19 aprile 2024
Aggiornato 09:00
Per La Lega l'unica via d'uscita resta la fuga dall'euro

Borghi: «Sacrifici sprecati, il deficit smaschera le bugie di Renzi»

L'Istat comunica che il rapporto deficit/Pil ha raggiunto quota 3,5% nel terzo trimestre del 2014. E' peggiorato dello 0,2% rispetto allo stesso periodo del 2014. Claudio Borghi, responsabile economico della Lega Nord, ha rilasciato un'intervista a Diariodelweb per spiegarci cosa significa e quali saranno le conseguenze per gli italiani.

ROMA - L'Istat comunica che il rapporto deficit/Pil ha raggiunto quota 3,5% nel terzo trimestre del 2014. E' peggiorato dello 0,2% rispetto allo stesso periodo del 2014. Il governo Renzi aveva promesso, come obiettivo di bilancio, che per l'intero 2014 non si sarebbe superata la soglia del 3%. Ennesima promessa tradita. Inoltre, il peso del fisco sulle imprese italiane ha raggiunto da tempo livelli record nel panorama europeo, attestandosi a quota 40,7%. Claudio Borghi, responsabile economico della Lega Nord, ha rilasciato un'intervista a Diariodelweb per spiegarci cosa significa un incremento del rapporto deficit/Pil, e quali saranno le conseguenze per gli italiani.

Come commenta il dato del peggioramento del rapporto deficit/Pil?
«E' la dimostrazione, nel caso ce ne fosse bisogno, che gli esiti delle politiche economiche sono spesso diversi da quelli che si possono immaginare ex ante. Quello che denuncio costantemente è che nella previsione dei conti italiani non si da nessun peso alla prospettiva. Per esempio, consideriamo gli 80 euro: quali sono le coperture degli ottanta euro? Si parla sempre di pareggio di bilancio, ma guarda caso i conti non tornano mai. Il lavoro di un governo dovrebbe essere quello di portare a casa dei risultati, ma non è così. Se potessi abbassare le tasse, potrei incentivare la crescita e far tornare i conti. Ma questa strada, auspicabile, non è consentita in questo momento dalla gabbia europea. Purtroppo il risultato delle scelte del governo è completamente negativo: si aumentano le tasse, l'economia decresce e si viene a creare un buco che si cristallizza nel deficit, che non è altro se non la differenza tra ciò che lo stato incassa e quello che spende.»

La tassazione sulle imprese ha superato in Italia il 40% ed è un record negativo. Di cosa avrebbero bisogno le aziende italiane?
«Le imprese italiane avrebbero bisogno di un quadro certo che risollevi le loro aspettative. Siamo dentro una crisi di domanda. Perché dobbiamo confrontarci con un aumento del deficit e con l'aumento della disoccupazione? Per un motivo molto banale: non si acquistano più i prodotti. Possiamo continuare a tassare, e il risultato saranno ancora una volta i negozi vuoti. E se i negozi sono vuoti, se i prodotti restano sugli scaffali, significa che la produzione rallenta e si innesca una spirale recessiva.»

L'unica soluzione, secondo Lei, è quella di rompere la gabbia dell'Eurozona?
«Assolutamente sì: l'unica soluzione è quella di uscire dall'Eurozona, che significa sia rinunciare all'euro sia rigettare il diktat assurdo delle regole europee.»

Quindi Renzi non ha la più pallida possibilità di mantener fede alla parola data e alle sue promesse?
«Nessuno potrebbe approfittare di qualche sporadica congiuntura positiva, come può essere il crollo dei prezzi energetici, per risolvere la situazione. Qualsiasi apparente miglioramento, come quello che può essere causato dal crollo del prezzo del petrolio, nasconderebbe in realtà un deterioramento inevitabile.»

La situazione italiana tenderà a peggiorare, come il dato riguardante il rapporto deficit/Pil?
«Sì, e qualora non peggiorasse e ci fosse un momentaneo miglioramento, quest'ultimo nasconderebbe solo uno strutturale peggioramento della condizione socio-economica del nostro paese.»