Legge di Bilancio 2017, tutto quello che non ci convince
Le novità della legge di Bilancio 2017 sono molteplici e significative: dall'abolizione di Equitalia all'introduzione dell'Iri, dal piano previdenza alla riduzione del canone RAI. Ma alcune misure non mancano di criticità
ROMA – Le novità in arrivo con la legge di Bilancio 2017 sono molte. La manovra è lievitata a 27 miliardi di euro dai 24,5 stimati in principio, prevede tra le altre cose l'abolizione di Equitalia, l'estensione del bonus delle ecoristrutturazioni a condomini e alberghi, la semplificazione dei regimi fiscali dei piccoli imprenditori, l'aumento di 2 miliardi di euro per il Fondo sanitario e la riduzione del canone RAI da 100 euro a 90 euro. Ma non manca neanche di criticità.
Le novità della legge di Bilancio 2017
La manovra finanziaria è stata varata oggi dal Consiglio dei ministri e prevede alcune importanti novità. La legge di Bilancio è lievitata raggiungendo quota 27 miliardi di euro dai 24,5 miliardi stimati in principio. Tra le misure più significative vale la pena ricordare l'abolizione di Equitalia, l'estensione del bonus delle ecoristrutturazioni a condomini e alberghi, la semplificazione dei regimi fiscali dei piccoli imprenditori, l'aumento di 2 miliardi di euro per il Fondo sanitario e la riduzione del canone RAI da 100 euro a 90 euro. Secondo il presidente del Consiglio, è una manovra orientata «allo sviluppo e all’equità» che persegue la politica del governo del «passo dopo passo».
Una manovra poco equa
Tra gli interventi più importanti troviamo quelli per la crescita economica, la competitività delle imprese e il pacchetto previdenza. Tuttavia la legge di Bilancio 2017 presenta alcune criticità ed è, contrariamente a quanto affermato dal premier, assai poco equa. Come sottolinea Chiara Saraceno su La voce.info, infatti, mentre la legge di Bilancio 2017 stanzia per il piano previdenza del governo Renzi circa 7 miliardi di euro da spalmare nei prossimi tre anni e di questi circa 2 miliardi di euro solo per il 2017 (per l'esattezza 1 miliardo e 900 milioni di euro), alle famiglie con bambini vanno invece solo 600 milioni di euro da ripartire ulteriormente tra bonus e voucher per pagare il nido.
Più risorse ai pensionati, poche alle famiglie
In questo modo la distribuzione delle risorse avvantaggia soprattutto i pensionati con assegni previdenziali bassi (ma non necessariamente redditi bassi), a discapito dei giovani e delle famiglie numerose che sentono maggiormente la crisi economica. Si ricordi che in base ai dati Istat un terzo delle famiglie italiane con 5 o più componenti sono povere. Verrebbe da pensare che al capitolo pensioni - tema più sentito dalla popolazione rispetto a quello della povertà delle famiglie numerose – vengono destinate maggiori risorse economiche soprattutto in vista di importanti appuntamenti elettorali.
L'abolizione di Equitalia
Ma le criticità della manovra finanziaria non finiscono qui. Un altro problema rilevante riguarda l'abolizione di Equitalia. Si tratta di un altro spot elettorale con effetti collaterali potenzialmente negativi. E' molto probabile, infatti, che la funzione di riscossione venga riassorbita all'interno dell'Agenzia delle Entrate e per i cittadini non cambierà granché. Ma questa decisione darà luogo, invece, a una serie di nuovi problemi di ordine giuridico e organizzativo nel contesto italiano. Come ricordano Silvia Giannini e Alessandro Santoro, infatti, le procedure di reclutamento e il trattamento contrattuale attualmente in vigore per Equitalia sono molto diversi da quelli dell’Agenzia delle entrate.
L'introduzione dell'Iri
Perciò il tentativo di far rientrare nel perimetro dell’amministrazione pubblica dipendenti non assunti tramite concorso potrebbe essere incompatibile con la Costituzione e, in particolare, con l'articolo 97: «Agli impieghi nelle pubbliche amministrazioni si accede mediante concorso, salvo i casi stabiliti dalla legge». Una nota positiva riguarda invece l'abbassamento dell'Ires dal 27,5% al 24% e l'introduzione dell'Iri (imposta sul reddito dell'imprenditore) con aliquota semplificata al 24%. L’Iri darà la possibilità alle società di persone e alle imprese individuali (solo però se in contabilità ordinaria) di pagare sugli utili trattenuti presso l’impresa la stessa aliquota Ires che si applica alle società di capitali, invece dell’Irpef.
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