19 marzo 2024
Aggiornato 03:00
Nuovo minimo storico per i bund tedeschi

Germania: locomotiva o zavorra d'Europa?

La Germania è un ombrello sicuro sotto cui parcheggiare il denaro. L'ennesima dimostrazione è arrivata nell'odierna asta di titoli di Stato biennali (Schatz) dove Berlino, a fronte di una domanda pari a 5 miliardi, ha collocato 4,029 miliardi pagando tassi negativi. Intanto, il surplus commerciale tedesco ha raggiunto un altro massimo storico.

ROMA - La Germania ombrello sicuro sotto cui parcheggiare il denaro. Almeno sembra questa la «vulgata» del mercato. Ennesima dimostrazione nell'odierna asta di titoli di Stato biennali (Schatz) dove Berlino, a fronte di una domanda pari a 5 miliardi, ha collocato 4,029 miliardi pagando tassi negativi. In pratica, chi investe nel debito pubblico tedesco invece di di essere remunerato preferisce pagare Berlino per assumersi il rischio di credito Germania. Un paradosso della finanza che rischia di sfociare in un vicolo cieco. E deriva da un forte scompenso della bilancia commerciale.

NUOVO MINIMO STORICO PER IL RENDIMENTO DEL TITOLO SCHATZ - Il titolo Schatz, scadenza 2017, cedola zero, è stato infatti venduto agli investitori con un prezzo medio di 100,45, contro un valore di rimborso alla scadenza pari a 100, dunque incorpora una perdita a scadenza di 45 centesimi e conseguentemente il rendimento risulta negativo e pari -0,22% annuo. Si tratta del nuovo minimo storico. Chi punta sulla Germania spera dunque che il prezzo dei titoli biennali, che non fruttano interessi, salga oltre quello di acquisto. Ipotesi non remota alla luce del Quantitative easing (acquisto di titoli di Stato) prossimo venturo della Bce. Un'attesa, a dir il vero, abbastanza condivisibile, considerando il paradosso della situazione attuale,c he non potrà necessariamente protrarsi troppo a lungo. Al momento - e qui sta il paradosso - conviene agli investitori mantenere il denaro liquido (cioé non investire), perché il rendimento dei titoli tedeschi risulta addirittura negativo. Quando, però, il segno tornerà ad essere positivo non è dato sapere; mentre altri 970 milioni di titoli biennali 2017 sono stati acquistati dalla Bundesbank portando la raccolta totale di questa asta a quota 5 miliardi di euro.

E NUOVO MASSIMO STORICO PER IL SURPLUS TEDESCO - Intanto, però, c'é un altro record tedesco sul quale bisognerebbe tenere gli occhi bene aperti. Perché la Germania, in barba alle regole dell'Unione Europea che lei stessa difende a suon di austerity, ha chiuso il 2014 con attivo commerciale pari a 217 miliardi di euro. A fronte di 1.134 miliardi di euro di esportazioni. Si tratta di una politica neomercantilista fortemente aggressiva nei confronti degli altri paesi europei, e che inchioda la Germania ben al di là dei parametri di Maastricht che essa stessa difende con ardore e determinazione. Nelle tabelle di Destatis possono leggersi chiaramente i dati relativi allo squilibrio macroeconomico in corso da circa quindici anni, e che ha portato la bilancia commerciale dei tedeschi dall'avere un saldo negativo (prima dell'introduzione dell'euro) a uno fortemente positivo. La creazione del mercato comunitario e il tasso di cambio estremamente vantaggioso per il marco, insieme alla politica nazionale dei salari bassi coadiuvata da un incremento della produttività nazionale, ha permesso lo sviluppo delle esportazioni: vero volano dell'economia della Germania. Ma l'ha anche esposta a numerose critiche, perché se da un lato viene definita la locomotiva d'Europa, è altrettanto vero che il carburante lo forniscono le importazioni degli altri paesi membri dell'UE, senza i quali l'export non registrerebbe questi risultati e che invece subiscono la forza centrifuga dell'economia tedesca. Da sottolineare che nel cosiddetto "six-pack" della Commissione Europea, che dovrebbe garantire lo sviluppo economico del Vecchio continente, è previsto che il surplus di bilancio non superi il 6% del Pil, ma la Germania ha violato la regola per il quinto anno consecutivo. Dinnanzi al nuovo minimo storico del rendimento del titolo Schatz e al nuovo record dell'export tedesco, c'è da chiedersi quando per entrambi si verificherà un'inversione di tendenza.