28 marzo 2024
Aggiornato 12:30
Nomine UE

Mrs Pesc, Mogherini incassa il si tedesco

E' quanto scrive oggi il Financial Times nella sua edizione online, in cui spiega che la decisione dovrebbe essere presa malgrado alcune capitali siano preoccupate dalla sua scarsa esperienza. Il Governo del Presidente Renzi avrebbe intensificato la sua pressione, tranquillizzando al tempo stesso i principali partner europei.

ROMA - I leader europei sarebbero ormai orientati a nominare il ministro degli Esteri italiano Federica Mogherini come Alto rappresentante dell'UE per la politica estera nel vertice dei capi di Stato e di governo che si terrà sabato 30 agosto a Bruxelles. E' quanto scrive oggi il Financial Times nella sua edizione online, in cui spiega che la decisione dovrebbe essere presa malgrado alcune capitali siano preoccupate dalla sua scarsa esperienza.

La sua nomina, ricorda il quotidiano londinese, è stata bloccata a luglio per l'opposizione di alcuni paesi UE dell'Est, secondo cui il ministro italiano avrebbe adottato una linea troppo morbida nei confronti della Russia. In seguito però, secondo fonti europee citate da Ft, il governo di Roma avrebbe ridimensionato le sue obiezioni all'inasprimento delle posizioni dell'Ue verso Mosca e il presidente del Consiglio Matteo Renzi avrebbe intensificato la sua pressione, tranquillizzando al tempo stesso i principali partner europei.

Secondo le fonti sentite dal Financial Times, Angela Merkel avrebbe deciso di dare il suo placet alla nomina per evitare uno scontro con Renzi e il presidente francese François Hollande, i capofila di un gruppo di nove capi di governo di centro-sinistra che sostengono la nomina di Mogherini: secondo l'interpretazione fornita ai reporter britannici, Berlino preferirebbe concentrare le sue energie per impedire che Parigi e Roma riescano a far ammorbidire la disciplina di bilancio, anziché sprecarle in una battaglia sulle cariche europee a Bruxelles.

Resta l'opposizione di alcuni paesi, in particolare la Lituania, la cui presidente, la «lady di ferro» Dalia Grybauskaite, ex commissario europeo e con buone entrature a Bruxelles, si oppone con forza alla nomina del ministro italiano. I paesi che si oppongono a Mogherini non hanno una minoranza di blocco, ma tradizionalmente a Bruxelles le decisioni sulle nomine si cercano di prendere all'unanimità e i voti a maggioranza sono rari e usati solo in caso di stallo grave.

Una delle possibilità per appianare le resistenze residue sarebbe quella di offrire a un paese dell'Europa orientale l'altra grande carica su cui si deve decidere sabato a nel vertice Ue, quella di presidente del Consiglio europeo. Fra i nomi emersi per questa poltrona spiccano quello del premier polacco Donald Tusk, sostenuto da Merkel e ora pare anche dalla Gran Bretagna. La sua personale reticenza, tuttavia, mantiene in gara altri candidati, fra cui l'ex premier lettone Valdis Dombrovskis, la premier danese Helle Thorning-Schmidt, l'ex premier finlandese Jyrki Katainen e il premier irlandese Enda Kenny.