24 aprile 2024
Aggiornato 12:30
Crisi Alitalia

Alitalia, dal cappello magico renziano spunta «l'operazione Meridiana»

Alitalia rischia lo schianto al suolo, ma l'ex premier propone una soluzione in extremis per salvarla strizzando l'occhio ai 20mila lavoratori che rischiano il licenziamento in vista delle elezioni

L'ex premier, Matteo Renzi.
L'ex premier, Matteo Renzi. Foto: Giuseppe Lami ANSA

FIUMICINO – Matteo Renzi strizza l'occhio ai 20mila lavoratori di Alitalia che ora rischiano il licenziamento, in vista delle elezioni anticipate. E, a poche ore dalle primarie del Partito democratico che dovrebbero avere un esito ormai scontato in suo favore, interviene a gamba tesa nel delicato pasticcio che coinvolge rovinosamente azienda, governo e sindacati immaginando di evitare lo schianto al suolo della compagnia aerea con un triplo salto mortale.

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Alitalia rischia lo schianto ma Renzi rilancia
Alitalia ormai ha finito il carburante e rischia lo schianto al suolo. Ma l'ex premier, Matteo Renzi, non si arrende e propone una soluzione quasi miracolosa per salvare la disastrata compagnia aerea, per giunta «senza buttare soldi pubblici». Ne parla a Porta a Porta intervenendo durante la trasmissione di Bruno Vespa. E poi rilancia a RadioRTL poco dopo annunciando che il Partito democratico presenterà nei giorni successivi una proposta per salvare Alitalia senza spreco di denaro pubblico, al fine di tutelare posti di lavoro e collegamenti aerei a lungo raggio nell'ambito di un progetto di investimento che riguarda anche il Mezzogiorno.

«Le soluzioni ci sono tutte con un po' di tempo»
«Prendendosi un po' di tempo le condizioni per una soluzione ci sono tutte», sostiene risolutamente Renzi a Porta a Porta. Verrebbe da pensare che il tempo in questione sia proprio quello che occorre all'ex premier per riconquistare Palazzo Chigi. Le elezioni anticipate, infatti, sembrano ormai dietro l'angolo e le primarie del Partito democratico che si svolgeranno domenica 30 aprile avranno probabilmente un esito scontato, consacrando l'ex sindaco di Firenze segretario del Pd. Da lunedì il paese virerà bruscamente verso il voto anticipato, perché il governo barcolla sotto il peso di troppe crisi - quella di Alitalia, quella delle banche, quella del paese – e Renzi non vede l'ora di tornare al timone dell'Esecutivo (ammesso l'abbia mai lasciato).

Dal cappello magico renziano spunta «l'operazione Meridiana»
Ecco allora che la salvezza di Alitalia diventa oggi più che mai una priorità per l'ex premier, che non potrebbe affrontare facilmente una campagna elettorale così delicata con il peso di 20mila licenziamenti sulle spalle. E' necessario quindi trovare urgentemente una soluzione tampone oppure - molto meglio – prendere tempo ed evitare che la crisi degeneri prima del suo ritorno a Palazzo Chigi. Così spunta dal cappello magico renziano l' «operazione Meridiana» alla quale ispirarsi per rimettere in sesto anche Alitalia. «Sembrava impossibile. E non è stata facile. I lavoratori hanno perso qualcosa – sottolinea Renzi da Bruno Vespa -. Però Qatar Airways ha risolto la questione Meridiana ed ora l'azienda ha una prospettiva di sviluppo».

Un parallelismo inopportuno
«Alitalia è diversa, anche perché il management ha fatto errori clamorosi, ma il punto è che a mio giudizio, prendendosi un po' di tempo, le condizioni per una soluzione ci sono tutte», conclude l'ex premier in prima serata. Purtroppo, però, Renzi fa confusione e per la fretta di vendere la merce esposta sul bancone mischia le pere con le mele. Alitalia non è Meridiana. Innanzitutto per via delle dimensioni (molto) diverse. La compagnia aerea sarda fondata nel 1963 è decisamente più piccola: ha trasportato nel corso del 2016 solo 2 milioni e 600 mila passeggeri contro i 23 milioni di Alitalia. E, soprattutto, i suoi conti non sono altrettanto disastrati.

Alitalia è un pozzo senza fondo
Senza un partner industriale come Qatar Airways, compagnia di bandiera del Qatar, Meridiana non poteva sperare di sopravvivere ancora a lungo e gli Emirati sono stati ben felici di continuare a investire sull'isola come fanno da tempo anche in altri settori. Alitalia, invece, da troppi anni è tenuta in vita artificialmente grazie a un enorme esborso di denaro pubblico. La cifra monstre si aggira intorno agli 8 miliardi di euro. E oggi trovare un partner internazionale interessato è un'impresa impossibile (come dimostra il celere dietro front di Lufthansa che, tirata in ballo evidentemente troppo presto, si è fatta prontamente da parte). La verità è che Alitalia ha davanti a sé solo due strade: la (s)vendita a pezzi della sua flotta o il fallimento. E quelli paventati da Matteo Renzi sono come miraggi in un deserto.