27 aprile 2024
Aggiornato 07:00
La gabbia europea

Mattarella: «I problemi dell'Europa? Populismi e interessi nazionali»

«Il progetto europeo è in affanno e ha bisogno di rilancio, liberandosi dalla tenaglia che lo stringe tra populismi e interessi nazionali». Lo ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, intervenendo all'undicesima conferenza degli ambasciatori italiani.

ROMA (askanews) - In Europa, dopo il caso Grecia, c'è «la percezione diffusa da parte dei cittadini di un'Unione incapace a progettare il futuro. Il progetto europeo è in affanno e ha bisogno di rilancio», liberandosi dalla «tenaglia che lo stringe tra populismi e interessi nazionali». Lo ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, intervenendo all'undicesima conferenza degli ambasciatori italiani.
Per Mattarella l'Unione europea «si rafforzerà soltanto se gli interessi territoriali si restringeranno» e non ci sarà uno «scontro tra paesi di serie A e di serie B».
L'Unione Europea, ha spiegato Mattarella, «non è un'organizzazione intergovernativa: in essa il nostro e gli altri popoli europei hanno scelto la strada dell'integrazione, sulla base dei valori di libertà, di democrazia, di pace. Per questa ragione l'Europa è un ideale, un traguardo storico. E' la sola dimensione futura nella quale noi europei potremo essere in grado di partecipare con dignità e protagonismo al mondo globale».

Positivo l'accordo sulla Grecia
Anche per questo, ha detto facendo riferimento al caso greco, «giudichiamo positivamente l'accordo di Bruxelles, che ha scongiurato l'uscita della Grecia dall'euro e il suo fallimento finanziario. Tuttavia - ha aggiunto - non possiamo nascondere la sensazione dell'affievolimento dei legami di solidarietà che queste settimane hanno drammaticamente evidenziato; legami che sono, invece, indispensabili per sostenere il telaio politico e giuridico dell'Unione». Non possiamo nasconderla, ha detto ancora, anche perché questa è oggi una percezione diffusa tra i cittadini europei, che «colgono la ridotta capacità di progettare il futuro, la difficoltà di generare sviluppo, socialmente equilibrato e inclusivo».

Vogliamo che l'Europa si rianimi
Mattarella ha sostenuto che «dobbiamo liberare l'Europa dalla tenaglia che la stringe, tra egoismi nazionali e sentimenti populisti, anch'essi collocati quasi esclusivamente nell'orizzonte interno». L'Unione, ha ricordato, corre il rischio che il Presidente Napolitano, in un incontro analogo, definitiva di inward-looking, di proiezione esclusivamente sui problemi interni, senza porre attenzione al proprio ruolo globale, alle stesse minacce esterne.
«Noi - a differenza di altri - diciamo che il progetto europeo è in affanno perché, non da oggi - ha rilevato - ha bisogno di rilancio. Noi vogliamo che l'Europa si rianimi. Che sia capace di affrontare la sfida globale. Per questo occorre coraggio, responsabilità, forza innovativa. Ci vuole una visione più grande dei presunti interessi contingenti».
Per Mattarella «occorre anche un forte senso di equità. La democrazia non è storicamente separabile dalla sua dimensione sociale. Il telaio dell'Unione si rafforzerà - dando all'unità monetaria quella necessaria proiezione nell'unione politica - se le scelte concrete dei governi e degli organismi comunitari saranno orientate verso lo sviluppo, gli investimenti, il lavoro, come il Governo italiano ha chiesto nel corso del suo semestre di presidenza europea. Si rafforzerà soltanto se - ha proseguito - le distanze territoriali e sociali si ridurranno anziché allargarsi, solo se prevarrà uno spirito di collaborazione e di solidarietà nella gestione delle politiche economiche anziché lo scontro tra presunti Paesi di serie A e presunti Paesi di serie B».

Serve una nuova governance dell'Euro
Mattarella ha sostenuto che l'aria che si respira in questo momento «richiama, in qualche misura, l'atmosfera del dopo fallimento della Comunità Europea di Difesa, nel 1954: ebbene, fu per reagire a quella crisi che venne rilanciato l'ideale europeo, con la Conferenza di Messina del 1955 e realizzato, due anni dopo, con il Trattato di Roma. Le difficoltà possono trasformarsi in motivo di avanzamento».
Il compromesso raggiunto in extremis sulla Grecia, paradigma della logica emergenziale europea, ha continuato il capo dello Stato, «sarà insomma virtuoso se diventerà la leva per far uscire l'Europa da questa emergenza, aprendo il cantiere di una nuova governance dell'euro come vero e proprio governo, adeguato e democratico, della moneta unica. Ha opportunamente osservato il presidente Mario Draghi come i progressi compiuti nei mesi scorsi in termini di maggiore integrazione siano stati importanti, ma non ancora in linea "con le esigenze a lungo termine connesse con l'appartenenza ad una Unione Monetaria».

Sfida straordinaria a cui nessuno può sottrarsi
Per Mattarella «Più Europa» è un obiettivo che appartiene alla categoria delle grandi scelte strategiche, «quelle che oggi appaiono difficili e meno popolari, ma che aprono terreni nuovi di sviluppo. L'Italia è protesa verso questo traguardo».
L'Europa, ha chiarito, «è parte irrinunciabile della nostra identità nazionale, anche perché - a volte sembra necessario ricordarlo - l'Europa poggia sul Mediterraneo» ed è nel Mediterraneo che l'Europa «può giocare carte importanti di attore globale, come promotore e artefice della pace, cogliendo tutte le opportunità di una cooperazione per lo sviluppo e, al tempo stesso, aprire una stagione di collaborazione e di dialogo tra le culture e le religioni. La convivenza, la libertà e le prospettive di sviluppo più equo costituiscono in questo momento storico il crocevia della pace mondiale. E' una sfida straordinaria, a cui la società civile e gli Stati europei, con i loro ordinamenti, non possono sottrarsi».