19 marzo 2024
Aggiornato 11:30
Crisi Mps

Mps e le responsabilità del Partito democratico: chi paga il conto?

La deadline del Monte Paschi è fissata al 31 dicembre. O il mercato reagirà positivamente o il governo Gentiloni dovrà intervenire per salvare la banca più antica del mondo. Ma c'è chi crede che il conto della crisi di Mps debba pagarlo il Pd

SIENA – La banca più antica del mondo è sull'orlo del baratro. Per Monte Paschi Siena non c'è più tempo. La Banca centrale europea ha negato l'autorizzazione a posticipare l'aumento di capitale perché l'istituto senese – rendono noto da Francoforte - ha liquidità soltanto per altri venti giorni. La deadline è fissata al 31 dicembre 2016. Il Monte Paschi Siena ha resistito per secoli ad ogni genere di calamità, ma nel giro di vent'anni è stata messa ko.

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La deadline di Mps è fissata al 31 dicembre 2016
Montepaschi esiste dal 1472. E' la banca più antica del mondo ed ha resistito per secoli a guerre e carestie. Ma all'istituto senese ora restano solo venti giorni di liquidità. Lo rende noto la Banca centrale europea, che ha negato per questa ragione l'autorizzazione a posticipare l'aumento di capitale da 5 miliardi di euro, necessario per salvare Mps. Non c'è più tempo. La deadline è fissata al 31 dicembre 2016. Altrimenti interverrà lo Stato e la banca verrà nazionalizzata. Con tutte le incognite del caso per i soldi dei risparmiatori. Ma chi ha portato sull'orlo del baratro - e in soli vent'anni - la banca più antica del mondo, che per secoli è sopravvissuta a ogni genere di calamità?

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Monte Paschi Siena è vittima del malgoverno della politica
Il Movimento 5 stelle, che ne chiede a gran voce la nazionalizzazione, non ha dubbi: la crisi di Mps è colpa del Pd. «Montepaschi ha resistito a guerre e carestie, ma non ha potuto nulla contro il malgoverno della politica e del Pd nell'ultimo ventennio», ha dichiarato il deputato pentastellato Daniele Pesco. Nel giro di pochi anni il Partito Democratico «è riuscito a spolpare completamente la banca e a bruciare i risparmi di migliaia di piccoli azionisti», denunciano sul blog di Beppe Grillo gli esponenti del Movimento 5 stelle. Nella giornata di oggi era previsto a Siena il flash mob dei parlamentari pentastellati a sostegno dei risparmiatori, ma l'arresto nella Capitale del braccio destro della sindaca Virgiania Raggi, Raffaele Marra, ha costretto il rinvio dell'evento.

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Nelle casse del Pd i miliardi scomparsi dai conti di Mps?
Quel che è certo è che con la crisi del Monte Paschi diversi miliardi di euro sono scomparsi nel nulla. Lo Stato dovrà utilizzare denaro pubblico - quello dei cittadini - per salvare l'istituto senese, ma secondo il Movimento 5 stelle «a farlo dovrebbe essere il PD», i cui ingranaggi potrebbero esser stati oliati con buona parte di quei miliardi sublimati. Toccherà al nuovo governo Gentiloni, nei suoi primi travagliati giorni di vita, affrontare la tragedia annunciata del Monte Paschi e intervenire con un decreto legge per salvarla da morte certa. Ma prima sarebbe necessario portare finalmente alla luce le responsabilità del Partito democratico, perché il patrimonio della banca più antica del mondo potrebbe essere stato utilizzato a «fini privati e politici».

La confessione di Matteo Renzi e le responsabilità della sinistra
Sulla pagina Facebook del presidente della Camera, Luigi Di Maio, si legge che «la banca è stata depredata dal Partito democratico per oliare le clientele e i meccanismi del consenso» e i suoi conti «sono stati massacrati per perpetuare un sistema di potere che chiamavano il groviglio armonioso». Se così fosse, il prezzo del disastro economico e finanziario che è stato perpetrato ai danni della banca più antica del mondo, di piccoli e grandi risparmiatori e di un paese intero non possono pagarlo i cittadini. Lo stesso ex presidente del Consiglio, Matteo Renzi, in tempi non sospetti dichiarò durante un'intervista a La Repubblica: «Su Mps non prendiamoci in giro: le responsabilità di una parte politica della sinistra, romana e senese, sono enormi».

Un colpo mortale al sentimento di fiducia verso le istituzioni
Queste responsabilità vanno accertate. Sarebbe ignobile chiedere ai piccoli risparmiatori di contribuire con un bail in al salvataggio dell'istituto senese. E non solo perché la tutela del risparmio è uno dei principi fondanti della nostra Costituzione. Sarebbe un'altra ferita – forse mortale - al sentimento di fiducia verso le istituzioni del paese. E non è necessario ricorrere alla teoria keynesiana per ricordare a tutti i politici che senza «fiducia» non solo muore l'economia reale di uno stato, ma viene meno anche la coesione sociale. In queste ore è arrivato, in extremis, l'ok della Consob all'estensione dell'operazione di conversione dei bond subordinati in azioni anche ai piccoli investitori, che potranno aderire fino al 21 dicembre. Se il mercato reagirà positivamente, Mps potrà procedere con l'aumento di capitale da 5 miliardi. Altrimenti toccherà al governo Gentiloni intervenire. Nei prossimi tre giorni lavorativi e mezzo si deciderà il destino della banca più antica del mondo.