6 maggio 2024
Aggiornato 04:01
Debito pubblico

La verità sui conti pubblici che fa tremare Padoan: «Servirà una manovra da 35-40 miliardi»

La denuncia arriva dal presidente dei deputati di Forza Italia, Renato Brunetta, che profetizza come in autunno il maxi-buco dei conti pubblici emergerà in tutta la sua gravità

Renato Brunetta lancia l'allarme sui conti pubblici italiani.
Renato Brunetta lancia l'allarme sui conti pubblici italiani. Foto: Giuseppe Lami ANSA

ROMA - «Sulla maxi manovra da 35-40 miliardi da approvare entro il prossimo ottobre, il governo Gentiloni sta ingannando gli italiani». La denuncia arriva da Renato Brunetta, presidente dei deputati di Forza Italia, che ha spiegato come «inizialmente, il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, ha tentato di farci credere che la Commissione europea avesse concesso all'Italia uno sconto sulla correzione del deficit pari a 9 miliardi». Ma questa eventualità farebbe saltare il programma di stabilità consegnato a Bruxelles dal Tesoro, che prevede un rapporto deficit/Pil in discesa all'1,2% nel 2018, allo 0,2% nel 2019 e a zero nel 2020. Regalo che, tra le altre cose, non si evince in alcun modo dalla lettura attenta della lettera inviata da Bruxelles al Tesoro e, in ogni caso, secondo Brunetta non è stato mai confermato dagli organi della Commissione. Una concessione del genere farebbe infatti lievitare ulteriormente il debito pubblico, già a livelli record, nel momento stesso in cui l'Europa spinge affinché l'Italia lo riduca sostanzialmente.

La verità sui conti pubblici secondo Brunetta
«Così, il governo ha provato a indorare la pillola - ha proseguito Brunetta - esultando per le ultime previsioni di crescita dell'Istat, che ha rivisto leggermente al rialzo la stima del Pil 2017 a +1,4%». Secondo il forzista si tratta di stime aleatorie, che non tengono conto dei rischi legati alla fine delle politiche monetarie accomodanti annunciata dalla BCE, del super-euro che minaccia di ridurre l'export italiano e dei pessimi dati sull'occupazione. Anche ammesso che le stime venissero confermate, la crescita risulterebbe, in ogni caso, troppo bassa per poter contribuire significativamente al miglioramento dei rapporti deficit/Pil e debito/Pil.

In autunno il maxi buco emergerà in tutta la sua gravità
Occorrerebbe che il tasso di crescita superasse almeno il +2% per cominciare a vedere effetti significativi su questi due indicatori. «La verità è che il governo è angosciato per la prossima manovra, che rappresenterà l'ultimo atto significativo prima della fine della legislatura», prosegue Brunetta. Il Partito democratico vorrebbe approvare «una finanziaria lassista, fatta di mance e regali per attrarre consensi», ma è la semplice matematica dei conti che condannerà il Tesoro a vararne una monstre da 35-40 miliardi. Soldi che, peraltro, non ci sono e che non potranno essere trovati nei prossimi due mesi. E in autunno «il maxi buco dei conti emergerà in tutta la sua gravità», ha concluso Brunetta.