28 agosto 2025
Aggiornato 01:30
Trump presidente e Salvini esulta

Perché la vittoria di Trump è linfa vitale per la Lega di Salvini

La vittoria di The Donald è linfa vitale per la Lega Nord e l'onda lunga delle elezioni americane potrebbe portare in alto il segretario del Carroccio e consacrare definitivamente la sua leadership nel centrodestra italiano

ROMA – La vittoria di The Donald è linfa vitale per la Lega Nord. Il segretario del Carroccio è stato l'unico leader politico italiano a scommettere sulla vittoria di Trump fin dall'inizio e ora può raccogliere i frutti di una giusta intuizione. Non solo. L'onda lunga delle elezioni americane potrebbe portare nuove energie al partito leghista e ridurre notevolmente la distanza tra Matteo Salvini e la poltrona di Palazzo Chigi. La Lega, d'altronde, si dice da tempo pronta a governare il paese.

La vittoria di The Donald è linfa vitale per la Lega
Matteo Salvini cavalca la vittoria di The Donald e l'onda lunga delle elezioni americane potrebbe portarlo molto in alto. Per la Lega Nord l'elezione di Trump a presidente degli Stati Uniti d'America è linfa vitale. E non solo perché il segretario del Carroccio è stato l'unico politico italiano a scommettere sulla vittoria dell'immobiliarista newyorkese fin dall'inizio e ora può giustamente raccogliere i frutti di una giusta intuizione. Ma anche, e soprattutto, perché il 45esimo presidente americano è molto vicino al Salvini-pensiero. La vittoria di Donald Trump oltreoceano potrebbe determinare la consacrazione della leadership salviniana nel centrodestra italiano.

Una bellissima lezione di democrazia
Salvini in persona ne parla con Carmelo Lopapa nell'intervista che ha rilasciato per La Repubblica. «Abbiamo aspettato anche troppo. Il tempo dell'attesa è finito e così gli esperimenti di laboratorio nel centrodestra», esordisce il leader della Lega Nord. «Quel che sta accadendo, in Europa e nel mondo, lo conferma. Il 5 dicembre si comincia», ha annunciato il segretario del Carroccio con fare sibillino riferendosi chiaramente all'indomani del voto italiano sul referendum costituzionale. Secondo Salvini quel che è avvenuto è «una bellissima lezione di democrazia». Come la Brexit. La più grande democrazia del mondo ha scelto il suo presidente contro tutti i sondaggi, i banchieri e i lobbisti: «se questo è populismo, ben venga», sottolinea il numero uno della Lega Nord.

Salvini: Abbiamo aspettato anche troppo. Ora si comincia
Il giornalista de La Repubblica gli chiede se non ha paura che sia Grillo, in Italia, a incassare più di ogni altro il successo di questa ondata anti-sistema, ma Salvini risponde che il fondatore del Movimento 5 stelle si «esercita» piuttosto «nella più classica salita sul carro» del vincitore. Fino al giorno prima, Grillo lo apostrofava con toni poco garbati. Mentre «la parabola di Renzi sembra quella della Clinton» perché il premier ha «il sostegno dei media e dei banchieri, ma non quello dei cittadini». Per questo potrebbe finire esattamente come Hillary. Di certo, per Salvini, i tempi sono maturi per far fare alla Lega Nord un salto di qualità che punta dritto a Palazzo Chigi. «Abbiamo aspettato anche troppo. Ora se c'è da metterci la faccia, se il popolo lo chiede, io ci sono», ha ribadito il leader leghista. E dice di avere già in testa la squadra del prossimo governo, a cominciare dal ministro della Giustizia, della Sanità e della Difesa. «Il 5 dicembre la partita elettorale diventa a tre, non più Renzi-Grillo. A me non piace partecipare per perdere. E il 5 si comincia», conclude Salvini.