8 maggio 2024
Aggiornato 14:00
Calcio | Milan

Contro il Genoa Inzaghi si gioca la faccia

Dopo la squallida prestazione dei rossoneri a Udine e le polemiche sugli spifferi relativi al presunto scontro frontale tra Inzaghi e parte dei calciatori, stasera il Milan torna in campo e Inzaghi sceglie di tornare all’antico: i centravanti Destro e Pazzini in panchina e Menez al centro dell’attacco.

MILANO - Diciamo subito che la sconfitta rimediata a Udine nell’ultima giornata di campionato non sposta di una virgola la stagione indecorosa e al limite della vergogna del Milan di Inzaghi. Dal punto di vista dell’allenatore però è stata l’ennesima dimostrazione di assoluta incapacità da parte del tecnico piacentino di riuscire a dare una lettura corretta della partita e soprattutto di saper gestire il rapporto con i suoi ragazzi.

I DELIRI POST-PARTITA DI INZAGHI - Dal punto di vista strettamente mediatico fa tristezza pensare che le conferenze stampa post partita di Pippo Inzaghi, esibizioni dialettiche ai limiti del surreale, siano diventate oggetto di culto per i tifosi delle altre squadre, ansiosi di poter assistere al consueto teatrino ai confini del ridicolo dell'allenatore rossonero, nemmeno si trattasse di una puntata del «Drive In».
Ma l’ultima in ordine di tempo, quello registrata sabato sera nella pancia dello stadio Friuli di Udine, ha lasciato letteralmente interdetti gli osservatori: «Oggi sono deluso, è l'unica partita di quest'anno nella quale esco con grande delusione».
L’unica partita? E delle prestazioni indecenti dei rossoneri a Torino contro i granata, o contro il Sassuolo e l’Atalanta in casa, o magari all’Olimpico contro la Lazio, o a Verona contro il Chievo, solo per citare alcune perle di questa stagione infausta, non vogliamo parlare?

QUI LO DICE, QUI LO NEGA - Abbiamo spesso sottolineato nel corso del campionato l’incomprensibile atteggiamento del tecnico rossonero nelle sue analisi del dopo gara e la sua spocchiosa attitudine a negare l’evidenza anche di fronte alle schiaccianti prove a sfavore offerte dai vari opinionisti chiamati ad intervistarlo.
Dopo la sconfitta di Udine sembra quasi che Inzaghi si sia finalmente destato dal torpore accorgendosi che questa squadra è inguardabile («oggi abbiamo fatto una brutta partita, sono molto arrabbiato per l’atteggiamento»). Come se finora fosse andato tutto per il verso giusto.
Teoria che in effetti Inzaghi ha riprovato a propinare al mondo del calcio con un’altra delle sue allucinanti esternazioni: «Venivamo da nove partite giocate bene». Frase peraltro poi immediatamente smentita, sempre ai microfoni di sky, davanti ad un esterrefatto Costacurta. Verrebbe da chiedere a Pippo Inzaghi se ha ancora memoria di quali siano le partite meritevoli di essere realmente considerate ben giocate. E si che lui, alla testa di un grandissimo Milan, ne ha giocate parecchie.

SE INZAGHI FOSSE STATO MENO TOLLERANTE CON I SUOI… - Il rammarico è che se invece di essere sempre così accondiscendente nei confronti dei suoi ragazzi Pippo Inzaghi avesse usato un po’ più il bastone, anche pubblicamente e davanti alle telecamere, come ha fatto al termine della gara persa contro l’Udinese, forse avremmo visto meno frequentemente performance disgustose da parte di ragazzotti svogliati e indolenti. E magari - chissà - il Milan avrebbe qualche punto in più in classifica.

DE SCIGLIO TORNA TITOLARE - Intanto, per il match contro il Genoa, insignificante ai fini della classifica ma decisivo per la reputazione del tecnico e dei calciatori, Filippo Inzaghi ha deciso di cancellare dalla formazione titolare i due centravanti in rosa, Mattia Destro e Giampaolo Pazzini (quest’ultimo in rete a Udine), dando un’ennesima picconata alla sua immagine di allenatore coerente e con le idee chiare. Lì davanti sarà ancora una volta Jeremy Menez a guidare l'attacco rossonero, con Honda da una parte e Cerci dall’altra a fargli da valletti; a centrocampo toccherà a De Jong, Bonaventura e van Ginkel; in difesa torna tra i titolari De Sciglio che farà reparto con Abate, Rami e Mexes, davanti al portiere Diego Lopez.