25 aprile 2024
Aggiornato 02:00
La stretta imminente

Fed, oggi inizia Jackson Hole. Perché la Yellen potrebbe decidere il rialzo dei tassi

L'incontro di due giorni dei vertici della Federal Reserve sta per cominciare. C'è grande attesa perché si deciderà la politica monetaria dei prossimi mesi e potrebbero arrivare i primi segnali di un rialzo dei tassi da parte della banca centrale americana.

ROMA – E' il giorno di Jackson Hole. L'attenzione della finanza globale è tutta rivolta all'incontro dei vertici della Federal Reserve che si svolgerà oggi e domani in Wyoming. Un appuntamento attesissimo perché la presidente della Fed, Janet Yellen, potrebbe rivelare al mondo le prossime mosse della banca centrale americana.

Comincia oggi Jackson Hole
Ci siamo. L'incontro di due giorni dei vertici della Federal Reserve, riuniti in un resort di montagna nel Wyoming, sta per cominciare. C'è grande attesa perché si deciderà la politica monetaria dei prossimi mesi e, soprattutto, perché potrebbero arrivare i primi segnali di un rialzo dei tassi da parte della banca centrale americana. Finora il linguaggio della Fed è stato sibillino e la presidente Janet Yellen ha preferito rimandare l'aumento del costo del denaro a causa delle incertezze legate all'andamento dell'economia statunitense e alla Brexit.

Verso una stretta monetaria
Dalla riunione di luglio, però, il quadro sembra essere mutato. Secondo molti analisti la Fed potrebbe decidere un rialzo dei tassi già a settembre. Stando ad alcuni dati macroeconomici le condizioni del mercato del lavoro stanno migliorando e l'economia americana sta raggiungendo gli obiettivi prefissati dalla banca centrale americana. Ovviamente si tratta solo di ipotesi, e di certo la Yellen non detterà i tempi precisi del rialzo, ma è pensiero diffuso che il governatore possa offrire con il suo discorso una serie di indizi interessanti per Wall Street.

L'annuncio del numero due della Fed
Domenica scorsa, in un intervento all'Aspen Insitute, ad Aspen in Colorado, il numero due della Fed, Stanley Fischer, ha già preannunciato la svolta imminente. Fischer ha sottolineato che l'economia americana è molto vicina ai target stabiliti (l'inflazione si trova vicino al 2% e il tasso disoccupazione è sceso notevolmente), e che sono stati raggiunti gli elementi fondamentali per procedere con una nuova stretta monetaria. A sua volta, il governatore della Fed di New York, William Dudley, ha detto che il tanto atteso rialzo dei tassi potrebbe arrivare già a settembre. Tuttavia, non tutti sono d'accordo su questo punto.

Le incognite su una nuova recessione
Alcuni economisti, infatti, ritengono invece che sarebbe saggio aspettare perché la banca centrale americana non disporrebbe ancora degli strumenti necessari per affrontare una eventuale nuova recessione. Il dibattito sulla prossima recessione e su quanto spazio di manovra c'è per combatterla resta aperto. L'economia statunitense, infatti, presenta segni di grande fragilità, nonostante il manifesto ottimismo dei media mainstream. La maggioranza dei governatori sostiene che ci siamo abbastanza strumenti a disposizione in caso di una crisi economica. Ma, sebbene la fiducia sia un concetto keynesiano imprescindibile per qualsiasi scelta di politica monetaria, è bene ricordare che un diffuso ottimismo la faceva da padrone anche prima della crisi dei mutui sub-prime.