4 maggio 2024
Aggiornato 01:00
Legge di stabilità

La prima finanziaria del Governo Renzi sarà legge prima di Natale

Quella che esce dal Parlamento è una manovra da circa 30 miliardi con altri 5 miliardi a deficit, nella quale nel primo passaggio a Montecitorio sono già state inglobate le misure aggiuntive per 4,5 miliardi (0,3%) chieste dall'Europa per attenuare l'impatto sull'indebitamento.

ROMA - La legge di Stabilità si appresta a tagliare il traguardo finale. Con un esame lampo, l'Aula della Camera approverà definitivamente in terza lettura, senza modifiche rispetto al testo del Senato, la manovra per il 2015. Nonostante le numerose polemiche, il caos parlamentare e le proteste incrociate con il Jobs act, la prima Finanziaria del governo Renzi sarà legge prima di Natale.
Il governo ha deciso di blindare il testo e procedere spediti verso l'approvazione finale senza far ricorso a una terza fiducia. I pasticci del Senato e gli ultimi rilievi dei tecnici di Montecitorio, in particolare sul credito d'imposta Irap del 10% per gli autonomi, avrebbero richiesto un ulteriore passaggio a palazzo Madama. Ma i rischi erano troppi: primo fra tutti quello dell'esercizio provvisiorio, poi l'urgenza di mostrare all'Europa il rispetto di tempi certi sulla sessione di Bilancio in vista del verdetto europeo di marzo. Fra le altre, una motivazione tutta politica: archiviare prima possibile il provvedimento per concentrarsi da gennaio sull'Italicum.

MANOVRA DA 30 MILIARDI - Pericoli in agguato anche per la scelta di Renzi di sfruttare al massimo tutti gli spazi sul deficit per rilanciare l'economia, compreso lo slittamento del pareggio di bilancio. Il disavanzo italiano viaggerà a ritmi pericolosamente vicini al 3% tanto che il Tesoro, a garanzia nei confronti di Bruxelles, si è visto costretto a introdurre due clausole di salvaguardia nel caso in cui la spending review e le misure contro l'evasione Iva non dovessero portare frutti auspicati. In questo caso, scatteranno aumenti delle aliquote Iva e delle accise sulla benzina.
Quella che esce dal Parlamento è una manovra da circa 30 miliardi con altri 5 miliardi a deficit, nella quale nel primo passaggio a Montecitorio sono già state inglobate le misure aggiuntive per 4,5 miliardi (0,3%) chieste dall'Europa per attenuare l'impatto sull'indebitamento. Operazione che viene fatta con la riduzione di 3,3 miliardi del fondo taglia tasse e di 500 milioni dei fondi per il cofinanziamento nazionale dei fondi strutturali comunitari, nonchè l'estensione del 'reverse charge' alle grande distribuzione dal quale dovrebbero arrivare altri 728 milioni.

SLITTA LA LOCAL TAX - Molte le novità in arrivo, ma anche qualche grande rinuncia: dallo slittamento della 'local tax' destinata a unificare Imu, Tasi e altri tributi su cui è arrivato l'impegno dell'esecutivo per una riforma complessiva, al nulla di fatto sul riordino del canone Rai con l'introduzione del pagamento in bolletta. Altri 'nodi' restano aperti. In particolare, dopo le misure sulle Province, la partita del riordino degli enti locali si è riaperta. La questione sarà al centro di un confronto fra il ministro Marianna Madia e i sindacati.
La ex Finanziaria prevede innanzitutto la stabilizzazione del bonus Irpef da 80 euro e l'introduzione del cosiddetto 'bonus bebe" in una versione più ristretta rispetto a quella prevista inizialmente. Inoltre, per i lavoratori del settore privato che ne fanno richiesta è prevista l'anticipazione del Tfr in busta paga. Arriva anche la totale deducibilità dalla base imponibile Irap del costo del lavoro per gli assunti a tempo indeterminato. E per i neo assunti si prevedono, invece, sgravi contributivi con un tetto di 8.060 euro. Moltissime le altre misure contenute nel provvedimento fra cui il congelamento delle tasse sulla casa che restano invariate rispetto al 2015 e l'aumento della tassazione dei fondi pensione dall'11,5 al 20% con un credito di imposta del 9% per chi investe.
E nonostante lo stop finale di Renzi all'assalto alla diligenza con la cancellazione di una trentina di norme, sono comunque numerose le micromisure che vanno dai fondi per l'Agenzia spaziale a quelli per le Terme, dagli Italiani nel mondo all'Invalsi e all'Unione italiana ciechi.