19 aprile 2024
Aggiornato 06:30
L'atteso discorso del governatore

BCE, prima riunione del Direttorio post Brexit: ecco cos'ha deciso Mario Draghi

La prima riunione del Consiglio direttorio della BCE dopo il voto inglese si è svolta questa mattina. Il presidente Draghi ha affrontato in conferenza stampa le conseguenze economiche della Brexit, la situazione in Turchia e il nodo delle sofferenze bancarie

FRANCOFORTE – La prima, attesissima riunione del Consiglio direttorio della BCE dopo il referendum inglese si è conclusa e il presidente Draghi ha affrontato in conferenza stampa le questioni scottanti in agenda e sulle quali aveva scelto finora di non pronunciarsi: dalle conseguenze economiche della Brexit alla questione delle banche italiane. Ecco cos’ha deciso la banca centrale europea.

La prima riunione del Consiglio della BCE dopo il voto inglese
Nella prima riunione del Consiglio direttorio post brexit, la BCE ha deciso di prendere tempo riguardo la politica monetaria e ha lasciato invariati i tassi di interesse. Le decisioni sono rimandate a settembre, quando saranno disponibili nuovi dati sull’economia europea. Come avevamo avuto modo di anticipare, i tassi di interesse restano quindi confermati ai minimi storici nell’Eurozona: zero sulle principali operazioni di rifinanziamento, 0,25 per cento sui rifinanziamenti marginali e meno 0,40 per cento sui depositi custoditi per conto delle banche commerciali. Inoltre, l’istituzione di Francoforte ha deciso di non prolungare – per il momento – il piano di acquisto dei titoli pubblici e privati confermando che il QE dovrebbe esaurirsi nel marzo del 2017. Ha specificato, però, che potrà proseguire «oltre, se necessario».

Le conseguenze economiche della Brexit
Nella conferenza stampa seguita al Direttorio, Mario Draghi ha anche affrontato il nodo brexit, dal quale finora si era sempre tenuto lontano. Il governatore ha annunciato che date «le prevalenti incertezze» sulle prospettive economiche dell'area euro a seguito del voto inglese, il Consiglio direttivo della Bce «monitorerà molto da vicino gli sviluppi» futuri. Secondo Draghi è troppo presto per valutare il reale impatto della brexit ed è necessario aspettare di avere maggiori informazioni, ma ha assicurato che  «se sarà necessario per raggiungere i suoi obiettivi, il Consiglio  agirà con tutti i suoi strumenti».Il banchiere centrale ha comunque sottolineato che i mercati hanno reagito all’aumento della volatilità con «una resistenza incoraggiante» dimostrando una buona capacità di resilienza.

La Turchia e il nodo delle sofferenze bancarie
Draghi non ha dimenticato neppure la Turchia, dopo gli eventi legati al fallito golpe che ha scosso l’Europa nei giorni scorsi. I fatti che stanno accadendo al di là del Bosforo «potrebbero pesare sui livelli di fiducia, ma è molto difficile quantificare il loro impatto sulla ripresa economica dell'area euro", ha chiarito il governatore centrale. Infine ha affrontato la spinosa questione delle banche italiane. Il problema dell'eccesso di crediti deteriorati in alcuni istituti bancari europei «è una riforma molto importante» e «certamente» è una questione «che va affrontata", anche perché ostacola l'efficace trasmissione della politica monetaria. Draghi non si limita al rimprovero, ma propone una soluzione articolata su «tre pilastri»:  il primo è «un solido approccio della vigilanza». Il secondo è "un mercato pienamente funzionante dei crediti deteriorati». E il terzo «è un governo che agisca» efficacemente, anche con le necessarie «revisioni delle regole».

La questione delle banche italiane
Secondo il presidente della BCE, in Italia «si può fare di più» per allestire delle regole che rendano efficiente il mercato di smaltimento dei crediti deteriorati delle banche e per gestire «il retaggio» dei Non performing loans (Npl) dei passati anni di crisi. «I crediti deteriorati delle banche in Italia sono un grande problema che richiederà tempo, come ha richiesto tempo risolverlo ovunque – ha spiegato Draghi -. Ma dobbiamo essere consapevoli che più a lungo permarranno meno funzionerà il sistema bancario e meno saranno capaci le banche di tramettere gli impulsi monetari all'economia».Il governatore ha ricordato che gli elevati Npl rendono le banche particolarmente vulnerabili ai mercati, perché mettono in dubbio la redditività futura. In tal senso, la strada da intraprendere per risolvere alla radice il problema delle sofferenze in pancia alle banche italiane «è quella di avere un mercato degli Npl ben funzionante. Servono diverse cose ma una è dominante: creare un quadro legislativo dove i crediti deteriorati si possono vendere facilmente». Il presidente della BCE ha concluso rimarcando che «molte cose sono state fatte, ma molto resta da fare».