bilancio pubblico e non può essere usato come tale». Questa, ha sottolineato, «è un'idea condivisa dalla Commissione Ue e dalla Ragioneria generale dello Stato, non è un'idea del ministero del Lavoro – ha precisato Poletti -. Lo stesso Boeri diceva che l'ammontare non è rilevante sull'ammontare della finanza pubblica e che le stime sono soggette alle altre variabili sottostanti».

Non ci saranno altri interventi sul versante previdenziale
Tanto più che con gli interventi realizzati a partire dal '92 si è lavorato sul versante previdenziale «con la finalità di costruire un assetto stabile nel tempo». Per questo Giuliano Poletti si sente di escludere qualsiasi ipotesi di intervento sul versante previdenziale, dato che «non credo ci siano pericoli sul tema dell'equilibrio e della stabilità dei conti pubblici».Pericoli o richieste di andare in direzione di un ulteriore intervento sul versante della riforma o dei trattamenti previdenziali pensionistici «direi che non vi sono presenti in nessuna sede», ha ribadito il ministro.

Il dialogo con le organizzazioni sindacali
Quindi, ha aggiunto, «in questa fase con riferimento al dialogo aperto con la Commissione europea, sia in prospettiva, per questo governo non sono previsti interventi che segnino una modifica sostanziale di questa situazione». Se non lo sviluppo di un confronto con le organizzazioni sindacali con le quali in occasione di una precedente discussione «abbiamo convenuto una serie di problemi che hanno avuto un parziale recepimento in legge di bilancio, mentre una parte è stata rimessa a una seconda fase del dialogo».In buona sostanza, ha concluso Poletti, «quello che noi oggi abbiamo in campo è la volontà di continuare questo dialogo, non abbiamo altre intenzioni come governo e non abbiamo richieste a livello europeo».